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ISTRUZIONE DI QUALITA'

Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti

In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

Notizie

Educazione alla cittadinanza globale: serve un soggetto che coordini le azioni

Necessario superare la frammentarietà degli interventi e dare coerenza, dice WeWorld. Innovare la didattica, formare gli insegnanti, sviluppare azioni di apprendimento permanente, tra le proposte del documento sulla Ecg. 5/11/20

L’Educazione alla cittadinanza globale e la Strategia italiana per l’Ecg

Per promuovere il riconoscimento legislativo e istituzionale dell’Educazione alla cittadinanza globale (Ecg), WeWorld Gvc, nell’ambito del progetto MigratED, ha pubblicato il 2 novembre il documento “Educazione alla cittadinanza globale - Policy Brief”, che analizza lo stato dell’arte della Strategia italiana per Ecg, individua buone pratiche, principali sfide e attori chiave per la promozione dell’Ecg in Italia e avanza soluzioni e proposte per i decisori politici locali e nazionali.

Definita dall’Onu come “un processo formativo che induce le persone ad impegnarsi per attivare il cambiamento nelle strutture sociali, culturali, politiche ed economiche che influenzano le loro vite”, l’Ecg trova una corrispondenza all’interno dell’Agenda 2030 con l’Obiettivo 4 “Educazione di Qualità”, e più in particolare con il Target 4.7: “Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile”.

In Italia, grazie alla stesura della Strategia italiana per l’Ecg approvata nel 2018, si è arrivati a una definizione specifica e condivisa dell’educazione alla cittadinanza globale grazie al lavoro di un tavolo multi stakeholder che ha visto protagonisti ministeri, enti locali, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, Agenzia nazionale giovani, università, organizzazioni della società civile e Ong. La Strategia italiana vede l’Ecg come un “processo formativo chiamato a favorire la consapevolezza e la comprensione critica delle dinamiche e dei processi di interdipendenza, sulla base di aspetti riconducibili a tre dimensioni principali dell’apprendimento: cognitiva (comprensione critica), socio-emotiva (senso di appartenenza e solidarietà), comportamentale (azione per il cambiamento)”.

L’idea alla base della strategia è di puntare su queste tre dimensioni per combinare l’educazione formale a quella non formale per raggiungere tutte le sfere della cittadinanza. Complementari sono, inoltre, i processi di sensibilizzazione e il lavoro di informazione che sollecitano il coinvolgimento e l’impegno dell’opinione pubblica e dei media. Per attuare la Strategia è necessaria un’azione integrata tra i vari livelli istituzionali a cui è richiesto di sviluppare e realizzare sia un piano di azione nazionale, sia dei piani territoriali per strutturare il coordinamento fra attori diversi e attivare luoghi di confronto e collaborazioni operative. Per questo, nel 2019 è stato pubblicato il documento di indirizzo politico “Piani territoriali per l’Educazione alla cittadinanza globale (Ecg): indicazioni per Regioni e enti Locali”, che costituisce il primo passo verso l’applicabilità delle raccomandazioni della Strategia italiana.

Proposte di applicazione della Strategia Ecg  

Per rendere effettiva l’applicazione della Strategia Ecg, il documento di WeWorld ritiene necessario introdurre azioni che coinvolgano diversi attori e che sappiano intervenire congiuntamente in tutti gli ambiti che la definiscono (educazione formale, non formale, sensibilizzazione), raggiungendo tutte le sfere della cittadinanza e rivolgendosi all’intera comunità educante. Viene evidenziata l’assenza di un soggetto unitario di coesione, dovuta anche alla mancanza di adesione al Global competence framework, che definisce il quadro di riferimento che sottende le indagini internazionali riguardo alla misurazione delle competenze di cittadinanza globale. Sarà fondamentale pertanto identificare un soggetto deputato/incaricato per conto del Ministero dell’Istruzione a sovraintendere le azioni pubbliche e private in tema Ecg, con l’obiettivo di supervisionare e dare una coerenza alle azioni promosse dal basso perché siano in sintonia con le linee guida della Strategia nazionale e con le buone pratiche ritenute più efficaci per l’educazione formale in tema di Ecg.

