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ISTRUZIONE DI QUALITA'

Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti

In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

Notizie

Migliorare l’istruzione entro il 2030 rappresenta una sfida per tutti i Paesi, dice l’Ocse

Tutti i Paesi Ocse devono rafforzare il loro impegno per migliorare l’istruzione, sostiene il nuovo Rapporto. L’Italia gode di un elevato tasso di accesso all’istruzione primaria ma c’è molto da fare su alfabetizzazione e abilità di calcolo per giovani e adulti.

Il rapporto dell’Ocse “Education at a Glance 2016” misura, per la prima volta, il tentativo dei paesi di raggiungere “un'educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”. Le riflessioni sugli SDGs, e in particolare la distanza dei Paesi rispetto al quarto Goal, costituiscono l'editoriale di apertura del rapporto, a firma del Segretario generale dell'Ocse Angél Gurria. Il rapporto fornisce importanti dati statistici nazionali, confrontabili tra loro, che consentono di misurare lo stato dell’istruzione nel mondo. L’analisi riguarda i sistemi educativi dei 35 paesi Ocse e di altri dodici paesi del mondo.

Secondo lo studio, solo 12 dei 35 paesi Ocse riescono a soddisfare il livello di benchmark per almeno cinque dei dieci sotto-obiettivi del Goal 4 sull’istruzione. I paesi con un migliore livello di istruzione rispetto ai dieci target sono Australia e Canada, seguiti da Paesi Bassi e Belgio. L’Italia soddisfa i livelli di benchmark solo per due sotto-obiettivi (target 4.2 e 4.5), grazie all’elevato tasso di accesso alla scuola dell’infanzia e all’istruzione primaria e un elevato indice di inclusione. Al contrario, c’è ancora molto lavoro da fare sull’alfabetizzazione e l’abilità di calcolo per giovani e adulti (target 4.6), sull’educazione allo sviluppo sostenibile (target 4.7) e sull’offerta di insegnanti qualificati (target 4 c).

I paesi Ocse investono maggiormente negli studi, ma a farsene carico sono sempre più studenti e famiglie: il 30% delle spese è coperto da risorse private, dal 2008 al 2013 si è registrato un aumento del 14% delle spese sostenute da privati. Sebbene il numero di laureate nel settore terziario abbia raggiunto livelli più che soddisfacenti (il 57%), persistono ancora differenze di genere in alcuni settori scientifici e nel passaggio dal mondo dell’istruzione a quello del lavoro: le donne tra i 20 e i 24 anni incluse nella fascia dei cosiddetti Neets (Neither Employed nor in Education or Training) coprono il 18,5%, mentre gli uomini rappresentano il 15,5%. Le famiglie immigrate sono quelle che continuano ad avere maggiori difficoltà di accesso all’istruzione e al mondo del lavoro.

In conclusione, l’impegno per il raggiungimento del quarto obiettivo di sviluppo sostenibile richiede sforzi anche da parte di tutti i paesi Ocse se si vuole conseguire un’istruzione di qualità e accessibile per tutti. Infatti, rispetto agli obiettivi di sviluppo del millennio sull’istruzione, il Goal 4 è realmente globale, dice il Rapporto, perché non esistono più differenze tra paesi ricchi e poveri, in quanto ogni singolo paese è chiamato a raggiungere questo obiettivo.

 


di Flavia Belladonna

lunedì 19 settembre 2016

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