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Dipendenze: aumenta il consumo di sostanze tra adulti e giovanissimi
Nel 2022 4 milioni di persone hanno consumato cannabis e cresce del 370% l’uso di sostanze monitorate dallo Snap. Dilagano alcol e autoprescrizione di psicofarmaci. La relazione del dipartimento delle Politiche antidroga. 7/8/23
Per contrastare efficacemente il fenomeno delle dipendenze è necessario potenziare le attività di prevenzione, e iniziare a proporle fin dalle fasce d’età più giovani. È il monito lanciato dalla relazione annuale al Parlamento delle tossicodipendenze in Italia realizzata dal dipartimento delle Politiche antidroga e inviata dal sottosegretario Alberto Mantovano ai presidenti di Camera e Senato lo scorso 19 luglio. Il documento fotografa il fenomeno, aggiornato al 2022, sotto diversi aspetti tra cui quello dei consumi di droghe e sostanze lecite come gli psicofarmaci, assunti senza controllo medico, alcol e tabacco nella popolazione generale e giovanile, e in rapporto alle attività di prevenzione svolte lo scorso anno a livello regionale e nelle scuole, luogo d’elezione per la promozione della salute e di corretti stili di vita, come sottolineato nel documento. Lo scopo della relazione è quello di inquadrare questo complesso fenomeno, dal grande impatto sanitario, sociale ed economico, nel modo più aderente alla realtà, anche al fine di orientare gli interventi pubblici nel settore.
I consumi nella popolazione generale
Secondo le stime oltre 14 milioni e 900 mila persone tra i 18 e gli 84 anni di età hanno assunto almeno una sostanza illecita nel corso della vita e nel 2022 erano circa 4 milioni e 900 mila. La più diffusa è la cannabis, consumata da 4 milioni di persone, seguita dagli oppiacei e derivati, che seppur registrino un numero di consumatori sensibilmente inferiore, pari a 750 mila, il dato è in crescita del 180% rispetto al 2021. La quota di persone che dichiara il consumo di cocaina cresce del 17% rispetto al 2017 e di tre volte quella di eroina. Dalla relazione emerge un consumo “contenuto” delle nuove sostanze psicoattive, interessando circa 300 mila persone, ma in aumento del 370% nella fascia d’età tra i 18-64anni. Si tratta di un gruppo ampio ed eterogeneo, in continua evoluzione, di sostanze sintetiche, tra cui cannabinoidi, oppiodi e ketamine, potenzialmente letali, si legge nel documento su cui è attivo il monitoraggio del Sistema nazionale di allerta precoce (Snap). Solo nel 2022 sono state rilevate 76 nuove sostanze di cui 29 circolanti per la prima volta in Italia.
Sul fronte dei consumi di sostanze legali, nel 2022 salgono a circa tre milioni le persone con un profilo di consumo di alcol “a rischio”, in aumento del 57% rispetto al 2006. Gli psicofarmaci, medicinali per cui è previsto l’obbligo della prescrizione medica, sono stati assunti nel 2022 da 8 milioni e mezzo di persone (18%). Coloro che ne hanno fatto uso senza prescrizione sono il 4,5% della popolazione generale, utilizzando altri canali di accesso tra cui conoscenti, internet e in farmacia. Questo fenomeno è in aumento nella fascia d’età tra i 18-64 anni.
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Focus sulla popolazione studentesca
Nel 2022 la percentuale di studenti tra i 15 e 19 anni di età che dichiarano il consumo di cannabis nel corso dell’anno sale dal 18,7% nel 2021 al 27,9% nel 2022 (600mila studenti) e aumenta la quota che dichiara di averla utilizzata per la prima volta a 14 anni o meno (33%). Dopo la cannabis, sono le sostanze sotto monitoraggio dello Snap a registrare consumi più elevati (44mila). I valori di stimolanti, allucinogeni, cocaina e oppiacei aumentano, superando per la maggior parte quelli precedenti alla pandemia di Covid-19. In aumento gli studenti che dichiarano il consumo di alcol (ben il 78%) e coloro che utilizzano psicofarmaci senza prescrizione medica che passano dal 6,6% nel 2021 al 10,8% nel 2022. Diminuisce il numero di studenti che dichiara di fumare quotidianamente, ma aumentano quelli che iniziano a farlo a 14 anni o prima (35%).
