Cop 29
21 novembre, abbiamo una bozza, ma siamo lontani da un accordo
La conferenza è arrivata al suo penultimo giorno di lavori, in cui si parlerà di natura e biodiversità, popolazioni indigene, parità di genere, eguaglianza, oceani e zone costiere.
È arrivata la tanto attesa bozza di testo sul nuovo Obiettivo di finanza climatica (Ncqg). All’alba – di Baku – è stata pubblicata la prima versione pubblica. La potete scaricare qui.
Siamo passati da 25 a 10 pagine, ed è quindi un testo più snello su cui le Parti possono lavorare. Ci sono però ancora molte parentesi ovvero – nel linguaggio negoziale, le diverse opzioni di testo proposte. I lavori tecnici sono terminati, spetta quindi ai ministri e alla presidenza trovare una quadra.
Non ci sono opzioni di compromesso, ma una ripetizione delle posizioni già note. E mancano i numeri. Sembra che la presidenza abbia deciso di ricercare un compromesso dietro le quinte. La prossima bozza, con un’opzione ponte è attesa nel pomeriggio o in serata. Nella plenaria di ieri mattina la presidenza ha ribadito la volontà di voler procedere spediti, puntando ad una conclusione dei lavori entro domani, venerdì. Non ci crede quasi nessuno.
Cosa accadrà nelle prossime 36 ore. Su Ncqg si cerca un’opzione “ponte” di compromesso.
Dalla cipolla alla scala. Nella prima settimana della Cop non si faceva altro che parlare di cipolla, ovvero di un grafico che raffigurava la complessità della struttura dell’Ncqg. A strati, come una cipolla, appunto. Ora siamo passati alla scala. Che comunque si basa sui dati di questo rapporto.
Non aspettiamoci una “cover decision”. I testi negoziali sono molti, tecnici e piuttosto complessi. Per questo, in genere, al termine di un Cop le Parti scrivono un testo, chiamato ‘Cover decision’ nel quale emergono le decisioni più importanti e significative. Lo si descrive spesso come il testo più politico della Cop. Lo scorso anno non c’è stato, poiché il Global stocktake di fatto, vista la sua ampiezza, era esso stesso una cover decision. Quest’anno sembra che l’unico testo rilevante al quale i media potranno dare eco è quello sul negoziato Ncqg. Ma solo perché è il più citato e atteso. Il rischio? Parlare solo di finanza e non di mitigazione. Ovvero, non trovare una riconferma della volontà di uscire dalle fonti fossili.
Adattamento. Servono progressi significativi sull’Obiettivo globale sull’adattamento (Gga). In particolare, maggior ambizione sui fondi per l'adattamento. Ambizione che potrebbe arrivare sia da riferimenti specifici nel dibatto su Ncqg sia attraverso impegni economici concreti per il Fondo per l'adattamento.
Programma di lavoro sulla mitigazione (Mwp): le Parti dovrebbero partire dal Global stocktake dello scorso anno, riaffermando elementi chiave come gli Ndc allineati a 1,5°C, l'attuazione dell'impegno per le reti e lo stoccaggio e, soprattutto, l’uscita dai combustibili fossili, triplicando le energie rinnovabili e raddoppiando gli impegni per l'efficienza energetica. La mitigazione sarà la parte sacrificata di questa Cop?
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Articolo 6. le Parti dovrebbero garantire che il testo dell'articolo 6.2 assicuri una solida rendicontazione sui crediti di carbonio, chiarendo cosa conta come rimozione permanente. Importante anche sostenere l'ulteriore lavoro dell'organo di vigilanza dell'articolo 6.4.
Siamo arrivati al penultimo giorno. Con oggi terminano gli eventi nei padiglioni. Questa giornata è dedicata a natura e biodiversità, popolazioni indigene, parità di genere, eguaglianza, oceani e zone costiere. Già ieri i lunghi corridoi che collegano i punti nevralgici della Cop iniziavano ad essere meno affollati. Da domani il lavoro è solo per i negoziatori, i giornalisti, e gli esperti della società civile che spingeranno per un risultato capace di mantenere la traiettoria verso il contenimento della temperatura media globale entro 1,5°C.
Sulla parità di genere. La comunità internazionale ha riconosciuto l’importanza del legame tra parità di genere e clima già alla Cop 18 di Doha, dove è stata introdotta, per la prima volta nella storia delle conferenze Onu, una giornata dedicata. Gli impatti dei cambiamenti climatici amplificano le disuguaglianze sociali, economiche e di genere, evidenziando l'urgente necessità di dedicare maggiori risorse finanziarie e attenzione politica alle questioni di inclusività e resilienza. Abbiamo scritto un articolo di approfondimento su questo, lo trovate qui.
Parità di genere nel negoziato. Le Parti devono garantire che non ci siano passi indietro sul linguaggio precedentemente concordato in materia di diritti umani. A Baku serve garantire che quanto fatto con il Programma di lavoro di Lima sulle questioni di genere e sul clima possa continuare, con un nuovo Piano d'azione per le questioni di genere da adottare alla Cop 30.
Iniziativa globale per l'integrità dell'informazione sui cambiamenti climatici. In una mossa storica, il Brasile, insieme alle Nazioni unite e all'Unesco, ha lanciato questa iniziativa in occasione del Vertice del G20. L'iniziativa mira ad affrontare la crescente disinformazione sul clima, un tema centrale per la qualità del dibattito democratico e politico. Si tratta del primo sforzo multilaterale guidato dai Governi per combattere la disinformazione sul clima, che segna una nuova era di cooperazione internazionale. Questa iniziativa ha il potenziale per guidare un cambiamento significativo e aumentare la pressione sulle piattaforme digitali, le società di pubbliche relazioni e l'industria pubblicitaria per migliorare le loro pratiche alla Cop 30 e negli a venire.
Appello per il no al carbone. 25 Paesi e l'Ue hanno annunciato mercoledì la loro intenzione di presentare piani climatici nazionali che non prevedano l'uso di nuovo carbone nei loro sistemi energetici e hanno invitato gli altri a fare lo stesso, ponendo fine allo sviluppo di nuove centrali a carbone in vista della Cop 30. L'elenco completo dei firmatari comprende Angola, Austria, Australia, Belgio, Canada, Colombia, Cipro, Danimarca, Repubblica Ceca, Repubblica Dominicana, Etiopia, Francia, Germania, Italia, Malta, Marocco, Norvegia, Paesi Bassi, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Uganda, Regno Unito, Uruguay, Vanuatu e Ue.
G20, parla Lula. Aprendo l'ultima sessione del vertice del G20, Lula ha detto che vorrebbe che i Paesi anticipassero i loro obiettivi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2040 o il 2045, invece del 2050. “Dobbiamo fare di più e meglio”, le sue parole.
Fonte copertina: Cop 29