Vaudo: “Mai dire alle bambine ‘la matematica non fa per te’. Così si costruisce la parità”
Giornata internazionale della donna, la parola a Ersilia Vaudo (Esa e Il cielo itinerante): “Alle giovani insegniamo l’importanza dell’errore, tappa fondamentale nel processo educativo”. 7/3/2025
“Non c’è nessuna differenza cognitiva tra maschi e femmine eppure già dalle elementari comincia ad alzarsi un muro d'ansia tra le bambine e la matematica. Non possiamo poi stupirci se all’università non scelgono ingegneria o fisica”.
Dal suo ufficio a Parigi Ersilia Vaudo Scarpetta, astrofisica a capo del Diversity officer dell’Esa, una vita dedicata alla promozione dell'inclusione femminile nelle discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), è perentoria. In 30 anni di carriera tra Europa e Stati Uniti, ha ricoperto ruoli strategici chiave ed è stata insignita di diversi premi per la sua attività di divulgazione e inclusione sociale. Dal 2023 è membro del comitato scientifico ASviS, impegnata sul raggiungimento del Goal 4 "Istruzione di qualità" e del Goal 5 "Parità di genere" dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Dottoressa Vaudo, che periodo è per il settore spaziale e per le donne che si affacciano a carriere professionali come la sua, basate su discipline Stem?
Il settore spaziale ha acquisito una rilevanza crescente, andando ben oltre l’esplorazione scientifica, fino a divenire un ambito dove si definiscono anche equilibri geopolitici. Telecomunicazioni, navigazione, possibilità di monitorare e avere un impatto sul cambiamento climatico: oggi lo spazio è un’infrastruttura imprescindibile per la nostra vita e per far fronte alle sfide di domani. Un settore dunque estremamente attrattivo anche per le giovani donne, cui si richiedono competenze che vanno dall'ingegneria alla diplomazia, dalla sicurezza informatica all'economia spaziale. In Italia, dove abbiamo una tradizione di eccellenza spaziale già dagli anni ‘60, il Politecnico di Milano ha visto il più grande aumento nel minor tempo proprio delle iscritte al corso di ingegneria aerospaziale grazie anche all’ottimo operato della rettrice Donatella Sciuto. Rispetto alle posizioni lavorative che si aprono all'ESA, la quota di domande da parte di ragazzi e ragazze italiani, sul totale dei 23 Paesi membri, è intorno al 30%, di cui circa il 40% donne.
Direbbe dunque che è già in atto un progressivo riequilibramento della presenza femminile nelle materie Stem?
Si fa presto a dire Stem. Le difficoltà non sono tanto nella porzione delle scienze della vita o della medicina, dove c'è una significativa presenza femminile, ma piuttosto nelle materie ad alta intensità di matematica, come ingegneria, fisica o informatica. Questo perché già dalle scuole primarie le bambine cominciano ad allontanarsi dalla matematica, nella generale convinzione di “non essere portate”, nonostante non esista alcuna differenza cognitiva tra bambini e bambine. Secondo l’indagine Pisa dell’OCSE, sugli 80 Paesi considerati, l'Italia occupa l'ultimo posto nel divario di competenze in matematica tra ragazzi e ragazze. Prima di noi vengono il Costa Rica e la Colombia, per intenderci.
Come si può contrastare e prevenire questa difficoltà e incoraggiare le ragazze a intraprendere studi Stem?
Bisogna affrontare il problema fin dall'infanzia, mantenendo le bambine coinvolte nella matematica e nelle scienze lungo tutto il percorso educativo. Un'alleanza tra genitori e insegnanti, per non sentire mai più frasi come “sua figlia non è portata”. La matematica dovrebbe essere insegnata in modo innovativo, esperienziale, con il piacere di capire che cosa vuol dire, cosa c'è dietro una formula o un’operazione. I bambini sono tutti esploratori, bisogna offrire loro il piacere di scoprire il mondo dei numeri, anche attraverso le mani, con metodi basati sulle neuroscienze. La valorizzazione dell'errore deve essere parte integrante dell'apprendimento poiché ogni errore è una tappa fondamentale nel processo educativo. Le ragazze invece, per quanto capaci, hanno più paura di buttarsi, sbagliare e riprovare, perché temono maggiorante il giudizio esterno. Non si tratta di "essere portate" ma di avere le giuste condizioni per crescere in un contesto che non le scoraggi. Se non si offre alle ragazze la possibilità di sviluppare un rapporto positivo con la matematica, non ci si può aspettare che siano motivate a intraprendere studi Stem.
