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In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

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Competenze di sostenibilità e diritti delle persone al centro delle transizioni

All’evento ASviS a Ecomondo gli esperti hanno sottolineato che il miglioramento delle competenze è urgente per affrontare i cambiamenti nel mercato del lavoro, ma l’Italia è ancora indietro. Presentato il Quaderno sulle politiche europee.    11/11/22

Alcuni lavori sono spariti e altri lo faranno. La tecnologia e la sostenibilità forse genereranno un numero superiore di posti di lavori di quelli destinati a scomparire. Quali politiche si possono chiedere per affrontare i cambiamenti generati dalla doppia transizione, ecologica e digitale? Verso quali attività di educazione e formazione conviene indirizzare i giovani? Sono alcune delle questioni sollevate da ASviS e Comitato scientifico di Ecomondo nel convegno “La sfida delle competenze per la transizione al lavoro”, che si è tenuto venerdì 11 novembre presso la Fiera di Rimini e in diretta streaming. L’evento ha messo a confronto istituzioni, imprese, mondo accademico, sindacati e altri portatori d’interesse sul passaggio a modelli più sostenibili che siano anche rispettosi dell’inclusività sociale, nel quadro degli indirizzi politici già condivisi a livello Ue.

In foto: Luigi Di Marco, Giacomo Bottos, Fabio Fava, Guia Bianchi. In collegamento: Pierluigi Stefanini

Fabio Fava, presidente del Comitato scientifico di Ecomondo, ha sottolineato che sempre di più ci si rende conto dell’importanza di avere “competenze giuste e qualificate. Un tema che va messo a punto nella formazione, dagli istituti tecnici alle università, ma poi riguarda chi è già dentro alle aziende. La transizione ecologica ha bisogno di avere cittadini e consumatori formati. Non basta più solo l’università: serve il dialogo partecipato” tra tutti i soggetti coinvolti.

Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS, ha evidenziato che l’Italia ha bisogno di rafforzare “consapevolezza, attenzione e conoscenza” per sfruttare al meglio le piattaforme Ue messe in campo negli ultimi anni: “Serve investire con maggiore determinazione e forza in educazione e formazione. Il quadro europeo delle competenze per la sostenibilità è un terreno particolarmente significativo. Nella complessità che viviamo dobbiamo fare ogni sforzo, a tutti i livelli, affinché venga assunta una dimensione integrata dei problemi”. Per Stefanini l’Europa mette a disposizione indicazioni fondamentali: “i valori, perché abbiamo bisogno di investire sull’equità e la giustizia tra le generazioni; abbracciare la complessità, per ricavarne risposte adeguate; una visione di futuro, alimentando il pensiero esplorativo; agire per la sostenibilità”.

Durante l’evento l’ASviS ha lanciato ufficialmente l’aggiornamento al Quaderno Obiettivi di sviluppo sostenibile e politiche europee, illustrato da Luigi Di Marco che ne è il curatore: “L’ASviS”, ha detto Di Marco, “da tre anni prosegue nel costruire un quadro di orientamento delle politiche europee, raccogliendo le informazioni in una ‘Wikipedia’ di proposte delle istituzioni europee e pareri dei comitati. Nel Quaderno le proposte legislative sono incasellate secondo i 17 Obiettivi, non a silos, ma sempre mantenendo una visione sistemica”. Intitolato quest’anno “Accelerare le transizioni”, il documento mostra come gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 rappresentino sempre più esplicitamente la cornice entro cui si svolgono le diverse iniziative intraprese dalle istituzioni europee.


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Ha preso la parola poi Guia Bianchi, co-autrice dello studio GreenComp del Joint research center della Commissione europea. GreenComp comprende quattro aree di competenza: "incarnare i valori della sostenibilità", "accettare la complessità nella sostenibilità", "immaginare futuri sostenibili" e "agire per la sostenibilità". Ciascuna area comprende competenze che sono interconnesse, da inserire nei programmi educativi e di training per sviluppare conoscenze che tengano in considerazione la cura per il pianeta e la salute pubblica. “C’è una tendenza a trattare le green skills in modo generico”, ha dichiarato Bianchi, “ma dobbiamo avere competenze di sostenibilità in qualsiasi tipo di lavoro. Bisogna pensare ai lavori che verranno: con un pensiero critico prepariamo chi vuole apprendere ai vari scenari che si prospettano”.

