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Il percorso che ha portato alla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile 2022
Si tratta di un aggiornamento della Snsvs2017. Tra le novità l’area dedicata ai “vettori di sostenibilità”. Fondamentale diffondere cultura sostenibile nel Paese, serve coerenza tra politiche e pieno supporto dei territori. 22/6/22
È stato descritto il 21 giugno, nel corso della Conferenza nazionale per lo sviluppo sostenibile di Castelporziano (Roma), come è stata costruita la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (Snsvs), che deve ancora essere formalmente approvata. Un piccolo estratto - che descrive cosa si era fatto negli ultimi cinque anni sullo sviluppo sostenibile - era contenuto nella Voluntary national review (Vnr) inviata all’Onu dal Governo per l’High-level political forum.
La Conferenza ha dunque raccontato il percorso che ha portato all’aggiornamento di questo importante documento (l’ultima Strategia risaliva al 2017), e ha avviato il dibattito sulle nuove forme di collaborazione da mettere in campo per dare piena attuazione alla Snsvs.
Promossa dal ministero della Transizione ecologica e organizzata insieme al Forum per lo Sviluppo Sostenibile, che include circa 200 organizzazioni della società civile e degli attori non statali e di cui l’ASviS è parte, la Conferenza ha rappresentato un momento di incontro tra tutti gli attori, istituzionali e non, che spingono per la creazione di un Paese più giusto, equo e sostenibile.
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Come è articolata la nuova Snsvs
La Strategia è stata descritta durante la prima sessione di giornata dedicata al “percorso dell’Italia verso la sostenibilità”. Come detto, si tratta di un documento fondamentale dato che costituisce il quadro di riferimento nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo ambientale e territoriale e rappresenta lo strumento scelto dal Governo per il coordinamento dell’attuazione dell’Agenda 2030 in Italia.
Le parole chiave che emergono sono integrazione, universalità, inclusione e trasformazione. La Strategia cerca di rispondere alla domanda di complessità che arriva dal mondo reale, un elemento che “non deve scoraggiare ma incentivare ad agire in modo sistemico. La Strategia fornisce strumenti operativi per districarsi su questo, offrendo un percorso da seguire che porta alla sostenibilità che si raggiunge solo se lavoriamo tutti insieme”.
L’esortazione è arrivata da Silvia Grandi (direttore generale per l’economia circolare, ministero della Transizione ecologica) in apertura del panel, che poi ha aggiunto: “negli ultimi anni c’è stata una crescita nella diffusione del termine sviluppo sostenibile tra la popolazione. La Snsvs che si inserisce in questo contesto deve essere dunque una bussola con diversi livelli di dettaglio, articolati sulle famose cinque P”. Si tratta di Persone, Pianeta, Pace, Prosperità e Partnership.
A queste è stata aggiunta una ulteriore area, “i vettori di sostenibilità”, spiegati dall’intervento di Mara Cossu (coordinatore div. 4, direzione generale per l’economia circolare, ministero della Transizione ecologica): “La nuova Strategia individua un ‘sistema di vettori sostenibilità’. Il primo, a cui si collega il programma d’azione nazionale, è dedicato alla coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile dove è presente il tema della visione e della costruzione del futuro, insieme a quello della valutazione delle politiche pubbliche e a quello del monitoraggio. La Strategia infatti contiene una revisione degli indicatori rispetto ai quadri strategici di programmazione principali, e cioè il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Piano per la transizione ecologica, gli accordi di partenariato per le politiche di coesione, il Bes incluso nel Documento di economia e finanza. Obiettivo è quello di costruire e avere un nucleo minimo, perfettibile, di indicatori in grado di tracciare il progresso che le politiche pubbliche in Italia riescono a portare”.
“Il secondo vettore”, ha proseguito Cossu, “è quello dedicato alla cultura per la sostenibilità. Dentro di sé ha i temi dell’educazione e della formazione, dell’informazione e della comunicazione. Uno degli elementi più deboli della Strategia del 2017 era proprio quello legato ai temi comunicativi, su questo ci sarà un grandissimo lavoro da fare. L’ultimo vettore è quello legato alla partecipazione per lo sviluppo sostenibile. Oltre a rispondere alla domanda ‘Come proseguire con il Forum per lo sviluppo sostenibile?’ porta con sé anche il tema della collaborazione e dei partenariati con le istituzione e tra le istituzioni”.
