Cronache della Cop 27 - Domenica 6, schermaglie prima dell'apertura
La conferenza ha avuto un inizio ritardato perché i delegati discutevano l'annosa questione delle perdite e dei danni, che si riferisce alle devastanti conseguenze dei disastri climatici subiti dai Paesi più poveri. Raggiunto un accordo per discuterne il finanziamento. 7/11/22
La Cop 27, a cui parteciperanno 196 Paesi, 120 leader mondiali e 45mila persone, è accompagnata dallo stigma pregiudiziale di fallimentare, che nelle altre Cop, almeno però a cose fatte, è stata la immancabile conclusione. A Sharm, per tutti, i problemi del mondo sono ben altri, inflazione, guerra, energia, e l'approccio multilaterale Onu ai negoziati ha fatto il suo tempo, incapace di fermare i conflitti e di scongiurare pandemie, crisi climatiche, perdita di biodiversità, povertà e migrazioni.
La Cop 27 ha avuto un inizio ritardato dopo che i delegati hanno litigato fino a tarda notte sabato e domenica mattina sull'annosa questione di perdite e danni, che si riferisce alle devastanti conseguenze dei disastri climatici subiti dai Paesi più poveri. Il primo giorno dei colloqui è stato dominato da discussioni sulla necessità che le nazioni ricche paghino quelle più povere in riconoscimento del loro ruolo dominante tra le cause del cambiamento climatico. Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia sono tutti debitori di miliardi di dollari per la loro quota di fondi per il Green climate fund. La scadenza dei 100 miliardi di dollari, ora prorogata, sarebbe stata al 2020. La serie storica dei pagamenti globali è in figura.
L'inizio della Cop previsto per le 10:00 è stato ritardato di ore, suscitando timori. L’accordo alla fine impegna la Cop 27 a discutere le questioni relative agli accordi di finanziamento in risposta a perdite e danni associati agli effetti negativi del cambiamento climatico, compreso un focus sull'affrontare perdite e danni. La discussione farà parte del Glasgow dialogue e dovrà essere conclusa entro il 2024.
Gli importi sono significativi. Secondo l'Adaptation gap report dell'Unep, i costi annuali di adattamento nei Paesi in via di sviluppo potrebbero essere compresi tra 160 e i 340 miliardi di dollari entro il 2030 e fino a 565 miliardi all'anno entro il 2050. I Paesi in via di sviluppo potrebbero subire tra i 290 e i 580 miliardi di dollari di danni climatici annuali entro il 2030 e fino a 1,7mila miliardi di dollari entro il 2050.
All'apertura del vertice, il Regno unito ha ceduto la presidenza dei colloqui all'Egitto. Alok Sharma, presidente britannico della Cop 26, ha introdotto Sameh Shoukry, il capo negoziatore egiziano, il presidente della Cop 27.
Aggiornamenti quotidiani a cura di a cura di Toni Federico, coordinatore del Gruppo di lavoro "Energia e Clima" (Goal 7 - 13) dell’ASviS e del Comitato tecnico-scientifico della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
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