Il documento si conclude con alcune raccomandazioni per ciascun ambito d’interesse. Per quanto riguarda l’ambito dell’educazione formale, il documento suggerisce:
- innovazione nella didattica nelle scuole, grazie all’istituzione di tavoli di lavoro con gli attori del territorio, per creare nuovi modelli educativi basati su metodologie diverse dalla didattica frontale, di apprendimento attivo (active learning), e con un’attenzione all’introduzione di percorsi strutturati di educazione ai media e all’utilizzo di tecnologie nella didattica;
- offerta strutturata di attività formative dirette agli insegnanti sui temi dell’Agenda 2030, fornendo loro strumenti e materiali didattici.

Per quanto riguarda l’educazione non formale, le raccomandazioni prevedono:
- sinergie fra istituzioni educative, enti del terzo settore e realtà attive nel sociale, e in particolare nell’accoglienza, per un’educazione inclusiva e multiculturale, aperta a tutti i cittadini e cittadine dentro e fuori le scuole;
- azioni di Ecg come forma di apprendimento permanente, anche in età adulta. L’utilizzo di strumenti multimediali, legati al cinema, al mondo del teatro e dell’arte, permettono in particolare di stimolare approfondimenti e riflessioni critiche legati a dinamiche globali, ampliando l’offerta culturale rivolta a cittadini di diverse fasce di età.

Al fine di sensibilizzare e informare sull’Ecg, il documento raccomanda:
- azioni di educazione rivolte alla cittadinanza per promuovere un’analisi critica dei media, per contrastare discorsi d’odio e discriminanti;
- offerta strutturata di formazioni dirette a giornalisti e professionisti della comunicazione, per una corretta informazione e modalità comunicativa, scevra di pregiudizi e categorizzazioni errate.

Il ruolo dell’ASviS

L’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) si propone come uno dei punti di riferimento nella promozione dell’Ecg. Per supportare la dimensione dell’educazione formale, nel 2019 l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) ha firmato il Protocollo di Intesa triennale con il Miur: “Favorire la diffusione della cultura dello sviluppo sostenibile in vista dell’attuazione degli Obiettivi dell’Agenda 2030” contenente numerose iniziative e progetti, fra i quali: il portale Scuola2030, che offre a tutti i docenti della scuola italiana contenuti, risorse e materiali in auto-formazione per un’educazione ispirata all’Agenda 2030; la quarta edizione del concorso Ministero dell’Istruzione-ASviS “Facciamo 17 Goal”, rivolto alle Istituzioni scolastiche e ai Centri provinciali istruzione adulti, con lo scopo di favorire la conoscenza, consapevolezza e adesione ai principi dell’Agenda 2030.

Con riferimento alle aree dell’istruzione e dell’educazione allo sviluppo sostenibile, l’ASviS ha individuato cinque ambiti d’azione prioritari: qualità degli apprendimenti, contenimento della dispersione scolastica, precedenza all’inclusione nella scuola, apprendimento permanente, diffusione dell’educazione alla sostenibilità e alla cittadinanza globale. Già nell’edizione 2019 del Rapporto ASviS, si richiedevano “interventi a favore di una diffusione dell’innovazione didattica”, legata non solo all’ammodernamento tecnologico, ma anche alle “metodologie che integrano l’uso delle tecnologie digitali”, promuovendo modelli dinamici e inclusivi.

Nel 2020 l’ASviS ha contribuito al documento “#EducAzioni - Cinque passi per contrastare la povertà educativa e promuovere i diritti delle bambine, dei bambini e degli e delle adolescenti”, sottoposto al Governo e presentato pubblicamente il 17 giugno 2020.

di Tommaso Tautonico

giovedì 5 novembre 2020

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