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Nel 2022 il tasso di disoccupazione nell'Unione europea era del 6%, mentre in Italia era del 7,9%. Gli effetti della crisi pandemica sono stati gravi e perdurano, specie tra i giovani, le donne e al Sud. L'Italia continua a detenere il primato negativo di giovani disoccupati che non studiano né si formano (Neet).

Notizie

Parlamento Ue: auto a zero emissioni dal 2035 con sostegno alla transizione giusta

Settimana 6-12 giugno. Parlamento europeo: pacchetto pronti per il 55%, crisi climatica e difesa comune, messa al bando del lavoro forzato, avvio della riforma dei trattati. Commissione europea: relazione sulla bioeconomia.   

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Particolarmente ricca l’ultima settimana di attività delle istituzioni europee, soprattutto quella del Parlamento europeo che ha discusso diverse misure incluse nel pacchetto pronti per il 55%, il raggiungimento degli accordi preliminari tra Parlamento e Consiglio su alcuni procedimenti importanti quali la nuova direttiva sul salario minimo, atti legislativi sul miglioramento dell'equilibrio di genere negli organi societari, caricabatteria standardizzato. Tra gli atti adottati dalla Commissione europea troviamo la relazione sulla strategia per la bioeconomia e il bilancio 2023 dell’Ue.

 

Il Parlamento europeo sul “pronti per il 55%”

Nell’ambito del pacchetto proposto dalla Commissione nel luglio 2021, fondamentale per attuare il Green Deal europeo e la relativa legge europea sul clima, il Parlamento europeo ha adottato la propria posizione in relazione a:
proposta di regolamento Ue sulla riduzione delle emissioni delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri, confermando che dal 2035 potranno essere commercializzati in Ue solo automezzi a zero emissioni. Il Parlamento integra nel regolamento diverse misure d’incentivazione e accompagnamento, evidenziando inoltre l’importanza di rafforzare il dialogo sociale nel settore automobilistico per il processo di negoziazione e adozione dei piani territoriali per una transizione giusta e dei piani sociali nazionali per il clima a livello di costruttori, regionale e settoriale, nonché di garantire la trasformazione della forza lavoro in una particolare area geografica;


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proposta di regolamento Ue che fissa obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici per il settore dell'uso del suolo, del cambiamento dell'uso del suolo e della silvicoltura. La proposta approvata porta di fatto al 57% la riduzione delle emissioni di gas-serra dell’Ue al 2030 con l'aumento dell'obiettivo dei pozzi di assorbimento del carbonio nell'uso del suolo, nei cambiamenti di uso del suolo e nel settore forestale. Rispetto alla proposta presentata dalla Commissione, gli eurodeputati propongono anche di istituire un meccanismo compensativo a disposizione per gli Stati membri che non hanno raggiunto i loro obiettivi annuali a causa dei cosiddetti "disturbi naturali”, ad esempio gli incendi boschivi. Ribadiscono anche la loro posizione secondo la quale i pozzi di carbonio naturali sono fragili e volatili, e quindi non dovrebbero essere contabilizzati in comune con le emissioni del settore agricolo.


Un “pozzo di carbonio” è un sistema in grado di assorbire maggiori quantità di carbonio rispetto a quelle che emette, come avviene per il suolo, le foreste e gli oceani.


proposta di regolamento Ue per le riduzioni annuali vincolanti delle emissioni di gas serra a carico degli Stati membri (regolamento Condivisione degli sforzi). Gli eurodeputati chiedono una regolamentazione più severa delle emissioni di gas serra negli Stati membri tra cui meno possibilità di superare le quote, per meglio garantire il conseguimento dei risultati al 2030. In particolare, il Parlamento chiede anche di prestare maggiore attenzione alle emissioni di gas serra prodotte dagli impianti di combustione di biomasse per garantire che l'uso di combustibili sostenibili non provochi più emissioni dei combustibili fossili, e chiede alla Commissione di presentare entro luglio 2023 proposte legislative per la riduzione delle emissioni dei gas clima-alteranti diversi dalla CO2;
rialzo dell'ambizione di riduzione delle emissioni nel settore dell'aviazione internazionale per raggiungere gli obiettivi climatici dell'Ue e nel mondo con il sistema di scambio di emissioni (Ets) dell'Ue per il trasporto aereo. Il testo adottato propone che l’Ets dell'Ue si applichi a tutti i voli in partenza da un aeroporto situato nello Spazio economico europeo (See) e che le assegnazioni gratuite al settore dell'aviazione siano gradualmente eliminate entro il 2025. Nel contempo, dovrebbe essere prevista una deroga all’Eu Ets per le emissioni prodotte dai voli tra gli aeroporti situati in una regione ultraperiferica dell'Ue e aeroporti situati in un'altra regione del See, e i voli tra aeroporti situati all'interno della stessa regione ultraperiferica. I deputati chiedono inoltre che il 75% dei ricavi generati dalla vendita all'asta delle quote per l'aviazione sia utilizzato per sostenere l'innovazione e le nuove tecnologie.

