Cop 29
13 novembre, seconda giornata dei leader
Il discorso di Giorgia Meloni, l'appello di Sanchez dopo l'alluvione a Valencia, il segnale, positivo, della Cina sulla finanza per la transizione dei Paesi in via di sviluppo. I fatti dal terzo giorno di vertice.
First things first. Oggi usciamo con un po’ di ritardo, ma ci sembrava utile aspettare il discordo in plenaria di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio è intervenuta attorno alle 11.00, ora di Baku.
Cosa ha detto Giorgia Meloni alla Cop 29
Il buono. La presenza di Giorgia Meloni alla Cop 29 è un buon segnale per il multilateralismo e la presidente ha invitato tutti i Paesi a condividere la responsabilità per il nuovo obiettivo finanziario. Meloni ha inoltre ricordato alcuni impegni presi alla Cop 28 di Dubai, tra cui il triplicare la capacità di rinnovabili e duplicare l’efficienza energetica.
Il brutto. Nessun nuovo impegno finanziario da parte dell'Italia.
Il cattivo. Il continuo sostegno al gas, che coincide esattamente con le priorità dell’industria fossile, la stessa che ha supportato la vittoria elettorale di Trump e che non ha ancora mostrato soluzioni credibili per la crisi climatica. Chi perde sono cittadini e imprese, che rimangono legati ai prezzi alti dell’energia, trainati dal costo del gas, e le casse dello stato (ricordiamo che la crisi del gas del 2021-2022 è costata oltre 90 miliardi).
Oggi è la seconda giornata del segmento di alto livello. La lista degli interventi di oggi è disponibile qui.
Vediamo cosa hanno detto i Leader ieri
Fatti, non promesse. Tra il dire alziamo l’asticella e il farlo, a casa propria, c’è di mezzo il taglio delle emissioni. Pochi gli annunci degni di nota. Tra questi spicca il piano/ndc del Regno unito di tagliare le emissioni del 81% al 2035. Un passo avanti importante, che leggiamo anche come un messaggio all’Europa: vediamo chi decarbonizza l’economia interna prima e meglio? La proposta della Commissione europea di un taglio del 90% delle emissioni al 2040, ora, non sembra più fantascienza.
Sanchez, Spagna. La catastrofe di Valencia insegna che non si può più tornare indietro sulla transizione.
Finanziare l’azione climatica, con urgenza e con risorse adeguate. Molti Leader hanno sottolineato l'urgenza dell'azione climatica e la necessità di sbloccare i finanziamenti per realizzarla. Sono stati chiesti maggiori impegni economici da parte di Turchia, Mauritania e Kirghizistan. Tali finanziamenti devono essere equi e accessibili secondo Guinea-Bissau e Libia. La Repubblica democratica del Congo e le isole Marshall chiedono che i finanziamenti coprano l'adattamento e le perdite e i danni e non servano solo alla mitigazione. Le isole Marshall sottolineano anche che i finanziamenti per il clima non possono essere prestiti a tassi di mercato e non dovrebbero finanziare i combustibili fossili. Sempre il Congo sottolinea l’importanza di alleviare l'onere del debito dei Paesi. Belgio e Maldive equiparano l’importanza della finanza pubblica con quella privata. Focus sull’adattamento da parte della Bulgaria. Diversi interventi hanno fatto riferimento alla necessità di strumenti finanziari innovativi (Unsg, Serbia, Rdc, Barbados), di una maggiore trasparenza e responsabilità e di un rafforzamento delle capacità delle Banche multilaterali di sviluppo (Unsg).
Diversi Paesi hanno illustrato i loro contributi ai finanziamenti per il clima. Il presidente del Consiglio dell'Ue, Charles Michel, ha affermato che l'Ue sta aumentando i finanziamenti per il clima, con 31 miliardi di dollari che rappresentano più della loro giusta quota. Michel ha dichiarato che l'Ue è determinata a sostenere i Paesi, come sta facendo con i Jetp. Il Regno unito ha dichiarato che raggiungerà l'obiettivo precedente di 11,6 miliardi di sterline di finanziamenti per il clima da aprile 2021 a marzo 2026 e ha lanciato un meccanismo di mercato dei capitali Cif (Ccmm) che, a suo dire, potrebbe mobilitare fino a 75 milioni di dollari di capitali per il clima nel prossimo decennio.
La Cina ha dichiarato di aver fornito e mobilitato 177 miliardi di yen (24,5 miliardi di dollari) in fondi per il clima per i Paesi in via di sviluppo dal 2016, e ha invitato i Paesi sviluppati ad aumentare il sostegno finanziario, aspettandosi che alla Cop 29 vengano fissati obiettivi di finanziamento più ambiziosi per dare fiducia. In una conferenza stampa, il ministro canadese Guilbeault ha annunciato una nuova piattaforma di finanziamento per il clima (la Project Gaia Platform) con Seyni Nafo, coordinatore del Fondo globale per il clima e dell'Iniziativa per l'adattamento dell'Africa, con 1,4 miliardi di dollari per finanziare l'adattamento, di cui il 25% destinato specificamente ai Paesi meno sviluppati e ai Sids.
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E i negoziati? Serve più tempo. I nodi da sciogliere sono parecchi. Ieri, l'Ufficio di presidenza ha spostato l’ora di conclusione dei negoziati tre ore avanti, dalle 18:00 alle 21:00.
