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Buone pratiche territoriali, il Piano per l’uguaglianza di genere della Città di Bologna
Lavoro retribuito e lavoro di cura, violenza di genere e discriminazioni intersezionali tra gli ambiti in cui la Città metropolitana intende impegnarsi nei prossimi anni. 22/7/22
È stato adottato il 13 luglio, a seguito dell’approvazione in Consiglio metropolitano, il Piano per l’uguaglianza di genere della Città metropolitana di Bologna. Il documento è il risultato di un confronto, svoltosi tra dicembre 2021 e giugno 2022, tra amministratori e amministratrici, parti sociali ed economiche, associazioni, cittadine e cittadini. Per fare il punto sulle disuguaglianze in corso e per approfondire la sfida del lavoro delle donne, si sono tenuti a Bologna dibattiti e confronti a cui hanno preso parte, fra le altre, Elena Bonetti, ministra delle Pari opportunità e della famiglia, e Helena Dalli, commissaria europea per l’Uguaglianza. L'ASviS ha partecipato al dibattito con la co-coordinatrice del Gruppo di lavoro del Goal 5 "Parità di genere", Dora Iacobelli. “Il Piano rappresenta una importante buona pratica a livello territoriale in un momento in cui in Italia si sta provando ad imprimere un’accelerazione alle politiche per ridurre l’ancora troppo rilevante gap uomo donna a tutti i livelli sociale, economico, culturale nel nostro Paese”, ha dichiarato Iacobelli.
Il Piano si struttura in cinque ambiti di intervento, individuando miglioramenti, azioni e target da raggiungere: lavoro pagato, lavoro non pagato, contrasto alla violenza di genere, cultura dell’uguaglianza, contrasto alle discriminazioni multiple, additive e intersezionali.
Divari retributivi e congedi per i genitori. L’area metropolitana di Bologna, nel 2021, presentava un tasso di occupazione femminile pari al 64,1%, superiore alla media nazionale che si attesta al 49,4%. Le disuguaglianze sono, tuttavia, evidenti nel gender pay gap, cioè la differenza nella retribuzione lorda oraria percepita dalle donne e quella percepita dagli uomini: nel 2019 il gender pay gap era pari a 8,82% rispetto a una media nazionale del 6,72%. Il lavoro di cura non retribuito, inoltre, è principalmente a carico delle donne: l’Ispettorato del lavoro ha rilevato che nell’80% dei casi sono le donne a dimettersi dal lavoro nei primi tre anni di vita dei figli. Il Piano prevede anche politiche strutturali per distribuire più equamente il carico dei lavori di cura tra uomini e donne.
Violenza di genere. Il Piano punta al raddoppio dei fondi destinati ai Centri antiviolenza su tutto il territorio metropolitano. Riconoscendo le diverse dimensioni che la violenza può assumere (psicologica, fisica, economica e sessuale), intende inoltre promuovere misure per autonomia lavorativa e abitativa, oltre a iniziative di formazione e sensibilizzazione su violenza e disuguaglianze di genere.
Il Piano sottolinea, inoltre, l’intersezionalità delle politiche da attuare, in quanto la parità di genere va considerata in rapporto a tutte le possibili discriminazioni: orientamento sessuale, disabilità, origini etniche, età, condizione sociale ed economica. Sono previste, dunque, azioni rivolte alle comunità migranti, alle persone con disabilità e Lgbtqia+.
I macroambiti individuati dal Piano coincidono con le priorità su cui il Gruppo di lavoro del Goal5 dell’ASviS sta lavorando col supporto degli aderenti e su cui prossimamente produrrà un Position paper. L’Alleanza e il GdL del Goal 5, in particolare nell’ambito del prossimo Festival dello Sviluppo sostenibile, potranno promuovere momenti conoscitivi e di confronto sul Piano tra diverse realtà territoriali.
di Maddalena Binda