Il progetto sulla riforma del sistema di scambio delle quote di emissione (Ets) è stato invece rinviato in commissione dopo che il Parlamento ha respinto la relazione con 340 voti favorevoli, 265 contrari e 34 astensioni. Così come il Meccanismo di aggiustamento delle frontiere del carbonio (Cbam) è stato rinviato in Commissione prima della votazione degli emendamenti. I deputati hanno votato in plenaria gli emendamenti alla legislazione sul Fondo sociale per il clima, ma la votazione finale è stata rinviata in attesa dell’accordo politico sul futuro della riforma del sistema Ets, allo stesso fondo sociale per il clima collegato. 


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Altre risoluzioni del Parlamento europeo

Gli eurodeputati hanno concordato di avviare il processo di revisione dei Trattati Ue, richiamando gli esiti della Conferenza sul futuro dell’Europa e la propria posizione già espressa e ribadita nella sessione plenaria d’inizio maggio 2022, chiedendo in particolare la riforma delle procedure di voto in seno al Consiglio per migliorare la capacità d'azione dell'Unione europea, passando dall'unanimità alla maggioranza qualificata, in settori come le sanzioni, le cosiddette clausole transitorie e le emergenze; oltre che per aspetti relativi alle minacce sanitarie transfrontaliere, per l'Unione dell'energia in linea con gli accordi internazionali sul cambiamento climatico, per assicurare la piena attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali. 

Collegata alla precedente è la risoluzione con cui il Parlamento dell'Unione europea chiede una riforma del processo legislativo per consentirgli di esercitare un potere propositivo per la legislazione dell’Ue, rappresentando il Parlamento l’unica istituzione dell'Ue eletta direttamente dalla cittadinanza europea.

Altre risoluzioni hanno riguardato rapporti bilaterali dell’Ue con altri Paesi e il multilateralismo.

In particolare, è stata adottata una relazione sulla Turchia in cui gli eurodeputati sottolineano il continuo deterioramento della situazione dei diritti umani nel Paese, deplorano le continue pressioni legali e amministrative sulla società civile e su difensori dei diritti umani, avvocati e giornalisti.

Il Parlamento chiede al governo turco di gestire le richieste di adesione alla Nato della Finlandia e della Svezia in buona fede, ad impegnarsi in modo costruttivo negli sforzi per risolvere le eventuali questioni in sospeso e ad astenersi dall'esercitare pressioni indebite in questo processo.

Con la risoluzione sulla tabella di marcia del Seae (Servizio europeo per l’azione esterna) sui cambiamenti climatici e la difesa, il Parlamento identifica nel cambiamento climatico una sfida alla sicurezza che richiede risorse adeguate, insieme alle minacce ibride e informatiche.

Nella relazione sulla tabella di marcia del Seae, il Parlamento avverte che il cambiamento climatico deve essere messo al centro dell'agenda per la pace e la sicurezza, in quanto "moltiplicatore di minacce”, accrescendo i rischi sociali, economici e ambientali esistenti che possono alimentare disordini e potenzialmente sfociare in conflitti violenti o addirittura in guerre tra Stati.

I deputati indicano dunque come fondamentale affrontare i legami tra cambiamento climatico, sicurezza e difesa nella Bussola Strategica.

Sul seguito dell’iniziativa Bussola Strategica, il Parlamento ha anche adottato in un distinto atto delle raccomandazioni al Consiglio e al vicepresidente della Commissione e all’alto rappresentante dell'Unione in relazione alla politica estera, di sicurezza e di difesa dell'Unione europea dopo la guerra di aggressione contro l'Ucraina da parte della Russia.

In una risoluzione dedicata a contribuire alla stesura delle nuove norme Ue sui prodotti creati o trasportati dal lavoro forzato, il Parlamento raccomanda che la commercializzazione di tali prodotti sia vietata nell’Ue. Le proposte del Parlamento offrono indirizzi alla Commissione europea che sta lavorando a una nuova proposta su come vietare i prodotti del lavoro forzato, iniziativa annunciata dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell'Unione 2021. Il nuovo strumento legislativo è previsto per settembre 2022.

