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Rete EducAzioni: serve un piano per combattere la povertà educativa con le scuole chiuse
Tra le proposte del network della società civile impegnato sull'educazione, di cui fa parte anche l'ASviS, il ripristino della didattica in presenza per l'infanzia e l'organizzazione di mini-gruppi di apprendimento. 17/03/21
Composta da dieci reti di associazioni della società civile impegnate nella difesa di diritti dei bambini - tra cui l'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile-, la Rete EducAzioni, attraverso un comunicato stampa, si è rivolta alle organizzazioni sindacali e alle associazioni di categoria del mondo scolastico, per chiedere di rivedere con urgenza le norme previste nei Dpcm affinché:
- venga ribadito che anche negli atti e nelle ordinanze regionali la chiusura delle scuole venga ordinata solo nel caso vi sia il parametro di emergenza fissato dal Dpcm dei 250 casi su 100mila abitanti;
- sia meglio precisato che i dirigenti scolastici, pur nel rispetto dell’autonomia, devono sempre assicurare, nella massima misura possibile, la dimensione inclusiva garantendo il diritto alla frequenza in presenza di alunne/i con disabilità e con bisogni educativi speciali, unitamente agli altri compagni che ne hanno i requisiti, magari in piccoli gruppi. Si raccomanda inoltre il coinvolgimento e la corretta informazione nei riguardi delle famiglie di studentesse e studenti con disabilità, troppo spesso lasciate sole in balia degli eventi.
E siano da subito garantiti:
- servizi educativi per la prima infanzia in tutto il territorio nazionale;
- il ripristino della didattica in presenza per le scuole dell’infanzia;
- la possibilità di organizzare, in collaborazione con regioni ed enti locali, mini-gruppi di apprendimento su tutto il territorio nazionale, includendo le/gli alunne/i con disabilità e con bisogni educativi speciali, per garantire l’accesso alla didattica a distanza e la continuità della relazione educativa per studentesse e studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, dentro gli spazi scolastici e nelle aule diffuse, anche con il coinvolgimento del terzo settore e della società civile, di fatto già coinvolti in molti progetti che stanno collaborando con le scuole in questo momento;
- l'elaborazione quanto prima di un piano educativo nazionale per l'Estate con modalità inclusive, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, pubblici, di terzo settore e dell’associazionismo civile.