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La scuola che vorrei? La Generazione Z risponde
Il superamento delle aule tradizionali, un maggior dialogo docenti-studenti, un legame forte con il territorio. Ecco come, secondo la consultazione dell’Agia, oltre 10mila giovani vorrebbero cambiare il sistema scolastico. 9/3/22
“Gli studenti appaiono credere ancora nell’istituzione scuola, intravedendo ampi margini di miglioramento del sistema”. È quanto emerge dal rapporto “La scuola che vorrei”, elaborato dall'Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), che fornice un quadro complessivo sull’opinione delle giovani generazioni sull’attuale modello scolastico. Gli obiettivi di miglioramento individuati, dalla costruzione di un dialogo stabile con gli insegnanti all’introduzione di nuove modalità didattiche, richiedono tempo e risorse per la realizzazione di un modello scolastico innovativo e capace di valorizzare i ragazzi e le ragazze.
Alla consultazione, condotta tra ottobre e novembre 2021 e diffusa a febbraio 2022, hanno partecipato 10.097 giovani tra i 14 e i 18 anni, per la maggior parte iscritti a un liceo (72%) e in prevalenza di sesso femminile (61%). Per quanto riguarda, poi, le zone di residenza, quasi la metà dei partecipanti risiede al Nord (47%), il 26% al Centro e il 27% al Sud e nelle Isole.
Sono 27 le domande del questionario redatto dalla Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Agia organizzato in cinque i temi:
- spazi;
- didattica;
- tecnologie;
- valutazione;
- territorio.
Il questionario è nato con la speranza di poter fare tesoro dei suggerimenti proposti dai ragazzi per avviare un percorso di rinnovamento e costruzione di un nuovo modo di fare scuola.
1. Scuola e spazi. I ragazzi interrogati mostrano auspicare il superamento delle aule tradizionali e ritengono siano utili spazi-laboratorio per migliorare l’apprendimento sul campo (36%), aule in cui spostarsi a seconda delle materie (22%) e ambienti organizzati in funzione delle attività da svolgere (21%).
Il 42% di loro ritiene importante avere o valorizzare spazi extra-scolastici come musei, biblioteche e impianti sportivi per migliorare la didattica.
In questo senso sono già numerose le realtà scolastiche che hanno dimostrato la necessità di concepire la scuola come uno spazio integrato in cui i vari ambienti, con scopi diversi, risultano flessibili e in grado di accogliere gli studenti.
Per accompagnare il processo di innovazione tra insegnamento e architettura scolastica è importante analizzare e studiare soluzioni architettoniche, arredi e strumenti di lavoro correlati alle metodologie didattiche.
Occorre dunque ripensare lo spazio e le dotazioni per la scuola del nuovo millennio, dove alla tradizionale didattica frontale si affianca uno spazio per valorizzare le competenze relazionali.
2. Scuola e didattica. Le opinioni dei ragazzi sono pressoché concordi rispetto agli interventi ritenuti utili per migliorare l’apprendimento: il 73,7% considera molto importante un maggiore dialogo tra docenti e studenti, con momenti dedicati all’ascolto e allo scambio di opinioni.
Una simile percentuale (73,3%) di partecipanti alla consultazione assegna notevole importanza al benessere scolasticoin generale.
Ritengono poi che per migliorare il piano di studi, oltre che semplificare i programmi sia utile prevedere l’insegnamento di materie comuni, alle quali affiancare una serie di materie a scelta (azione giudicata dall’85% molto importante o abbastanza importante).
3. Scuola e tecnologia. Per oltre l’80% del campione intervistato, le nuove tecnologie, già parte integrante della vita dei ragazzi, dovrebbero essere trasversali a tutti gli insegnamenti.
Meno chiara, invece, la posizione rispetto all’insegnamento delle tecnologie e all’utilizzo delle stesse: la tecnologia viene infatti considerata più come elemento trasversale che facilita l’apprendimento e la condivisione, che oggetto di un singolo apprendimento.
4. Scuola e valutazione. In merito alla valutazione, dal Rapporto emerge l’esigenza di superare il sistema attuale, che non attribuisce sufficiente valore all’impegno profuso o alle capacità che possono emergere per esempio attraverso il confronto dialettico.
Per il 36% nelle valutazioni va valorizzato il riconoscimento dell’impegno, per il 29% si deve tenere conto anche delle diverse capacità dei ragazzi e per il 21% le valutazioni vanno articolate attraverso differenti strumenti, come ad esempio il giudizio più il voto.
Per oltre la metà dei rispondenti, promozioni e bocciature andrebbero riviste poiché fanno riferimento a un modello di scuola oramai superato (26,4% abbastanza d’accordo più 31,8% pienamente d’accordo). Per evitare le bocciature complessivamente il 78,3% si dice d’accordo che sarebbe necessario più dialogo tra alunni e professori e tra studenti, docenti e genitori.
5. Scuola e territorio. Anche rispetto al rapporto tra scuola e territorio, le idee degli studenti appaiono piuttosto chiare: il 73% ritiene molto importante la collaborazione tra i due ambienti e complessivamente oltre il 90% degli intervistati reputa importante creare una sinergia tra la scuola e la comunità in cui essa è inserita.
La scuola non è un mondo a sé, ma è inserita in un contesto nel quale gravita la comunità in cui si vive: migliorare il contesto scolastico significa migliorare tutto ciò che è intorno alla scuola, la comunità educante che vi gravita prima di tutto.
Questo dato è di fondamentale importanza, non solo nell’ottica del ripensamento di una scuola aperta al territorio, ma anche rispetto al significato stesso dell’educazione e dell’istruzione, compiti che non appartengono solo alla scuola ma all’intera comunità.
“Come affermato in premessa”, dice il Rapporto, “i bambini e i ragazzi hanno diritto di cittadinanza e chiedono una scuola che li ’prepari alla vita’”, compito che “non può essere affidato a una sola istituzione, ma deve appartenere a tutti gli attori delle comunità”.
di Monica Sozzi