Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
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The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Gli impatti socio-economici connessi alla produzione dell’olio di palma

Un’analisi scientifica della Fondazione Cmcc offre le basi per un dibattito informato sul ruolo della produzione di olio di palma nello sviluppo sostenibile, evidenziando luci e ombre a livello sociale ed economico. 27/7/21

Effetti della diffusione della palma da olio. L’olio di palma è l’olio vegetale più utilizzato al mondo e allo stesso tempo quello più criticato. Il dibattito pubblico e scientifico è per lo più concentrato sulla relazione tra la sua coltivazione e la diminuzione delle superfici delle foreste tropicali avvenuta nei decenni scorsi. L’espansione della palma da olio ha di fatto causato la riduzione di vaste aree di foresta tropicale e il drenaggio di alcune torbiere naturali con conseguenti perdite di significativi stock di carbonio forestali, emissioni di gas serra, perdita di importanti habitat naturali, minacce per la biodiversità e innesco di fenomeni di erosione del suolo. Tuttavia, la crescente attenzione dell’opinione pubblica ha spinto anche i diversi attori della filiera ad avviare una produzione più sostenibile rispetto ai metodi convenzionali e a sviluppare protocolli di certificazione secondo criteri di natura ambientale e socioeconomica. Ma mentre si è discusso degli effetti dell’olio di palma sull’ambiente e sui servizi ecosistemici, quanto si sa invece delle ricadute socio-economiche connesse alla sua produzione?

A questa domanda ha voluto dare una risposta la Fondazione Cmcc (Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici), che ha svolto un’analisi approfondita della letteratura esistente per analizzare le ricadute socio-economiche connesse alla produzione di olio di palma con l’obiettivo di contribuire ad un dibattito più informato e a delineare il possibile contributo della produzione di olio di palma nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 Onu.

Gli impatti positivi. Dal rapporto “Gli aspetti socio-economici connessi alla produzione di olio di palma e il raggiungimento degli SDGs”, presentato il 24 giugno, emerge che la maggior parte degli studi analizzati (82 pubblicazioni scientifiche diffuse tra il 2010 e il 2020) concorda sul fatto che l'olio di palma svolga un ruolo cruciale nel supportare l'economia e il sostentamento delle comunità locali nei Paesi produttori in via di sviluppo, fornendo un contributo alla diminuzione dei tassi di povertà e migliorando l’accesso fisico, sociale ed economico al cibo. E l’incidenza degli impatti positivi sugli indicatori socio-economici cresce via via che si passa ad esaminare pubblicazioni più recenti che fanno riferimento a produzioni sostenibili.

Criticità e standard di certificazione per olio di palma sostenibile. Gli studi esaminati hanno messo in evidenza anche alcune criticità socio-economiche, riconducibili essenzialmente alla parità di genere, alla garanzia di condizioni di lavoro dignitose e alla riduzione delle disuguaglianze. Per affrontare queste criticità, la miglior strategia è quella di sostenere la transizione della filiera dell’olio di palma verso una produzione di impiego esclusivamente sostenibile e l’adozione di standard di certificazione a tutela del Pianeta e delle Persone – ha affermato Giuseppe Allocca, presidente dell’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile - In questo modo sarà possibile sviluppare una maggiore consapevolezza circa la differenza tra olio di palma certificato sostenibile, oggi il 19% della produzione totale, e olio di palma convenzionale.

Il Rapporto individua nel Roundtable on sustainable palm oil (Rspo) lo standard di certificazione globale attualmente più completo ed efficace: prevede operazioni in campo e gestione della filiera nel rispetto delle normative, ad impatto ambientale contenuto, che siano economicamente e socialmente vantaggiose per i lavoratori e le comunità locali. Aggiornati nel 2018, i Principles & Criteria Rspo si fondano su 7 principi e 40 criteri (e relativi indicatori e linee guida) organizzati in tre aree di impatto (Prosperità, Persone e Pianeta).

Olio di palma e Obiettivi di sviluppo sostenibile. I 7 principi Rspo sono stati messi in relazione con gli otto Goal dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite scelti in funzione della loro stretta correlazione con lo sviluppo socio-economico della produzione di olio di palma: Goal 1: Sconfiggere la povertà, Goal 2: Sconfiggere la fame, Goal 3: Salute e benessere, Goal 4: Istruzione di qualità, Goal 5: Parità di genere, Goal 6: Acqua pulita e servizi igienico-sanitari, Goal 8: Lavoro dignitoso e crescita economica, Goal 10: Ridurre le disuguaglianze.

La moltitudine di documenti analizzati fornisce prospettive differenti, a volte anche opposte, mettendo in luce sfumature e sfaccettature variegate per gli otto Goal di riferimento, molti dei quali ovviamente interconnessi tra di loro. Ad esempio, il significativo contributo fornito dalla produzione di olio di palma alla riduzione della povertà (Goal 1) è fortemente interconnesso con la crescita economica (Goal 8), l’aumento della salute e del benessere (Goal 3), la riduzione della malnutrizione (Goal 2) e un’istruzione di qualità (Goal 4), sebbene ciò non sempre corrisponda a condizioni di lavoro dignitoso (Goal 8), miglioramento delle condizioni di genere (Goal 5) e riduzione della disuguaglianza (Goal 10). Inoltre, sono spesso definiti co-benefici della coltivazione sostenibile delle piantagioni di palma da olio l’aumento di un’istruzione di qualità (Goal 4), il miglioramento della salute e del benessere (Goal 3), l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari (Goal 6).

Secondo il Rapporto, questi risultati sottolineano l’importanza di promuovere la produzione sostenibile di olio di palma al fine di prevenire effetti negativi su ambiente e società, e promuovere quelli positivi. Un obiettivo non semplice, dal momento che ciò richiede una preparazione appropriata e condizioni economiche favorevoli soprattutto da parte dei piccoli agricoltori, che rappresentano oltre il 40% della produzione totale.

Produzione mondiale di olio di palma. Oggi, l’olio di palma è l’olio vegetale più utilizzato a livello globale, rappresentando oltre il 35% della produzione, seguito da olio di soia (28%), olio di colza (12%) e olio di girasole (9%) (dati Faostat 2021). La capacità di produzione della palma da olio è pressoché costante durante tutto l’anno con rese in termini di produzione di frutti fino a 10 volte superiori rispetto ad altri oli vegetali di uso comune, generando di conseguenza un risparmio di terreno rispetto ad altre colture simili. La produzione mondiale annua di olio di palma nel 2018 è stata di circa 80 milioni di tonnellate, con un incremento del +55% rispetto alla produzione del 2010, dunque in costante crescita a seguito del costante aumento della domanda di cibo ed energia della popolazione mondiale.

 

Le piantagioni di palma da olio sono diffuse principalmente nel Sud-Est asiatico (Indonesia e Malesia producono l’88% della produzione globale), ma si rileva una crescente diffusione anche in altre aree tropicali, tra cui Thailandia, America centrale e meridionale, e Africa occidentale. In queste aree si registra un crescente miglioramento in termini di possibilità di lavoro e occupazione e di sostentamento economico per le popolazioni che vivono nelle aree di produzione.

 

di Monica Sozzi

 

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martedì 27 luglio 2021

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