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Global gender gap: serviranno 134 anni per raggiungere la piena parità di genere
Nessun Paese al mondo raggiunge pienamente l’uguaglianza, ma il 97% delle economie ha colmato più del 60% del proprio divario. I progressi più significativi nell’empowerment politico. Nella classifica, Italia 87esima su 146. 16/7/24
Giunto alla sua 18esima edizione, il Global gender gap report 2024 confronta lo stato attuale e l'evoluzione della parità di genere in 146 economie del mondo, indagando quattro dimensioni chiave: partecipazione e opportunità economiche, livello di istruzione, salute e sopravvivenza ed emancipazione politica. L’Indice misura i punteggi su una scala da 0 a 100 che rappresentano la distanza percorsa verso la parità.
Cos’è cambiato nell’ultima edizione
Nel 2024, sottolinea il Rapporto, nessun Paese ha raggiunto la piena parità di genere. Il 97% delle economie analizzate ha colmato più del 60% del proprio divario. In base all’andamento di questi dati, ci vorranno 134 anni per raggiungere la piena parità, circa cinque generazioni in più rispetto all’Obiettivo di sviluppo sostenibile fissato al 2030.
La classifica
L'Islanda, con un divario colmato al 93,5%, è di nuovo al 1° posto e guida l'indice da circa quindici anni. Continua ad essere l'unica economia ad aver colmato più del 90% del proprio divario di genere. La top ten vede dopo l’Islanda la Finlandia (87,5%), Norvegia (87,5%), Svezia (81,6%), Germania (81%), Irlanda (80,2%) e Spagna (79,7%). L’Italia perde otto posizioni rispetto all’anno scorso e, con il 70,3%, si posiziona all’87esimo posto. L'Europa guida la classifica regionale del divario di genere avendo colmato il 75% del suo divario, con un miglioramento complessivo di +6,2 punti percentuali dal 2006.
Il divario di genere nelle quattro dimensioni
Più in generale, secondo quanto emerge dall’Indice, tra le 146 economie coperte il divario di genere in materia di salute e sopravvivenza si è ridotto del 96%, quello sull’istruzione del 94,9%, quello nella partecipazione e opportunità economica del 60,5% e quello dell’empowerment politico del 22,5%. Tra le quattro dimensioni chiave il cambiamento più significativo si è verificato nell'empowerment politico, dove dal 2006 la parità è aumentata di 8,3 punti percentuali, raggiungendo il 22,8%. In Partecipazione e opportunità economiche e livello di istruzione, la parità ha guadagnato rispettivamente 4,8 e 4,2 punti percentuali. Salute e sopravvivenza è l'unico sottoindice in cui si è registrato un calo moderato dal 2006 (-0,2%).
L’evoluzione del gender gap nel mondo del lavoro
La parità nella partecipazione alla forza lavoro continua a migliorare, raggiungendo nel 2024 il 66,7%. Tuttavia, continua il Rapporto, le differenze regionali continuano a mostrare che mentre la partecipazione delle donne alla forza lavoro sta crescendo a livello globale, la parità avanza a velocità molto diverse nei diversi contesti. I dati di LinkedIn mostrano che la rappresentanza della forza lavoro femminile rimane al di sotto di quella maschile in quasi tutti i settori e le economie, con le donne che rappresentano il 42% della forza lavoro globale. Per migliorare questi dati, sottolinea l’Indice, si può intervenire sia con misure formali come quote rosa e misure politiche, sia attraverso fattori informali come le reti professionali. I dati di LinkedIn suggeriscono che i divari di genere nelle reti professionali online portano gli uomini ad avere reti più grandi e più forti rispetto alle donne. Reti più forti sono associate a una maggiore probabilità di progresso di carriera e ricevono più contatti da parte dei reclutatori. Tuttavia, un aspetto positivo è che le donne hanno più legami “deboli”, che sono stati collegati a migliori risultati di carriera.
Il ruolo dei sistemi di assistenza
La partecipazione femminile alla forza lavoro necessita di sistemi di assistenza equi. Esistono lacune significative tra e all'interno delle regioni in termini di tutele formali e disposizioni per il congedo parentale, ma la situazione sta evolvendo. Negli ultimi 50 anni, il numero medio di giorni di congedo di maternità è aumentato da 63 a 107 e i giorni di congedo di paternità sono aumentati da meno di uno a una media di nove.
La portata e la velocità del progresso, conclude l’Indice, sono insufficienti per raggiungere la parità di genere entro il 2030. Per raggiungerla sarà necessario che governo, aziende e società civile spostino sia le risorse che la mentalità verso un nuovo paradigma di pensiero economico, in cui la parità di genere sia vista come condizione per una crescita equa e sostenibile.
Scarica il Global gender gap report 2024
di Tommaso Tautonico