Nella popolazione giovanile, la relazione prende in esame la dipendenza da altri comportamenti dannosi per la salute psicofisica, spesso associati a consumi di sostanze maggiori rispetto ai coetanei che non ne sono colpiti. Il più diffuso è il gioco d’azzardo, un fenomeno che solo nel 2022 ha coinvolto un milione e 300 mila studenti. Sono in aumento i profili di gioco “a rischio” (130 mila), ossia studenti che pur di giocare prendono in prestito soldi o rubano, fanno assenze a scuola e hanno difficoltà a smettere. La relazione punta i riflettori sui nuovi comportamenti a rischio, emersi negli ultimi anni, tra cui il ritiro volontario sociale, noto con il termine giapponese hikikomori (“stare da parte”), una condizione vissuta da 55 mila studenti nel 2022. Il fenomeno intende un periodo di isolamento di oltre 6 mesi, trascorso per gran parte del tempo ad ascoltare musica e sui social network. La scelta di isolarsi nasce, principalmente, da difficoltà relazionali e di natura psicologica.
A livello generale, con i consumi di sostanze aumenta anche il numero di persone che accedono ai servizi pubblici per le dipendenze e nelle comunità terapeutiche, così come è cresciuto il numero di accessi al pronto soccorso e dei ricoveri “droga-correlati”. La relazione segnala anche un aumento nelle diagnosi tardive di infezioni da Hiv e Aids.
Prevenzione nella popolazione generale
Sul tema emerge che a livello regionale nel 2022 sono stati realizzati progetti di prevenzione “ambientale e universale” e “selettiva-indicata” che agiscono su livelli diversi e complementari. In breve, le attività di prevenzione ambientale intervengono sui fattori dell’ambiente circostante che influiscono sui comportamenti a rischio e sono rivolte alla collettività locale; la prevenzione universale mira a sensibilizzare la popolazione generale su tematiche specifiche e a promuovere stili di vita sani; infine le attività di prevenzione selettiva-indicata sono dedicate a gruppi di persone ritenute a maggior rischio di consumo di sostanze e di comportamenti dannosi per la propria salute.
Sulla base dei dati disponibili lo scenario appare lontano da quello ideale. In Puglia e Basilicata sono stati realizzati solo progetti di prevenzione ambientale e universale; in Friuli Venezia-Giulia, Lazio e Campania solo di tipo selettiva-indicata. Per quanto riguarda le altre regioni, la Calabria è l’unica ad aver messo in atto progetti equamente distribuiti tra i due tipi di prevenzione (50%-50%).
Complessivamente, la maggior parte delle iniziative erano rivolte al contesto comunitario (76,6%), poco diffuse quelle mirate alle famiglie (7,6%). Ancor meno gli interventi realizzati negli ambienti di vita notturna (7%) che, assieme alle manifestazioni pubbliche, sono tra i principali luoghi di accesso alle sostanze, dopo il mercato della strada e gli spacciatori, come documentato nella relazione. Considerando le fasce d’età che nel 2022 registrano incrementi nei consumi, poco meno della metà dei progetti di prevenzione ambientale e universale erano dedicati ai minorenni (45,5%), un progetto su tre alla fascia d’età 18-30 anni e uno su cinque ai 31-64enni. Per quanto riguarda le tematiche trattate, prevalgono i progetti dedicati al consumo di sostanze, compreso l’alcol, il gioco d’azzardo, i comportamenti a rischio in generale. Nell’ambito della prevenzione selettiva-indicata, solo cinque regioni hanno dedicato progetti al tema delle tecnologie digitali, legate a diversi comportamenti a rischio nella popolazione giovanile, tra cui il cyberbullismo e l’uso a rischio di internet.
Prevenzione nella popolazione studentesca
Secondo i dati disponibili, nel 2022 gran parte degli istituti di istruzione secondaria superiore prevede un regolamento che mira a disciplinare i comportamenti e i consumi di alcol e tabacco (89%) e quasi il 60% delle scuole affronta la prevenzione relativa al consumo di sostanze, doping e gioco d’azzardo trasversalmente alle materie. Nel prendere in esame i progetti di prevenzione che si sono conclusi nel 2022, in totale 105 di cui oltre la metà erano spalmati su più anni scolastici, la relazione evidenzia la numerosità delle tematiche trattate. In primo luogo il bullismo e il cyberbullismo (35%), e con percentuali decrescenti, il consumo di sostanze, il gioco d’azzardo e l’educazione sessuale, i comportamenti a rischio alla guida, le malattie sessualmente trasmissibili, la salute mentale e l’integrazione sociale (9,5%).
Sul fronte degli studenti, è da annotare che la quota che ha partecipato alle attività di prevenzione si ferma al 47%. Inoltre, dal grafico a seguire emerg¢e che tra gli studenti e le studentesse che consumano sostanze non c’è stata una piena partecipazione alle attività di prevenzione.
E il successivo rileva che l’aver partecipato non implica necessariamente un consumo minore.
Non resta che concludere rimarcando il messaggio chiave della relazione: per contrastare il fenomeno delle dipendenze è urgente potenziare la prevenzione, con un approccio multidimensionale, mirato e senza sosta.
di Antonella Zisa