Approfondimenti
Verso una maggiore tutela dei diritti umani nelle imprese
Presentato il 15 dicembre il primo Piano d’Azione Nazionale per promuovere politiche che garantiscano il rispetto dei diritti umani nelle attività economiche: una misura per accompagnare lo sviluppo economico a maggiore equità.
Gennaio 2017
Nel 2011 il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità i “Principi Guida su Impresa e Diritti Umani”, che costituiscono lo strumento operativo del “Quadro ONU-Proteggere, Rispettare e Rimediare”. L’Unione Europea da una parte, e il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite dall’altra, hanno successivamente chiesto agli Stati membri di sviluppare appositi Piani d’Azione per affrontare e gestire l’attuazione dei Principi.
Lo scorso 15 dicembre, è stato ufficialmente presentato il primo Piano d’Azione Nazionale (PAN) italiano su Impresa e Diritti Umani relativo al quinquennio 2016-2021. Si è trattato del risultato finale di un’articolata attività del Comitato Interministeriale per i Diritti Umani (CIDU) che ha conosciuto momenti di confronto e compartecipazione tra soggetti istituzionali (numerosi Ministeri), ma anche consultazioni con esperti di settore, rappresentanti delle imprese, dei sindacati e delle organizzazioni non governative. E’ stata inoltre tenuta una consultazione pubblica su internet che ha arricchito il Piano di ulteriori contributi provenienti dalla società civile.
L’adozione del Piano, nella sostanza, si traduce in un impegno del nostro Paese a promuovere politiche atte a garantire il rispetto dei diritti umani in tutte le attività di natura economica. D’altra parte, in assenza di politiche coerenti e soprattutto senza una presa di coscienza e contestuale impegno del settore privato per tutelare e sostenere i predetti diritti, lo sviluppo economico non potrà tradursi in maggiore benessere diffuso, giustizia sociale e, in definitiva, equità. L’Italia è peraltro uno dei soli quindici Paesi al mondo che si è finora dotato di un Piano d’Azione Nazionale su Impresa e Diritti Umani.
Nel Piano, una particolare attenzione è posta verso le categorie più vulnerabili, con particolare riferimento a donne, minori, persone con disabilità, migranti e richiedenti asilo, persone appartenenti a minoranze etniche e religiose, persone LGBTI. Tale approccio si iscrive nella più generale, e viepiù sentita, necessità di adoperarsi, in un momento di crisi economica, a favore delle fasce più deboli, ciò in piena sintonia con la filosofia degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile che non solo nel primo obiettivo chiedono di eliminare la povertà, ma che hanno al cuore il ben noto principio “nessuno deve essere lasciato indietro”.
D’altra parte l’attuazione del Piano si iscrive proprio nel quadro del più ampio orizzonte previsto dai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile ed ha nell’Italia un protagonista importante grazie anche al contributo di cui è portatrice la società civile attraverso la pluralità delle sue espressioni. In questo senso il ruolo di tutto rilievo che sta giocando l’ASviS, ruolo riconosciuto anche a livello internazionale come vero esempio – di carattere paradigmatico ed innovatore - della capacità di catalizzare consenso sociale, è un fattore di grande importanza sia per lo stimolo alle Istituzioni sia per lo sviluppo di una necessaria presa di coscienza collettiva su tali delicati e fondamentali temi.
Nel PAN si ritrovano riferimenti praticamente a tutti gli Obiettivi fissati dall’Agenda 2030 ed in particolare è richiamato l’impegno a favorire una maggiore garanzia dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni: economica, sociale ed ambientale. C’è inoltre un invito a promuovere nelle realtà imprenditoriali, (anche in relazione all’aggiornamento della Strategia Nazionale per lo Sviluppo 2030 ed al ruolo del settore privato nella sua attuazione) impegni di natura volontaria sul piano nazionale, regionale ed internazionale per prevenire e compensare potenziali effetti negativi sui diritti umani; conseguire l’ Obiettivo di Sviluppo sostenibile 8 (buona occupazione e crescita economica); incentivare l’uso di indicatori di qualità, sviluppo sostenibile, eguaglianza e genere.
Come affermato dal Presidente Paolo Gentiloni, il Piano d’Azione Nazionale Impresa e Diritti Umani (2016-2021), rappresenta “una sfida di notevole portata che richiede un cambiamento anche di natura culturale”. Il giornalista Elio Silva, che da oltre 20 anni si occupa di economia sociale, in un suo articolo su “Il Sole 24 Ore” dello scorso 28 novembre, ha asserito che “l’abitudine a considerare gli aspetti non finanziari e di sostenibilità del business, sta contagiando e permeando tutte le funzioni aziendali”.
In questo contesto il CIDU guarda con il massimo interesse alla collaborazione con l’ASviS, nella piena consapevolezza che solo attraverso una profonda presa di coscienza dell’importanza di coniugare economia e diritti umani, tanto in Italia che sul piano internazionale, possono discendere positive ricadute in termini di governance globale.