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Sustainable development report: i Paesi nordici guidano il raggiungimento degli SDGs
L’edizione 2024 rileva progressi significativi dai Brics, mentre restano indietro le nazioni più povere. Italia al 23° posto. Sdsn: riforma dell’Onu e nuove vie di finanziamento per poter affrontare le sfide globali. 28/6/24
Giunto alla sua nona edizione, il rapporto “Sustainable development report 2024” pubblicato il 17 giugno dal Sustainable development solutions network (Sdsn), disegna un quadro preoccupante. Nessuno dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile è sulla buona strada per essere raggiunto entro il 2030.
“A metà strada tra la fondazione dell’Onu e l’anno 2100, non possiamo più affidarci al business as usual”, ha dichiarato Jeffrey D. Sachs, presidente dell'Sdsn e autore principale del Rapporto. “Il mondo si trova di fronte a grandi sfide globali. Siamo a un bivio. In vista del Summit del futuro delle Nazioni unite, la comunità internazionale deve fare il punto sui risultati fondamentali e sui limiti del sistema dell’Onu, e lavorare per il miglioramento del multilateralismo nei decenni a venire” ha concluso.
Fuori strada
In media solo il 16% degli SDGs è sulla buona strada per essere raggiunto entro il 2030, mentre il restante 84% mostra progressi limitati o un'inversione di tendenza. A livello globale, dal 2020, i progressi sono stagnanti nel Goal 2 “Sconfiggere la fame”, Goal 11 “Città e comunità sostenibili”, Goal 14 “Vita sott'acqua”, Goal 15 “Vita sulla terraferma” e Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide”. I cinque Target che registrano la più alta percentuale di Paesi con un'inversione di tendenza dal 2015 sono: tasso di obesità, (tra i Target del Goal 2), libertà di stampa (Goal 16), Red List Index (Goal 15), gestione sostenibile dell'azoto (Goal 2) e aspettativa di vita alla nascita (Goal 3). Gli obiettivi relativi ai sistemi alimentari sono particolarmente fuori strada: 600 milioni di persone soffriranno ancora la fame entro il 2030; l'obesità è in aumento; le emissioni di gas serra derivanti da agricoltura, silvicoltura e altri usi del suolo rappresentano quasi un quarto delle emissioni globali annuali di gas serra. Al contrario, quelli relativi all'accesso di base alle infrastrutture e ai servizi, tra cui il Goal 9 (Industria, innovazione e infrastrutture), mostrano tendenze leggermente più positive, anche se i progressi rimangano troppo lenti e disomogenei tra i vari Paesi.
Una panoramica dei Paesi
Il ritmo dei progressi varia in modo significativo tra i gruppi di Stati. I Paesi nordici continuano a guidare il progresso verso il raggiungimento degli SDGs, i Brics (economie emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) registrano progressi rilevanti, mentre le nazioni più povere e vulnerabili restano molto indietro. Come negli anni precedenti, i Paesi nordici europei sono in cima all’SDGs Index 2024. La Finlandia è al primo posto, seguita da Svezia, Danimarca, Germania e Francia. L’Italia è al 23mo posto, con un punteggio di 79.29/100.
Onu 2.0
Nessuna nazione può affrontare da sola le sfide dei nostri tempi, continua il Rapporto. Crisi climatica, transizione energetica a basso costo e giusta, pace e sicurezza, protezione degli ecosistemi, minacce e pericoli da tecnologie fuori controllo. Il sistema delle Nazioni Unite ha bisogno di un ammodernamento, di rinforzo e di potenziamento per sostenere il nuovo mondo multipolare. Sono necessarie riforme che includono nuovi organi, come un Parlamento dell’Onu, nuove forme di finanziamento globale e strategie per garantire il rispetto del diritto internazionale e la pace tra le maggiori potenze.
Serve un nuovo ed efficace multilateralismo basato su cinque pilastri fondamentali. In primo luogo, le Nazioni unite dovrebbero dare potere alle nazioni e alle regioni per adottare percorsi significativi verso uno sviluppo sostenibile entro il 2050, mantenendo ambizioni elevate per i progressi nella prosperità, nella giustizia sociale e nella sostenibilità ambientale. Secondo, dovrebbero promuovere l'implementazione dei percorsi degli Obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso accordi globali più forti e istituzioni più potenti. In terzo luogo, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dovrebbero essero finanziati attraverso nuove tasse globali e un’architettura finanziaria rinnovata. In quarto luogo, l’Onu dovrebbe rappresentare maggiormente i popoli aggiungendo nuovi forum di rappresentanza. In ultimo le Nazioni Unite e i suoi Stati membri dovrebbero sfruttare i progressi della scienza e della tecnologia per il bene umano ed essere sempre vigili contro i potenziali abusi di tecnologie avanzate, tra cui biotecnologia, intelligenza artificiale e geoingegneria.
di Tommaso Tautonico