Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Disastri naturali legati al clima, dal 1998 danni per 3mila miliardi di dollari

Negli ultimi vent’anni le perdite economiche causate dai disastri climatici sono aumentate del 151%. Nei Paesi più poveri, il rischio di perdite umane ed economiche è sette volte di più alto rispetto ai Paesi ricchi. 25/10/2018

La fotografia scattata dal rapporto dell’Un Office for Disaster Risk Reduction “Economic Losses, Poverty & Disaster 1998-2017” è preoccupante. I cambiamenti climatici stanno causando un drammatico aumento delle perdite economiche. Negli ultimi vent’anni le catastrofi hanno riportato perdite dirette per quasi 3mila miliardi di dollari, più del doppio rispetto al ventennio precedente, con gli eventi meteorologici estremi che causano il 77% delle perdite totali. Un danno non solo economico ma soprattutto umano.
Nello stesso periodo di riferimento, terremoti, tsunami e disastri ambientali in genere, hanno ucciso più di un milione di persone e più di quattro miliardi di persone sono rimaste ferite, senza casa, sfollate o con bisogno di assistenza.
Una situazione insostenibile soprattutto nei Paesi a medio e basso reddito dove, secondo il Rapporto, le persone hanno una probabilità sette volte maggiore di morire a causa di disastri naturali, rispetto a chi vive in Paesi sviluppati.

"E’ necessario ridurre i rischi esistenti e rafforzare la resilienza di persone e nazioni. Se non ci riusciamo sarà molto difficile centrare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile” afferma Ricardo Mena, capo dell'Unisdr.

Le maggiori perdite economiche si registrano negli Stati Uniti, 944,8 miliardi di dollari; Cina, 492,2 miliardi di dollari; Giappone, 376,3 miliardi di dollari; India, 79,5 miliardi di dollari; e Porto Rico, 71,7 miliardi di dollari.
In termini assoluti i Paesi ad alto reddito sopportano i danni economici maggiori ma, rispetto al Pil, sono i paesi a medio e basso reddito a pagare un prezzo più alto.
"Analizzando il Rapporto è chiaro che le perdite economiche dovute a eventi meteorologici estremi sono insostenibili e un freno importante all'eliminazione della povertà nelle aree esposte al rischio” dichiara Mami Mizutori, rappresentante speciale per la riduzione dei disastri del Segretario generale delle Nazioni Unite. "Questo Rapporto evidenzia le tendenze degli ultimi 40 anni. C’è ancora molta strada da fare per affrontare l'alto numero di perdite umane nelle zone ad elevato rischio sismico. La morte e le sofferenze causate dai recenti terremoti e tsunami in Indonesia, sottolineano la necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica e di applicare standard elevati nel settore edilizio per le zone più rischiose”.
Nonostante uno degli obiettivi chiave del Sendai Framework, il primo importante accordo a livello globale dedicato alla riduzione dei rischi da catastrofi, è la riduzione delle perdite economiche causate dai disastri, il Rapporto evidenzia che nel 63% delle segnalazioni di calamità, mancano i dati economici.

Debarati Guha-Sapir, capo del Centro per la ricerca sull’epidemiologia dei disastri, che si è occupato dell’analisi dei dati, ha commentato: "Chiaramente c'è un ampio margine di miglioramento nella raccolta di dati sulle perdite economiche. Il Rapporto evidenzia il divario tra ricchi e poveri. Coloro che soffrono maggiormente dei cambiamenti climatici sono quelli che contribuiscono meno alle emissioni di gas serra. Le perdite economiche subite dai Paesi a basso e medio reddito hanno conseguenze drastiche sul loro sviluppo futuro”.

I cambiamenti climatici stanno aumentando la frequenza e la gravità degli eventi meteorologici estremi. Negli ultimi 20 anni oltre il 90% di tutti i disastri sono rappresentati da inondazioni, tempeste, siccità e altri fenomeni estremi.  

Nel prossimo futuro le ondate di caldo rappresentano la minaccia principale da fronteggiare. Nei prossimi cinque o dieci anni, occorrerà individuare una soluzione efficace al problema.
Se non aumentano gli investimenti nella riduzione del rischio, conclude il Rapporto, i disastri climatici continueranno ad essere i principali ostacoli allo sviluppo sostenibile.

 

di Tommaso Tautonico

giovedì 25 ottobre 2018

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