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Tasso di fecondità in calo globale, ma nei Paesi poveri è alto tra le adolescenti
Secondo il Population reference bureau, l’India è il Paese che entro il 2050 crescerà di più. La Cina, attualmente il più popoloso, perderà il primato. In Europa occidentale e meridionale la percentuale maggiore di over 65. 7/3/21
La popolazione mondiale è sulla buona strada per raggiungere i 9,7 miliardi di individui entro il 2050, con un incremento di quasi il 24% rispetto al 2020. Lo dichiara l’edizione 2021 del World population data sheet pubblicata il 17 agosto dal Population reference bureau (Prb), l’organizzazione senza scopo di lucro che tiene traccia degli indicatori demografici per più di 200 Paesi e territori. Il dato è inferiore alla previsione del rapporto dello scorso anno, in base alla quale la popolazione mondiale avrebbe raggiunto i 9,9 miliardi entro il 2050. L’edizione di quest’anno contiene anche un focus specifico dedicato alle tendenze della fecondità.
“Da quasi 60 anni, il World population data sheet è la fonte più affidabile sulle tendenze demografiche che stanno plasmando il futuro del nostro pianeta e della nostra società”, ha affermato Jeffrey Jordan, Ceo del Population reference bureau. “L’edizione del 2021 ci dice che mentre il Covid-19 ha cambiato radicalmente il modo in cui viviamo e lavoriamo, ci vorranno anni prima di avere una piena comprensione dell'impatto a lungo termine della pandemia”.
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La popolazione mondiale allo specchio. Si prevede che l'India avrà il più grande aumento assoluto di popolazione, aggiungendo quasi 246 milioni di individui per un totale di 1,64 miliardi nel 2050. Il tasso di fecondità totale globale, definito come il numero medio di nascite per donna, è 2,3 nel 2020, ancora al di sopra del livello di sostituzione (pari a 2,1 nascite per donna), ma in calo rispetto al valore di 3,2 registrato nel 1990. Niger, Somalia e Ciad sono i Paesi con il tasso di fecondità più alto, mentre Corea del Sud, Taiwan e Ucraina hanno i valori più bassi.
La Cina, continua il Rapporto, è attualmente il Paese più popoloso al mondo, ma insieme alla Thailandia e all’Ucraina è tra i Paesi che dovrebbero registrare una diminuzione maggiore della popolazione entro il 2050. L'Africa subsahariana ha la popolazione più giovane di qualsiasi altra regione, con il 42% della sua popolazione con età inferiore ai 15 anni, rispetto al 14% dell'Europa meridionale. Al contrario, l'Europa occidentale e meridionale ha la percentuale più alta di persone con età pari o superiore a 65 anni (21%), mentre l'Africa subsahariana ha la quota più piccola (3%). Negli Stati Uniti, la quota di persone con età pari o superiore a 65 anni (17%) è quasi uguale a quella di persone di età inferiore ai 15 anni (18%).
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Il Rapporto rileva che il Covid-19 è probabilmente la causa principale di un aumento del tasso grezzo di mortalità, definito come il rapporto tra il numero di morti in un determinato anno ogni mille abitanti. Italia, Russia e Stati Uniti sono tra i Paesi che hanno registrato variazioni più elevate dei tassi di mortalità grezzi nel 2020 rispetto al 2019. L'aspettativa di vita mondiale è di 75 anni per le donne e 71 anni per gli uomini. I dati provvisori del 2020, evidenzia il Rapporto, indicano che negli Stati Uniti l'aspettativa di vita alla nascita è scesa da 81,4 a 80,2 anni per le donne e da 76,3 a 74,5 per uomo.
Le tendenze della fecondità. Il Rapporto contiene anche un focus sulla fecondità che rileva come, dal 1950, la fecondità complessiva sia diminuita in tutti i Paesi, indipendentemente dalle categorie di reddito. Confrontando le tendenze dei tassi specifici per età - il numero di nati vivi da donne di una data fascia di età per mille donne in quella fascia - rivela importanti differenze. Nei Paesi ad alto reddito i tassi di fecondità in tutte le fasce d’età sono diminuiti dal 1950 ma, a partire dagli anni ’80, i tassi di fecondità delle donne trentenni sono cresciuti sempre più, fino a superare, nel 2015, quelli delle donne ventenni. Al contrario, nei Paesi a basso reddito il tasso di fecondità delle ragazze adolescenti (età compresa tra 15 e 19 anni) è elevato rispetto a quello dei Paesi ad alto e medio reddito (94 nascite ogni mille rispetto a 14 e 36 nascite).
Il confronto, prosegue il Rapporto, tra il numero di bambini che le donne vorrebbero avere rispetto al reale di tasso di fecondità, indica che molte donne non raggiungono il numero di figli desiderato. Per colmare questo divario, i responsabili politici dovrebbero promuovere politiche che supportino le coppie nel raggiungimento dei loro ideali di fertilità. Gli investimenti nell'istruzione delle ragazze e l'accesso alle attività di pianificazione familiare volontaria sono essenziali per raggiungere l’obiettivo. I responsabili politici dovrebbero anche considerare le barriere di genere, culturali ed economiche che, se rimosse, possono accompagnare le donne a trovare un compromesso tra il numero di figli desiderato e il perseguimento di altre opportunità. La pianificazione familiare volontaria può aiutare le giovani donne ad accrescere la loro consapevolezza e ritardare la gravidanza in favore di una permanenza più lunga nella scuola. Questo processo porta le donne a scelte più consapevoli tra la vita lavorativa e quella familiare, con gravidanze più sane.
di Tommaso Tautonico