Buone pratiche sul Goal 11
Web series “Architutto…In green”, perché un settore che non comunica al grande pubblico è un settore miope
Un intrattenimento tecnico, informativo e di sensibilizzazione attraverso un percorso narrativo degli argomenti riguardanti l’edilizia sostenibile, gli edifici nZEB, la bioarchitettura, le case passive, l’utilizzo di materiali edili naturali e la salubrità indoor.
di Gianni Terenzi, architetto, progettazione comun
22 aprile 2022
“Architutto” perché l’architetto che è in me si sposa in ogni momento con il comunicatore e il divulgatore e “in green” perché oggi non si può fare architettura o edilizia che non sia sostenibile, attenta all’efficienza energetica e ai materiali edili naturali. Non si possono ignorare le certificazioni di prodotto e la circolarità dei materiali stessi. Non è più possibile progettare e costruire senza l’attenzione alla salubrità e senza voler costruire una casa sana.
Sono Gianni Terenzi, un “bioarchitetto”, esperto in edifici nZEB (nearly zero energy building) e in salubrità indoor, anche se la bioedilizia o la bioarchitettura non esistono, esiste solo il buon costruire.
Non è solamente una questione di normativa nZEB o di Kw/h e di efficientamento energetico, ma proprio di qualità dell’abitare, di abitare e vivere sano, creando il minor impatto possibile sull’ambiente, avendo come obiettivo il comfort abitativo interno e la qualità dei materiali utilizzati che non devono necessariamente derivare dalla petrolchimica.
Ho creato questa serie di video perché non esiste uno strumento capace di “intrattenere” raccontando temi tecnici. Perché tutta la filiera deve essere informata e formata, i tecnici così come le imprese e gli utenti finali, non basta più solo la sensibilizzazione. È un cambio di paradigma necessario. Mi è stato quasi richiesto dai tecnici stessi che, durante le conferenze a cui ho partecipato e mentre raccontavo della mia esperienza televisiva con i format Rai, mi sottolineavano il fatto che adesso sarebbe ancora più importante e utile far vedere cosa e come si può costruire in maniera completamente diversa e cosa di buono è stato già stato fatto nel nostro Paese.
La responsabilità di raccontare questo cambiamento in essere, avendo gli strumenti del “narratore”, grazie al mio passato sulle scene e in tv, mi ha sempre spinto a comunicare il “green” al più ampio pubblico possibile, nella maniera più coinvolgente e riconoscibile.
Ho iniziato più di 15 anni fa creando i format televisivi prodotti da Rai Educational e dal ministero dell’Ambiente e andati in onda su Rai 1 e Rai 3 dove ho girato il mondo per più di tre anni andando a raccontare, come autore e conduttore, le migliori pratiche della trasformazione green dell’abitare e della sostenibilità ambientale. “S.O.S.tenibilità”, con cui ho vinto il premio Aretè come miglior programma di comunicazione sociale e responsabile della televisione italiana e “La mia BioCasa” dove ho trasformato una abitazione tradizionale nel più green possibile.
Un viaggio di conoscenza dove ho avuto anche la fortuna di stare accanto ai più grandi maestri dell’architettura contemporanea che sono stati per me un’impagabile fonte d’ispirazione (Renzo Piano, Arata Isozaki, Paolo Soleri, Balkrishna Doshi, Thomas Herzog, Paulo Mendes da Rocha e Mario Cucinella).
Oggi finisco quasi sempre i miei video del canale YouTube “Architutto in Green” con questa domanda/provocazione: “…e voi continuate a costruire in maniera tradizionale?”
Da progettista ho iniziato il mio percorso green realizzando asili nido bio, dove ho sempre utilizzato materiali esclusivamente naturali sia per la componente edilizia sia per la scelta delle finiture e per gli arredi. Tutte le superfici destinate a venire a contatto con i bambini sono state pensate e realizzate con materie prime vegetali e minerali, totalmente esenti da solventi petrolchimici, resine acriliche e viniliche. Una grande esperienza che mi ha portato poi ad approcciarmi all’abitare in modo diverso, lavorando molto sulla scelta degli ingredienti della ricetta della “torta” e non solo sul cake design.
Da tecnico a divulgatore il passo è stato breve perché sono da sempre convinto che tutta la filiera debba essere informata, formata e sensibilizzata. Se il mio committente non è informato su questi temi, io architetto posso proporgli tante cose ma lui mi chiederà sempre “quanto costa?” e così anche le imprese quando gli propongo, ad esempio, di utilizzare il biomattone in calce e canapa (che ho utilizzato per la prima volta nel Lazio per due residenze nZEB a Zagarolo, un materiale per tamponamento che combina proprietà di isolamento, traspirabilità e massa termica) invece di una stratigrafia tradizionale, la prima domanda è “quanto costa?” e la seconda “mai usato, così aumentano i costi delle ore/uomo”, invece è assolutamente il contrario! Per non parlare poi dell’inquinamento indoor utilizzando materiali tradizionali o di quanto i materiali naturali e certificati aiutino il comfort ambientale. Per gli architetti tutto questo dovrebbe essere una grande chance. L’obiettivo del mio modo di comunicare questi argomenti a tutti, è proprio quello di far arrivare tali informazioni al più vasto pubblico possibile e non solo in modo prettamente didattico, il più delle volte noioso e senza appeal, ma anzi intrattenendo e raccontando che…si può fare!