Quanto influisce l'esposizione a modelli positivi, come ad esempio Samantha Cristoforetti, nella scelta delle ragazze di intraprendere una carriera spaziale?
La dottoressa Cristoforetti è sicuramente uno straordinario modello, non solo per i suoi successi ma anche per il suo impegno nella promozione della scienza e della tecnologia tra i giovani. Una grande visibilità che le ha permesso di mostrare in concreto che non esistono carriere inaccessibili. Un modello anche per le bambine, con numerosi progetti quali la Barbie Samantha, lontana dagli stereotipi, ma piuttosto un gioco per creare un immaginario che permetta alle bambine di proiettarsi in una possibile carriera spaziale. Ribadisco però: i modelli positivi certamente servono ma se non si mantengono le ragazze dentro il linguaggio della matematica a partire dalle elementari, i modelli da soli non bastano.
Con l’associazione italiana non-profit "Il cielo itinerante", di cui è co-fondatrice e presidente, dal 2021 “porta il cielo dove non arriva”, ovvero scienza e astronomia nei contesti sociali più difficili, raggiungendo anche i bambini di aree a rischio. Che interesse vede in questi bambini e bambine?
Il coinvolgimento è altissimo e non c'è distinzione nel desiderio di apprendere tra maschi e femmine. Andiamo con un pulmino nelle zone di disagio socioeconomico e ad oggi siamo stati in 80 Comuni, incontrando oltre 4mila bambini e bambine, nella convinzione che osservare gli anelli di Saturno col telescopio, costruire un razzo o “cucinare una cometa” siano esperienze che possono muovere qualcosa di grande dentro di loro, stimolando curiosità ed entusiasmo per la scienza. L'inclusione sociale è fondamentale: le statistiche ci dicono che chi viene da situazioni economiche più difficili ha sette volte meno possibilità di raggiungere gli stessi risultati di chi viene da un contesto sociale medio, con ricadute socioeconomiche su opportunità di carriera e guadagni.
Le discipline Stem sono infatti cruciali per il futuro economico poiché aprono a professioni più richieste e meglio retribuite. Secondo il World Economic Forum, ci vorranno cinque generazioni per raggiungere la parità economica di genere ma, senza una maggiore partecipazione femminile nelle Stem, la parità rimarrà una sfida difficile da vincere.
Che peso ha l'attuale contesto geopolitico sulla cooperazione internazionale nel settore spaziale?
La cooperazione è sempre stata una caratteristica fondamentale del settore spaziale. Nonostante le difficoltà geopolitiche, le grandi imprese scientifiche spaziali richiedono ancora una collaborazione multilaterale. Ad esempio, la missione Artemis, che prevede il ritorno degli esseri umani sulla Luna, è frutto di una cooperazione internazionale che coinvolge Stati Uniti, Canada, Esa e altri Paesi. Sebbene il contesto geopolitico possa evolvere, il settore spaziale continua a puntare sulla cooperazione per portare avanti progetti che da soli i singoli Paesi non potrebbero realizzare. L’unità e la collaborazione rimangono essenziali per il progresso scientifico nello spazio.
Come valuta la missione che a breve partirà in cui per la prima volta sei donne - famose e influenti – saranno le uniche componenti dell’equipaggio spaziale?
Tutto ciò che contribuisce a generare interesse per lo spazio fa bene allo spazio. Spero che un giorno una maggiore inclusione delle donne nell’avventura spaziale non sia più considerata una notizia ma una parte imprescindibile del futuro che stiamo costruendo.
di Elis Viettone
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