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Energy self portraits: ecco i vincitori del secondo round del contest fotografico
Uganda e India al centro delle foto vincitrici della seconda fase dell’edizione 2020 del contest internazionale di fotografia dedicato al Goal 7 “Energia pulita e accessibile”. Il terzo e ultimo round si chiuderà il 30 aprile. 29/04/21
Sono stati annunciati il 19 aprile i vincitori del secondo round di Energy self portraits, il contest fotografico di respiro internazionale organizzato da World access to modern energy (Wame), che vede tra le collaborazioni il contributo dell’ASviS, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul Goal 7 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 che punta ad “assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni”.
Il contest, avviato a novembre 2020 con il primo dei tre round, si chiuderà il 30 aprile prossimo. Energy self portraits è aperto a tutti e si può partecipare inviando una fotografia e una breve storia sul tema dell’accesso all’energia. Ad ogni vincitore spetteranno 100 dollari, mentre il premio finale per la migliore fotografia sarà di 500 dollari.
Dei 15 premi previsti in totale, ad aggiudicarsi i cinque del secondo round sono stati Dimpal Pancholi, Ruben Salgado Escudero (già vincitore del primo round), Nimani Chandra Ghosh, Rajesh Dhar e Elvis Kadhama.
Ma addentriamoci nelle loro storie.
Dimpal Pancholi ci porta a Vadodara, in India, per mostrarci un impianto a energia solare che permette di far funzionare un centro medico. La foto, non a caso, si intitola “Vita e ambiente”.
“Ospedale solare” è invece il titolo dell’opera di Ruben Salgado Escudero che a Sango bay, in Uganda, ha immortalato una donna che giace con il suo neonato in un ospedale di Kalagala dove, solo grazie all’energia solare, i medici sono in grado di operare anche di notte in situazioni di emergenza ovviando alla frequenti interruzioni di energia.
Con Nimani Chandra Ghosh torniamo in India, più precisamente a Kolkata, dove con “Cucina solare” l’autore vuole mostrare quanto sia popolare nel suo Paese questa modalità di processare i cibi.
Anche l’opera di Rajesh Dhar è ambientata a Kolkata, nel subcontinente indiano. Questa volta il focus però è sull’istruzione. “Verso un luminoso futuro” è il titolo della foto che ci restituisce l’immagine di un Paese dove la maggior parte delle abitazioni che hanno accesso all’energia elettrica detiene anche i più alti tassi d’istruzione. Esiste quindi nel Paese una relazione positiva tra il consumo di energia e l’alfabetizzazione. L’elettricità nelle case costituisce infatti un requisito infrastrutturale di base per una istruzione di qualità e permette uno sviluppo olistico dei ragazzi. L’energia incrementa l’attrazione verso l’apprendimento e li conduce verso un futuro luminoso.
Elvis Kadhama, con la foto intitolata “Imprenditori di energia pulita”, ci conduce a Mayuge, in Uganda, raccontandoci come per anni la sua famiglia sia stata esposta ai fumi e alle esalazioni prodotti dalle lampade a kerosene utilizzate per l’illuminazione, inconsapevole degli effetti che questi combustibili potessero avere sulla loro salute e sul loro benessere. “Nel 2018” - aggiunge l’autore – “mia nonna morì in un incendio scoppiato da una lampada a kerosene e la nostra vicina ebbe un ictus a causa di questi combustibili, rimanendo paralizzata nella parte sinistra del corpo”. Gli ictus sono una delle prime dieci cause di morte in Uganda. Circa 4 milioni di persone muoiono prematuramente per malattie legate all’inquinamento domestico prodotto da fonti energetiche inefficienti. Il fotografo racconta di aver conosciuto le fonti di energia alternative mentre la sua vicina era in convalescenza. Era determinato a migliorare la qualità di vita delle persone che vivono in abitazioni a basso reddito in modo da far sì che nessun altro in futuro dovesse subire le conseguenze negative e gli sforzi finanziari legati ai combustibili inquinanti. Inoltre, crescendo in una comunità rurale dell’Uganda orientale, l’autore riferisce di essere stato testimone in prima persona di come le abitazioni a basso reddito spendano il 10% delle loro entrate mensili in kerosene per l’illuminazione e il 40% nell’acquisto di legname e carbone per cucinare. La maggior parte delle 150 abitazioni intervistate non ha ulteriori risorse da destinare all’acquisto di legname o carbone per bollire l’acqua da bere, finendo per spendere il 20% delle loro entrate mensili in cure mediche necessarie per guarire dagli effetti dell’acqua potabile contaminata. Elvis rivela infine di essere stato spinto a promuovere la transizione energetica pulita nell'Uganda rurale attraverso il business sociale, co-fondando la Pearl Entrepreneurs Academy (Pea) che è diventata il veicolo tramite il quale ha realizzato la sua visione di imprenditoria sociale.
di Elita Viola
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