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Il portavoce ASviS: riconvertire subito 19 miliardi di sussidi dannosi per l’ambiente
Fare scelte coerenti con i programmi Ue, inserire lo sviluppo sostenibile in Costituzione e creare un centro di studi sul futuro. Invitato dal gruppo parlamentare M5S, Giovannini ha illustrato le priorità dalle quali ripartire. 27/11/20
“Non possiamo sperare di usare i 77 miliardi, la percentuale riservata alla transizione ecologica dal Next Generation Eu e poi continuare a spendere 19 miliardi all’anno in sussidi dannosi per l’ambiente. Queste due cose non stanno insieme”, ha affermato il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini, invitato a intervenire al webinar Generazione Energia. Ecologia, Economia, Equità per un nuovo modello di progresso, organizzato dal gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle. Infatti, secondo Giovannini, la coerenza delle politiche è un requisito necessario per la transizione verso un’economia verde. In questo quadro occorre dunque riconvertire immediatamente i sussidi dannosi in aiuti a favore di scelte più sostenibili. Anche perché i 77 miliardi promessi dall’Europa “non basteranno”. Tuttavia, “nella Legge di bilancio in discussione alla Camera ci sta solo un miliardo di taglio a partire dal 2023”, in un momento nel quale il prezzo del petrolio è crollato, favorendo già chi consuma prodotti petroliferi. Questa incoerenza nella gestione dei sussidi, oltre che danneggiare l’Italia, rischia di far peggiorare i rapporti con quei partner europei che non volevano la creazione del fondo europeo e che vedrebbero gli aiuti comunitari usati per obiettivi non sostenibili.
Non solo: l’insufficienza del nostro intervento politico nella gestione delle questioni ambientali rispetto allo sforzo che stanno compiendo gli altri Paesi dell’Unione potrebbe generare attriti tra l’Italia e gli altri 27 Paesi membri. “Il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima che il governo Conte 1 aveva preparato e che il governo Conte 2 ha rivisto, non è adeguato ai nuovi obiettivi europei. Anche perché la realtà cambia continuamente”, ha ricordato il portavoce dell’ASviS. Un ritardo che rischiamo di accumulare anche nella elaborazione del “Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
I ritardi, tuttavia, non si limitano alla gestione dei fondi pubblici in un’ottica di sostenibilità. “Quasi tutte le forze politiche, eccetto Lega e Fratelli d’Italia, si erano impegnate prima delle ultime elezioni a inserire il principio dello sviluppo sostenibile nella Costituzione”, accettando la proposta dell’Alleanza. Un principio ribadito anche nel Rapporto che l’ASviS elabora ogni anno. Ora, ha insistito Giovannini, “si tratta di passare dalle parole ai fatti” votando la proposta depositata in Parlamento. “Il Movimento 5 stelle potrebbe spingere in questa direzione” così come il premier Conte, che spesso si è speso in favore di questa possibilità durante dibattiti e interviste.
Ma se a livello macroeconomico occorre fare di più, a livello microeconomico occorre sostenere “un cambio di paradigma per un capitalismo più responsabile”, anche con interventi normativi. È il caso della rendicontazione non finanziaria delle aziende, uno strumento che permette di misurare l’impatto della produzione sull’ambiente sociale e naturale nel quale opera l’impresa. “Il Governo Renzi nel 2016 fece l’errore di attuare la direttiva europea limitando quest’obbligo a poche grandi aziende. Con la Legge di bilancio ora in discussione, si deve estendere quest’obbligo, come hanno fatto molti altri Paesi europei, anche alle medie imprese. Sarebbe una rivoluzione”, ha spiegato alla platea connessa via web.
In questo quadro, dunque, è fondamentale dotare il sistema Paese di un nuovo modello di governance e di nuovi strumenti, anche alla luce della pandemia in corso. “Se avessimo avuto a disposizione, come chiediamo da circa due anni, un Istituto pubblico di studi strategici sul futuro, la stesura del Piano di ripresa e resilienza da parte del governo sarebbe stata più semplice”. Come ha ricordato Giovannini ai microfoni della giornalista di Skytg24 Daria Paoletti che ha moderato l’incontro, “il futuro va affrontato. Noi crediamo che il nostro Paese debba dotarsi di questo strumento per sostenere il Governo e il Parlamento ad andare in questa direzione”.
di William Valentini