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Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica

Dagli ultimi dati aggiornati al 2021, risulta che sulle otto milioni conosciute, un milione di specie animali e vegetali è a rischio estinzione. L'attività antropica ha velocizzato di mille volte il tasso naturale di estinzione. Continua il declino della biodiversità italiana a causa di problemi irrisolti, come il degrado e il consumo del suolo. 

Notizie

Ispra: il 93,9% dei comuni italiani a rischio frane, alluvioni o erosione costiera

Secondo il Rapporto sul Dissesto idrogeologico, sono 1,3 milioni gli abitanti a rischio frane e 6,8 milioni quelli a rischio alluvioni. Disponibile la piattaforma IdroGeo per consultare dati, mappe, documenti, foto e video.    17/3/22

Il 7 marzo l’Ispra ha presentato la terza edizione del Rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia: Pericolosità ed indicatori di rischio”, che fornisce il quadro nazionale di riferimento sulla pericolosità legata a frane, alluvioni ed erosione costiera, presentando gli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, aggregati strutturali, imprese e beni culturali.

Il monitoraggio del dissesto idrogeologico è un tema molto rilevante per l’Italia, in considerazione sia delle sue caratteristiche meteo-climatiche, topografiche, morfologiche e geologiche, sia del fatto di essere un Paese fortemente antropizzato (ovvero modificato dall’essere umano).

 Guarda il video sul dissesto idrogeologico in Italia



I principali dati dell’edizione 2021

 Dal Report emerge che sono 7.423 i comuni (93,9% del totale) a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. Complessivamente il 18,4% (55.609 km2) del territorio nazionale è classificato a pericolosità frane elevata, molto elevata e/o a pericolosità idraulica media.

Frane e alluvioni: un pericolo per famiglie, industrie e beni culturali. Le frane sono fenomeni estremamente diffusi a causa delle caratteristiche geologiche e morfologiche del territorio italiano, che è per il 75% montano-collinare. I fattori più importanti per l’innesco dei fenomeni franosi sono le precipitazioni brevi e intense, quelle persistenti e i terremoti. Sono 1,3 milioni gli abitanti a rischio frane (2,2%) e 6,8 milioni gli abitanti a rischio alluvioni (11,5%). Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna (quasi 3 milioni), Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580mila), Veneto (quasi 575mila), Lombardia (oltre 475mila), e Liguria (oltre 366mila).

Le famiglie a rischio sono quasi 548mila per frane e oltre 2,9 milioni per alluvioni. Su un totale di oltre 14,5 milioni di edifici, quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 565mila (3,9%), quelli ubicati in aree inondabili nello scenario medio sono oltre 1,5 milioni (10,7%).

Le industrie e i servizi ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 84mila con 220mila addetti esposti a rischio; quelli esposti al pericolo di inondazione nello scenario medio sono oltre 640mila (13,4% del totale).

Degli oltre 213mila beni architettonici, monumentali e archeologici, quelli potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono oltre 12.500 nelle aree a pericolosità elevata e molto elevata; raggiungono complessivamente le 38mila unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I beni culturali a rischio alluvioni sono quasi 34mila nello scenario a pericolosità media e raggiungono quasi i 50mila in quello a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi.

  

La situazione delle coste italiane. Le aree costiere italiane sono storicamente esposte a dissesti geomorfologici e a grave arretramento dei litorali. All’origine del degrado ci sono processi naturali connaturati all’ambiente costiero (moto ondoso, marea, correnti marine, ecc.) a cui si aggiungono fattori antropici, connessi alla forte urbanizzazione e alla concentrazione di attività socio-economiche marittime e terrestri lungo la costa.

Il Rapporto Ispra rileva che 841 km di litorali sono in erosione (17,9% delle coste basse italiane). Tra il 2007 e 2019 si registra una lieve tendenza a una maggiore stabilità dei litorali nazionali. Il cambio di tendenza, seppur non riscontrabile in tutte le Regioni, è da considerarsi quale auspicato e probabile effetto dei numerosi sforzi compiuti negli anni per mitigare il dissesto costiero. A livello regionale il quadro è più eterogeneo: la costa in erosione è superiore a quella in avanzamento in Sardegna, Basilicata, Puglia, Lazio e Campania; le regioni con i valori assoluti più elevati di costa in erosione sono Calabria, Sicilia, Sardegna e Puglia.

 

La piattaforma IdroGeo

La piattaforma nazionale IdroGeo è un’App multilingua, open data, accessibile da smartphone, tablet e desktop, in cui vengono riportati tutti gli indicatori di rischio su base comunale. La piattaforma sul dissesto idrogeologico consente la gestione e la consultazione di dati, mappe, report, foto, video e documenti; si pone come strumento di comunicazione e diffusione delle informazioni, a supporto delle decisioni nell’ambito delle politiche nazionali di mitigazione del rischio e, per quanto riguarda le frane, della pianificazione territoriale, della progettazione preliminare delle infrastrutture, della programmazione degli interventi strutturali di difesa del suolo  della gestione delle emergenze idrogeologiche e delle valutazioni ambientali.

Informare i cittadini e le imprese sui rischi che interessano il proprio territorio contribuisce a una maggiore consapevolezza e a decisioni informate su dove acquistare la propria casa o localizzare nuove attività economiche e produttive e quindi ha un importante risvolto sociale ed economico, contribuendo alla riduzione dei danni e dei costi.

La comunicazione e la diffusione delle informazioni sui rischi, già previste per le alluvioni ai sensi della Direttiva 2007/60/CE, rispondono alla prima priorità d’azione “Comprensione del rischio” del quadro di riferimento di Sendai delle Nazioni unite per la riduzione del rischio di disastri – Drr (2015-2030) e contribuiscono al raggiungimento del Target 11.5 e del Target 13.1 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), relativi alla riduzione significativa del numero di morti e di persone colpite e alla riduzione delle perdite economiche causate da disastri naturali, oltre a rafforzare la resilienza e la capacità di adattamento ai rischi legati al clima.
Scarica il Rapporto

 

di Monica Sozzi

giovedì 17 marzo 2022

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