Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Sostenibilità sociale e transizione ecologica, italiani sensibili ma poco informati

Povertà, salute e lavoro i temi sociali ritenuti più importanti dai giovani. Scarsa fiducia negli attori pubblici, ma anche verso aziende e media. Questo il quadro tracciato dalle ricerche Eikon e YouTrend sulla sostenibilità.  17/12/24

martedì 17 dicembre 2024
Tempo di lettura: min

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è conosciuta dal 78% delle giovani e dei giovani, soprattutto grazie alla scuola (49%) e ai social media (38%), un dato nettamente superiore alla popolazione tra i 18 e i 65 anni (59%). Tuttavia, quando si parla di sostenibilità sociale (64%), solo un giovane su quattro dimostra di comprenderne il significato, anche se questo non pregiudica il loro coinvolgimento personale che tocca il 65%. Notevolmente inferiore è la fiducia che gli intervistati ripongono invece verso le proprie aziende/organizzazioni (47%) e, ancor meno, verso le istituzioni (38%).

È quanto emerge del Rapporto 2024 stilato dal Social sustainability lab di Eikon Strategic Consulting “Giovani e sostenibilità sociale”, pubblicato in occasione della Social sustainability week, tenutasi a Roma a inizio dicembre. La ricerca, condotta su un campione di duemila giovani italiani ed italiane di età compresa tra i 16 e i 34 anni, ha coinvolto in parte i cosiddetti millennials - coloro che sono diventati maggiorenni nel nuovo millennio e che, dopo una relativa stabilità, hanno vissuto l’impatto della crisi economica - e in parte la Gen Z, ovvero la generazione successiva, cresciuta in un mondo caratterizzato dalla pandemia e da crisi costanti.  

I temi sociali prioritari per i giovani

Tra gli Obiettivi dell’Agenda 2030 di carattere sociale, le giovani e i giovani ritengono prioritari i Goal 1, 3 e 8, che si riferiscono rispettivamente alla lotta alla povertà, a salute e benessere, e al lavoro dignitoso. In particolare, su quest’ultimo tema il 78% ritiene che le istituzioni non facciano abbastanza per promuovere l’occupazione giovanile, anche se il 53% apprezza l’impegno verso lo smart working e il lavoro flessibile.

Tra chi lavora, il 67% percepisce un’attenzione insufficiente da parte delle aziende al benessere psico-fisico dei dipendenti. Inoltre, il 59% nota discriminazioni professionali verso le donne quando diventano madri. In prospettiva futura, i giovani mettono al primo posto nelle priorità lavorative la retribuzione (47%) e la stabilità contrattuale (41%), seguite da formazione continua e opportunità di carriera.

L’atteggiamento verso il futuro

Rispetto al futuro, gli intervistati si dividono tra ottimismo e sfiducia: il 37% ritiene di avere più opportunità rispetto ai propri genitori, mentre il 34% ne vede meno. In questo contesto, il 37% punta sulla meritocrazia e sulle proprie capacità, mentre il 22% affronta le difficoltà con fatica. Ad ogni modo permane un senso di precarietà economica e isolamento sociale.


ASCOLTA ENRICO GIOVANNINI SULLE DUE RICERCHE NELLA RUBRICA DI RADIO RADICALE “SCEGLIERE IL FUTURO”


Percezioni sulla transizione ecologica: il Rapporto YouTrend

Di tenore simile, anche se incentrato sul tema della transizione ecologica ed esteso a un campione di cittadine e cittadini italiani senza limiti di età, è il quadro delineato da “Echi. Percezioni sulla transizione ecologica”, il Rapporto 2024 di YouTrend, presentato a inizio dicembre, che mostra una crescente consapevolezza sul cambiamento climatico, anche se con una comprensione dei termini chiave disomogenea. Espressioni come cambiamento climatico e sostenibilità sono familiari al 38% degli intervistati, mentre concetti più tecnici, come transizione ecologica, restano poco compresi (39% non li utilizza mai).

Il ruolo dei media

Secondo i dati, la fiducia degli italiani verso i media è bassa e solo il 22% ritiene di essere adeguatamente informato sugli impatti climatici. I mezzi di comunicazione sono percepiti come poco etici e poco competenti e non riescono a soddisfare la domanda di una comunicazione accurata ed equilibrata: il 47% degli intervistati ritiene infatti che sottovalutino l’impatto del cambiamento climatico, mentre il 22% li accusa di esagerarlo.

Un altro dato relativo alla comunicazione che emerge dall’indagine, è quello sulle parole della sostenibilità “unificanti” o “divisive”: le tre parole più unificanti risultano essere riciclabile, sostenibile, tracciabile, mentre ecoansia quella più divisiva. Più in generale, la ricerca rileva che è la mancata conoscenza dei concetti più specifici a rendere determinate parole più divisive.

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