I Vettori di sostenibilità nella Snsvs e gli ambiti di azione in cui sono articolati. Fonte: Mite
Completano la Strategia tre allegati: il primo è il Programma d’azione nazionale sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, il secondo focalizzato sul nuovo regolamento del Forum per lo sviluppo sostenibile, il terzo è la Vnr inviata all’Onu.
Va ricordato che questa Strategia rappresenta un aggiornamento di quella del 2017. Il Governo ha lavorato per renderla più definita e “armonizzata” alle tante e diverse iniziative avviate nel Paese sul tema “per supportare la costruzione di quadri di sostenibilità per il coordinamento delle politiche pubbliche a livello locale e territoriale; per ricostruire il sistema dei vettori di sostenibilità in modo da individuare traiettorie di lavoro comuni; per rafforzare la collaborazione con istituzioni centrali e territoriali; e per consolidare il ruolo svolto dal Forum per lo sviluppo sostenibile”.
L’attuazione dell’Agenda 2030 nei territori resta il fulcro e la spina dorsale della Strategia, che deve dunque essere recepita e integrata nelle politiche locali.
Durante il panel si è inoltre parlato dell’importanza dell’informazione statistica, della comparabilità dei dati e della creazione di un linguaggio comune per trasmettere informazioni scientifiche: “dobbiamo calare sulla realtà uno sguardo statistico, bisogna diffondere consapevolezza sul pensiero statistico per incentivare il cambiamento”, ha ricordato Monica Pratesi (capo dipartimento per la produzione statistica dell’Istat).
L’intervento dell’ASviS
L’evento è proseguito con la sessione “la sostenibilità come metodo di lavoro” finalizzata ad attivare un confronto tra attori istituzionali e non statali su temi rilevanti per l’attuazione della nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Durante questo panel è intervenuto per l’ASviS – che coordina il Gruppo di lavoro Cultura per la sostenibilità del Forum per lo sviluppo sostenibile – Giulio Lo Iacono (coordinatore operativo dell’Alleanza). “Ci accomuna il regalo di una visione integrata proposta dall’Onu con l’Agenda 2030. La guerra in Ucraina chiama tutti noi a gestire una nuova responsabilità, quella di gestire una realtà diversa dal passato, complessa, in cui è necessario ‘unire i puntini’, cioè vedere e comprendere tutte quelle strette interconnessioni esistenti tra sfera economica, sfera sociale, sfera ambientale e sfera culturale, umana, istituzionale”, ha dichiarato Lo Iacono, “Dobbiamo sviluppare una visione sistemica, olistica della realtà. In questo quadro il vettore due della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, dedicato alla ‘Cultura per la sostenibilità’, ha l’obiettivo fondamentale di promuovere la cultura come fattore abilitante dello sviluppo umano e sostenibile, attraverso due ambiti di azione: educazione e formazione, informazione e comunicazione. In questa dimensione, la conoscenza deve essere considerata un bene comune, la cui salvaguardia richiede una responsabilità collettiva, per arrivare a nuove rappresentazioni comprensibili e condivise di questioni rilevanti per un nuovo paradigma dello sviluppo”.
Lo Iacono ha poi sottolineato come la principale sfida da affrontare nel campo dell’educazione e della formazione sia quella di innovare il sistema e i modelli educativi e di trasformare le conoscenze in competenze, ricomponendo la frammentazione educativa e promuovendo l’educazione allo sviluppo sostenibile nell’arco di tutta la vita degli individui e in tutti gli ambiti.
Infine, il coordinatore operativo dell’ASviS ha evidenziato come l’affermazione dello sviluppo sostenibile “passi necessariamente da un cambiamento culturale, che dovrà impegnare tutti noi a garantire il benessere e la crescita delle future e giovani generazioni” e ha ricordato la modifica costituzionale che ha introdotto il concetto delle future generazione nella nostra Carta: “siamo molto orgogliosi di aver contribuito a questo”.
LEGGI L'INTERVENTO DI LO IACONO, COORDINATORE OPERATIVO ASVIS, ALLA CONFERENZA
“Costruire la cultura per la sostenibilità: educazione e giovani” è invece stata la terza e ultima sessione di giornata. Si è discusso dell’impegno delle istituzioni nel cogliere il potenziale offerto dal settore dell’educazione e delle giovani generazioni, sempre più attente ai temi legati all’Agenda 2030.
di Ivan Manzo
Fonte immagine di copertina: 123rf