Fondamentale poi è porre l’attenzione sulle sostanze inquinanti presenti nelle nostre case, sui Voc (Componenti organici volatili), sulla salubrità ambientale interna e sulla qualità dell’aria sui materiali edili naturali, basso emissivi; è necessario, perché l’edilizia non è solo design e belle forme e il 95% delle sostanze inquinanti che respiriamo si trova in casa e molti dei nostri malesseri quotidiani derivano proprio dall’inquinamento indoor e molti si trasformano poi in sindrome da edificio malato.
E non sono solo gli arredi e le nostre abitudini che possono inquinare l’aria domestica, come si pensa di solito e che possiamo stimare in circa un 20%, ma è soprattutto l’involucro, la nostra terza pelle (la seconda sono gli abiti che indossiamo), che può incidere addirittura per un 80% nell’inquinamento indoor perché si sviluppa in quantità elevate di mq e noi passiamo il 90% della nostra vita all’interno degli spazi confinati e possiamo dire che l’ambiente interno con la sua concentrazione di inquinanti ha un rapporto addirittura di 5 a 1 rispetto all’esterno, cioè internamente risulta un inquinamento 5 volte superiore all’esterno.
Nella serie “Architutto…in Green” andremo a scoprire materiali naturali e basso emissivi che aiutano a sanificare e rendere salubre la nostra casa oltre ad efficientarla (invece di utilizzare materiali provenienti da sintesi chimica), come la lana di pecora o la fibra di legno come isolante, il biomattone in calce e canapa che fa anche da massa termica, le tamponature in paglia e lolla di riso, o il sughero tostato che addirittura come legante e collante naturale ha la suberina che è uno zucchero che produce naturalmente ad alte temperature (a differenza del sughero biondo che può avere dei leganti sintetici); oppure le pitture a base di latte e tuorlo d’uovo o l’argilla che può essere utilizzata come intonaco e finitura e che assorbe naturalmente i Voc e il vapore acqueo causa di muffe e che fa lo stesso lavoro delle piante.
L’argilla è un materiale antico che sta tornando in auge. L´utilizzo dell´argilla per la finitura interna è una vera e propria soluzione tecnica che unisce le note qualità di salubrità ambientale ad una sempre più spinta qualità di design.
Compito dei tecnici, ma anche dei committenti, è quello di saper e voler selezionare i materiali che entreranno in cantiere e che faranno parte della costruzione delle nostre case e riconoscerne le certificazioni, in modo da costruire in modo sano ma poi saper dimostrare la qualità degli interventi con sistemi di misurazione e certificazioni di salubrità presenti sul mercato.
Come possiamo difenderci dalle produzioni nocive dentro casa?
Per prima cosa aprendo le finestre e facendo arieggiare i locali, poi abbassando la temperatura anche solo di un grado aiuta, utilizzare piante che assorbono, rimuovere assolutamente l’insalubre e applicare materiali naturali e basso emissivi, e poi quel che rimane andarlo a controllare con una ventilazione meccanica controllata che ci permette di purificare l’aria interna.
Oltre alle polveri sottili che possono essere presenti e le muffe e batteri, i Voc in grandi quantità possono essere davvero pericolosi e le emissioni possono nascondersi ad esempio in additivi, colle e conservanti presenti negli isolanti (stirene), nei prodotti antitarlo o antifiamma delle travi o coperture (toluene), negli additivi per intonaci, stucchi e rasature (benzene e formaldeide), nelle colle e vernici per pavimenti, negli additivi, siliconi e resine per massetti (formaldeide), nei siliconi per gli infissi. C’è addirittura un quadro sintomatologico definito come sindrome da edificio malato che ha effetti su molte persone che vivono all’interno di edifici residenziali e lavorativi. Il Ministero della Salute segnala che alcuni studi, condotti su uffici e altri edifici pubblici in diversi Paesi, hanno rivelato una frequenza di tali disturbi tra gli occupanti compresa tra il 15% e il 50% della popolazione. In Italia già da molti anni sono riportati episodi significativi di questa sindrome.
Contare quindi su sistemi di certificazione della qualità dell’aria indoor è necessario per tutelare le esigenze di una committente che ha bisogno di vivere in una casa in grado di tutelare al meglio la sua salute.
L’obiettivo finale è quello di poter tornare a fare format televisivi in modo da amplificare ancora di più questi temi che ormai sono sulla bocca di tutti e i temi dell’efficientamento energetico, che, anche grazie al Superbonus, sono esplosi…finalmente direi.
E così come un buon architetto dovrebbe progettare più per il suo cliente che per se stesso, così funziona anche nel veicolare le tematiche e i contenuti nel miglior modo e fruibile per tutti.
Visto il mio passato da attore di teatro faccio mia una frase del monologo Novecento di Baricco:
“…non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”,
ecco, la mia buona storia è il raccontare il nuovo modo di approcciarsi alla realizzazione e riqualificazione di edifici e poterlo raccontare a chi ha voglia di abitare in modo sano e sostenibile.
E voi continuate a costruire in maniera tradizionale? ...è roba vecchia!
Architetto Gianni Terenzi
progettazione comunicazione
Consulente tecnico efficienza energetica per l'Ordine degli Architetti di Roma e Provincia
Tecnico ufficiale certificazione qualità dell'aria interna Bio-Safe
Fonte foto di copertina: nexusplexus/123rf