Ncqg, non benissimo, ma iniziamo a vedere dei numeri. I negoziati sull'Ncqg si sono arenati ed emergono le prime posizioni negoziali. Il gruppo dei G77 (che comprende una lunga lista di Paesi in via di sviluppo, e sono più di 77) ha detto che 1,3 ‘trilioni’ all’anno può essere una soglia accettabile per l’Ncqg. Serve ora una leadership in grado di guidare i Paesi verso compromessi politici. Un primo passo in questo senso potrebbe essere l’inizio del lavoro delle coppie ministeriali, già nominate.
La Cina manda il segnale positivo più forte sulla finanza. Nel suo discorso alla Cop 29, il Vicepremier cinese Ding Xuexiang ha dichiarato che dal 2016, la Cina ha mobilitato volontariamente 24,5 miliardi di dollari per la transizione dei Paesi in via di sviluppo. Ding ha poi aggiunto che i Paesi sviluppati devono assumere impegni economici seri, che corrispondano all'entità della domanda.
Per la prima volta la Cina fa riferimento ai finanziamenti per il clima per i Paesi in via di sviluppo con un approccio da Paese sviluppato e non con la logica della cooperazione Sud-Sud. I 24,5 miliardi di dollari citati da Ding comprendono un'ampia gamma di investimenti da parte delle banche di sviluppo cinesi e di altri attori chiave, e non si tratta quindi di semplice aiuto allo sviluppo. La dichiarazione di Ding riflette la capacità e la volontà della Cina di calcolare i propri contributi finanziari per il clima ai Paesi in via di sviluppo, ponendo i contributi della Cina allo stesso livello – se non superiore – degli sforzi di molti Paesi sviluppati. Una lettura, non nostra, del discorso cinese la trovate qui.
Doni di Dio. Ieri, il presidente dell'Azerbaigian ha fatto un discorso introduttivo, criticato da molti. In sostanza ha detto che l'uso delle risorse naturali (tutte, inclusi i combustibili fossili) sono un “dono di Dio”, legittimando di fatto il loro utilizzo. Ha poi continuato criticando il lavoro di media e società civile. Sui lavori Cop, la presidenza sta ricevendo critiche anche per una certa dose di amatorialità nella conduzione dei lavori sui tavoli negoziali. L’Azerbaijan resta inoltre l’unico Paese della Troika a non aver ancora presentato un Piano di decarbonizzazione (Ndc).
Non solo leader in plenaria. Previsti per oggi:
- un dialogo ad alto livello della Troika (Emirati arabi uniti, Azerbaigian e Brasile);
- un evento ad alto livello sul triplicare l'energia nucleare;
- un vertice dei leader dei piccoli Stati insulari sul cambiamento climatico;
- tavole rotonde sul potenziamento dei finanziamenti per l'adattamento per il raggiungimento dell'obiettivo globale sull'adattamento e sull'abilitazione dei finanziamenti per il clima.
- Il programma completo è qui.
Tagliare le emissioni di metano. Si è svolto ieri un vertice di alto livello sul metano, guidato da Cina e Stati uniti. La lettura americana potete leggerla qui. Noi eravamo in sala, e i nostri highlight li trovate negli approfondimenti, in calce.
Supporto dei Paesi del Mediterraneo al TeraMed. Ieri i rappresentanti di Azerbaigian, Egitto, Italia e Spagna hanno sostenuto l'obiettivo comune di 1 Tw di energia rinnovabile entro il 2030 nella regione del Mediterraneo. I rappresentanti governativi si sono riuniti in occasione di un evento organizzato da una coalizione di organizzazioni raggruppate sotto l'iniziativa TeraMed.
Le dichiarazioni di sostegno:
Orkhan Zeynalov, viceministro dell'Energia dell'Azerbaigian. La presidenza della Cop 29 crede nell'importanza dell'interconnessione regionale e aggiunge che c'è volontà politica per incrementare questo processo a livello globale.
Alessandro Guerri, direttore generale per gli Affari europei, internazionali e la finanza sostenibile, capo delegazione italiana Cop 29, ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, ha lodato l'iniziativa TeraMed, affermando che è perfettamente in linea con il Piano Mattei. Guerri ha aggiunto che uno dei primi test di tale cooperazione potrebbe essere la costruzione della filiera per la produzione di energia eolica off-shore.
Victor Marcos Morell, direttore generale per la pianificazione e il coordinamento energetico presso la segreteria di Stato per l'energia del ministero dell'Energia spagnolo, ha sottolineato che connessioni, reti e stoccaggio sono fondamentali e i governi devono rendere visibile come i cittadini possono beneficiare delle energie rinnovabili.
Giulia Giordano, direttrice della strategia globale e del Mediterraneo di Ecco, ha dichiarato che “TeraMed è un'iniziativa dal basso, nata nel Mediterraneo e progettata da organizzazioni mediterranee per rispondere alle esigenze della regione, con il sostegno dei governi dell’area e di tutti quegli attori che credono in questa visione comune. La nostra regione gode di sole e vento, che possono alimentare non solo la nostra elettricità, ma anche l’economia e la società”.
Fonte copertina: Cop 29