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Ecco i migliori studenti nel lavoro di squadra
I più bravi in scienze, matematica e lettura, le ragazze, gli asiatici, i ragazzi che giocano meno con i videogiochi e fanno più educazione fisica. Secondo l’Ocse sono questi gli studenti più capaci di risolvere problemi in gruppo.
Team work, team-building, problem-solving: non sono soltanto parole da inserire nel curriculum, anche se denotano qualità che sul posto di lavoro contano sempre di più. Sono molti, infatti, i ruoli professionali che richiedono grandi doti di collaborazione, inclinazione al lavoro di squadra e abilità nel risolvere problemi all’interno di un team, ed è quindi sempre più importante apprendere queste capacità in età scolastica.
È per questo che l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e il suo Programma per la valutazione internazionale degli studenti (Pisa, Programme for International Student Assessment) hanno condotto un’indagine sui quindicenni di 52 Paesi per valutare l’attitudine dei giovani al problem-solving collaborativo. Il rapporto “Pisa 2015 Results – collaborative problem solving” è stato pubblicato il 21 novembre e rappresenta la prima valutazione di questo tipo su scala globale.
Dai risultati dello studio emerge che sono soprattutto gli asiatici a ottenere punteggi più alti nelle prove di soluzione collaborativa dei problemi. Al primo posto troviamo infatti gli studenti di Singapore, seguiti da quelli del Giappone, di Hong Kong e della Corea. Sopra la media Ocse in termini di attitudine al lavoro di squadra troviamo anche qualche Paese europeo: Estonia (sesta in classifica), Finlandia (settima), Germania (12esima) e Danimarca (14esima). I quindicenni italiani, invece, si attestano sotto la media Ocse. In fondo alla classifica gli studenti peruviani, montenegrini, brasiliani e tunisini.
Il livello dei risultati conseguiti nella soluzione collaborativa dei problemi, inoltre, è positivamente correlato con i risultati ottenuti in scienze, lettura e matematica.
Per quanto riguarda la composizione demografica, sono le ragazze a ottenere risultati migliori nelle prove di problem-solving di squadra. In media ottengono 29 punti in più rispetto ai ragazzi, con divari di genere che superano i 40 punti nel caso di Australia, Finlandia, Lettonia, Nuova Zelanda e Svezia, e divari inferiori a 10 punti in Colombia, Costa Rica e Perù. I ragazzi sarebbero invece più bravi a risolvere i problemi individualmente, secondo la valutazione Pisa 2012.
Guardando alle prassi scolastiche e alle attività svolte dagli studenti, l’indagine rivela che gli atteggiamenti nei confronti della collaborazione sono generalmente più positivi quando gli studenti praticano più sport o partecipano a un maggior numero di lezioni settimanali di educazione fisica. Gli studenti che utilizzano i videogiochi tendono a conseguire punteggi inferiori nelle prove di soluzione collaborativa dei problemi, mentre quelli che utilizzano i social network registrano punteggi migliori.
Secondo l’Ocse, i sistemi d’istruzione possono avere un grande ruolo nel potenziare le capacità collaborative degli studenti. Importante è incoraggiare le relazioni sociali positive e contrastare fenomeni come il bullismo, che incidono negativamente sulla fiducia dei ragazzi nel lavoro di squadra. E ancora: offrire più occasioni per lavorare insieme, un maggior numero di ore di educazione fisica e classi dalla composizione eterogenea per stimolare il confronto.
L’indagine “Pisa 2015 Results – collaborative problem solving”
La sintesi in italiano
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di Lucilla Persichetti