Giuditta Alessandrini, professoressa ordinaria senior di Pedagogia e membro del segretariato ASviS, ha parlato del suo “Non siamo i padroni della Terra”: “Il mio libro voleva sviluppare un’analisi ampia, degli orizzonti di senso, al di là della tradizionale definizione della sostenibilità. Con gli anni, con tutto il lavoro svolto anche da ASviS, la definizione è cambiata”. Sul tema dell’upskillig e del reskilling della forza lavoro in Italia, “il cuore del discorso è che c’è un aumento di competenze cognitive non di routine: la fluidità di idee, critical thinking, comprensione del contesto. L’Ocse ha parlato di ‘low-skill equilibrium’: le aziende chiedono competenze sempre più basse ma anche le scuole offrono competenze sempre più basse, una tendenza pericolosa. Quindi c’è l’esigenza di puntare sull’aumentare le competenze, l’upskilling appunto”.

Anche quello del lifelong learning è, nell’analisi di Alessandrini, un tema fondamentale: “fa formazione chi è già skillato, i livelli quantitativi sono molto bassi e la formazione che si fa è solo su sicurezza e digitale. Anche l’Eurostat mette Italia come fanalino di coda a livello quantitativo. Secondo uno studio di Eurofound del 2017 va sempre aumentando la Job polarisation: si è ampliata ovvero la distanza tra chi ha competenze alte e chi le ha basse. Quindi c’è un problema di mobilità sociale”. “Fondamentale”, ha concluso Alessandrini, “la volontà europea di vedere la transizione come un tutt’uno con i diritti. Bisogna porre le persone al centro di questo processo”.

In foto: Luigi Di Marco, Giacomo Bottos, Gianni Di Cesare, Guia Bianchi. In collegamento: Giuditta Alessandrini

Il punto sull’evoluzione delle competenze è proseguito nella successiva tavola rotonda moderata da Giacomo Bottos, direttore di Pandora rivista, che ha dichiarato: “L’obiettivo di oggi è creare uno spazio di approfondimento sulle questioni delle grandi transizioni. Il tema delle competenze è uno snodo al centro dei processi multidimensionali che portano ai cambiamenti”. Sara Teglia, Impronta Etica e coordinatrice Gruppo di lavoro ASviS “Patto di Milano”, ha ricordato: “Abbiamo realizzato un decalogo per affrontare gli impatti della transizione ecologica e digitale. Le transizioni, per essere accettate, vanno comprese da tutte e tutti. Per questo uno dei punti principali sono le competenze”. Gianni Di Cesare, Cgil e coordinatore Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica", ha affermato che il punto critico sul lavoro sono gli enti di formazione, poco considerati in Italia: “Bisognerebbe ripartire da questo, ad esempio mettendo l’esperienza di Enea a disposizione degli enti di formazione, alimentando così la cultura green nel mondo del lavoro”. Patrizia Lombardi, presidente della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus), ha parlato di “cambio epocale”: “Oggi per parlare di lavoro bisogna avere competenze legate al future thinking. Le università, insieme a imprese e istituzioni, devono occuparsi della formazione di competenze hard e soft su digitalizzazione e sostenibilità. La maggior parte dei nostri bambini farà dei lavori che ancora non sono noti. In Italia esiste un cronico deficit di competenze. Gli iscritti all’università sotto la media. Il ruolo dell’università è fondamentale: educazione, corretta informazione e misurazione sono la chiave per cambiare la traiettoria”.

Nelle conclusioni dell’evento, Vittorio Calaprice, rappresentante in Italia della Commissione europea, ha sottolineato che il 2023 sarà l’Anno europeo delle competenze, “motore di un processo sostenibile, inclusivo e digitale. L’ultimo Foresight report evidenzia la necessità di integrare le tecnologie verdi e quelle blu (digitali). La Commissione europea ha lanciato il Digital Europe che favorisce lo sviluppo di competenze avanzate. C’è un’occasione per i policy maker di costruire una governance multilivello, integrata con investimenti e capacità attrattiva sui talenti”.

Il presidente dell’ASviS Stefanini ha richiamato il concetto di ecologia integrale di Papa Francesco, citato nel libro di Alessandrini, come un “approccio complessivo per creare le condizioni di un autentico sviluppo umano. Dobbiamo cambiare. C'è bisogno di 'resilienza trasformativa', come proposto da Enrico Giovannini, per ricucire anche i danni della pandemia e della guerra in un'ottica capace di condurci verso un effettivo cambiamento coerente con l’Agenda 2030. Bisogna creare opportunità che siano capaci di dare senso al lavoro: questa è una frontiera difficile ma fondamentale”.

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di Andrea De Tommasi

venerdì 11 novembre 2022

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