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L’attivismo italiano si rivolge al governo: 33 proposte contro la crisi climatica
Tasse sulle emissioni, più comunità energetiche, educazione, tra le richieste del “Libro bianco degli Stati generali dell’azione per il clima”. Appello a istituzioni e privati: il cambiamento climatico è una sfida collettiva che va risolta insieme. 19/12/24
Il messaggio del “Libro bianco degli Stati generali dell’azione per il clima”, firmato da oltre 200 tra attivisti e attiviste (rappresentati di oltre 80 organizzazioni) e diffuso il 7 dicembre, è chiaro: necessario sostenere chi opera per la transizione ecologica e penalizzare chi va in direzione che contraria, sia che appartenga al settore privato che al pubblico. Come fare, però?
Tassare le emissioni
La prima proposta riguarda l’imposizione di un prezzo minimo di cento euro per ogni tonnellata di CO2 emessa. Attualmente, solo alcuni settori (industria pesante e produzione di energia) sono sottoposti al pagamento delle emissioni tramite il mercato europeo del carbonio (Ets), a prezzi variabili. E i trasporti? L’agricoltura? I sistemi di riscaldamento? Al momento, niente tassazione diretta. Per questo motivo il Libro bianco propone una tassa univoca. E con i soldi ricavati, si può finanziare la transizione ecologica.
Dalle comunità energetiche all’agroecologia
Gli attivisti puntano poi l’attenzione sulle comunità energetiche, considerate di importanza cruciale per la transizione verde. Anche se l’Italia sembra non rendersene conto. Per dare qualche numero, nel nostro Paese abbiamo a oggi meno di cento comunità, mentre in Germania ce ne sono più di 4mila. Il loro sviluppo potrebbe coprire fino al 15% del fabbisogno energetico nazionale entro il 2030. Di pari passo, bisogna semplificare le autorizzazioni per impianti fotovoltaici ed eolici, troppo lente rispetto alle possibilità di sviluppo.
Gli Stati generali dell’azione per il clima sostengono anche l’estensione del modello “città a 30 chilometri orari”, per ora adottato solo da Bologna, alle altre grandi città italiane; modello sostenuto anche dall’ASviS, che l’ha inserito tra le proposte del suo Rapporto Territori 2024.
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Una trasformazione delle metropoli che deve avvenire a tutto tondo. Quindi, più piste ciclabili e trasporti più efficienti. Come dimostrano gli esempi virtuosi di Parigi e Barcellona, questo sistema può diminuire le emissioni urbane del 20% e il tasso di incidenti mortali fino al 40%.
Altro snodo secondo il mondo dell’attivismo è la questione agroecologia. A oggi, solo il 20% dei fondi della Politica agricola comune (Pac) si concentra sulle misure climatiche. Misure che sono però fondamentali: agricoltura biologica e ripristino degli ecosistemi naturali riducono sensibilmente le emissioni e migliorano la resilienza dei terreni ai fenomeni climatici estremi (fenomeni che hanno causato una perdita del 3,9% della produzione agricola italiana solo nel 2023).
Educazione e ruolo dell’Europa
Per costruire una società più consapevole c’è anche bisogno di educazione, fondamentale tanto per prendere coscienza delle sfide climatiche quanto per cogliere le opportunità della transizione verde: si parla infatti di 24 milioni di posti di lavoro a livello globale entro il 2030, principalmente nei settori delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.
Una parte del Libro bianco è poi dedicata alle proposte per orientare le politiche italiane sulla stessa strada di quelle europee. Il nostro Paese deve infatti recepire le recenti direttive Ue il prima possibile e allinearsi agli standard di trasparenza. Come? Attraverso l’introduzione di metriche anti-greenwashing (tra cui la Direttiva green claims) e l’elaborazione di indicatori chiari per valutare la riduzione effettiva delle emissioni.
Ma il documento non si ferma qui. Le proposte sono infatti state elaborate per mettere in moto un dialogo costruttivo con le forze politiche, sia nazionali che locali. L’obiettivo è coinvolgere il maggior numero di realtà possibili: istituzioni, imprese, associazioni, cittadine e cittadini, raccogliendo riscontri, adesioni e sottoscrizioni in una pagina dedicata.
“La crisi climatica non conosce confini né divisioni, ma i suoi effetti si aggravano con le disuguaglianze sociali ed economiche. È una sfida collettiva che richiede il contributo di tutte e tutti, senza distinzioni tra chi manifesta nelle piazze e chi opera dagli scranni delle istituzioni”, hanno detto gli Stati generali dell’azione per il clima. “Solo attraverso un impegno condiviso, trasparente e inclusivo potremo affrontare le crisi di oggi e garantire un futuro di giustizia climatica per le generazioni a venire. Ora aspettiamo le risposte da parte della Politica”.
E poi dicono che i giovani non si impegnano.
Scarica il “Libro bianco degli Stati generali dell’azione per il clima”