Secondo gli indirizzi del Parlamento, le autorità pubbliche dovrebbero trattenere e sequestrare le merci alle frontiere dell'Ue nel caso in cui vi siano "prove sufficienti" che le merci siano state prodotte o trasportate con il lavoro forzato.

L'importatore dovrebbe avere l'onere di dimostrare l'assenza di lavoro forzato per il rilascio del carico. Per aiutare gli importatori, dovrebbe essere redatto un elenco pubblico di aziende, regioni e produttori sanzionati. Gli eurodeputati indicano la necessità di fornire assistenza alle Pmi per far fronte alle nuove regole.

La definizione di “lavoro forzato” dovrebbe essere coerente con gli indicatori dell'Organizzazione internazionale del lavoro, includendo abuso di vulnerabilità, inganno, limitazione dei movimenti, isolamento, violenza fisica e sessuale, intimidazioni e minacce, sottrazione dei documenti di identità, trattenuta dei salari, servitù per debiti, condizioni di vita e di lavoro abusive e straordinari eccessivi.

Facendosi carico degli aspetti di globalizzazione del fenomeno, il Parlamento chiede di cooperare con i partner che condividono le stesse idee per garantire che le merci vietate sul mercato dell'Ue non vengano semplicemente dirottate verso altri mercati. Viene sottolineato che affrontare questo problema globale richiede una soluzione collettiva che preveda il dialogo con i Paesi terzi, l'assistenza tecnica e la creazione di capacità, nonché la sensibilizzazione.

 

Relazione della Commissione europea sulla Strategia per la bioeconomia

La Commissione europea ha adottato la relazione sullo stato di avanzamento della strategia dell'Ue per la bioeconomia. Politica europea in materia di bioeconomia: situazione attuale e sviluppi futuri.

Seppur adottata nel 2018 (in aggiornamento rispetto alla precedente del 2012), dunque dalla Commissione Juncker, e in periodo antecedente al Green Deal europeo, la stessa Strategia è riconosciuta come essenziale per il conseguimento dei diversi obiettivi del Green Deal e dell’Agenda Onu 2030. 

La Commissione evidenzia di fatto come le politiche bioeconomiche contribuiscano a creare condizioni adeguate per affrontare tutte e tre le dimensioni della sostenibilità: 

  1. ambiente: gestione del suolo e delle risorse biologiche nel rispetto dei limiti ecologici; 
  2. economia: catene di valore e consumo sostenibili; e 
  3. società: equità sociale e transizione giusta. 

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L’analisi della Commissione europea si basa sull’attività tecnica del Centro di conoscenze sulla bioeconomia e su quanto riportato nell’apposito documento di lavoro dei servizi della Commissione.

Malgrado i risultati incoraggianti nell’attuazione della Strategia nell’Ue, viene comunque evidenziato come essenziale garantire l'integrità ambientale e colmare il previsto "divario in termini di biomassa" tra l'approvvigionamento e la domanda di biomassa per gli alimenti, i materiali e l’energia. La valutazione della Commissione si basa su alcuni studi tra cui Material Economics (2021) che prevedono per l’Ue che, entro il 2050, si registrerà un divario in termini di biomassa pari al 40-70% tra l'approvvigionamento sostenibile di biomassa e la domanda di biomassa per i materiali e l’energia.

La Commissione conclude che in seguito all'invasione non provocata dell'Ucraina da parte della Russia, la necessità di agevolare la transizione verso l'energia pulita come pure verso sistemi alimentari sostenibili, resilienti ed equi non è mai stata così forte ed evidente. La futura attuazione del piano d'azione per la bioeconomia dell'Ue dovrà prendere in considerazione le implicazioni sui prezzi degli alimenti e dell'energia, inclusi i prezzi dei prodotti ad alta intensità energetica, e sulle catene di approvvigionamento globale, nonché affrontare la conseguente pressione aggiuntiva sulle risorse naturali entro i limiti dell’ecosistema […] 

Per valorizzare appieno la forza della strategia per la bioeconomia, sono necessari altri interventi, in particolare per quanto riguarda quelli finalizzati a risolvere le molteplici pressioni sul suolo e sul mare e relative ai modelli di consumo globale delle risorse biologiche. 

 

di Luigi Di Marco

 

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martedì 14 giugno 2022

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