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G20: nella Dichiarazione di Roma gli impegni dei Paesi sulle sfide globali
Quali azioni intendono portare avanti le più grandi economie del mondo nei prossimi anni su temi come salute, ambiente, diritti ed economia? Ecco una sintesi, dai vaccini allo stop dei finanziamenti pubblici al carbone. 4/11/21
Il 30 e 31 ottobre si è tenuto a Roma il vertice che segna la chiusura del G20 a presidenza italiana. Il summit è stata l’occasione per discutere dei problemi globali che necessitano di urgenti misure multilaterali, come la pandemia e la crisi climatica. Per quanto riguarda quest’ultima, il 31 ottobre si è aperta la 26esima Conferenza sul cambiamento climatico, la Cop26 di Glasgow, che terrà impegnati oltre 190 Paesi del mondo a negoziare sulle misure di contrasto al riscaldamento globale. Dal G20 emerge l’auspicio che questa sia una tornata negoziale di successo.
Il documento finale che i leader hanno adottato è la Dichiarazione di Roma, nella quale vengono più volte nominati gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda Onu 2030 e dove si toccano temi come il contrasto alle disuguaglianze, l’economia e la ripresa globale, i diritti e il rispetto della biodiversità. Di seguito una sintesi dei contenuti, affiancata da riferimenti iconografici che segnalano quali Goal dell’Agenda 2030 sono maggiormente trattati in ciascuna sezione (sebbene il Goal 17 “Partnership per gli Obiettivi” tocchi inevitabilmente tutti i punti, trattandosi di una dichiarazione congiunta).
Economia globale, commercio, produttività. I Paesi si impegnano a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per continuare a fronteggiare le conseguenze negative della pandemia, che hanno colpito più duramente le donne, i giovani e i lavoratori poco qualificati. Le banche centrali agiranno per mantenere la stabilità dei prezzi e ridurre le pressioni inflazionistiche, mentre i Paesi lavoreranno insieme per limitare le interruzioni nelle catene di approvvigionamento mondiali.
Viene anche affermato l’importante ruolo di un sistema commerciale multilaterale aperto, equo, sostenibile, non discriminatorio e inclusivo basato su regole in grado di ripristinare la crescita, la creazione di posti di lavoro e la produttività industriale, promuovendo lo sviluppo sostenibile.
Per quanto riguarda il tema produttività, si legge che la “trasformazione digitale ha il potenziale per aumentarla”.
Salute. Viene riconosciuto che i vaccini sono tra gli strumenti più importanti per contrastare la pandemia e per questo viene fissato l’obiettivo di vaccinare almeno il 40% della popolazione in tutti i Paesi entro la fine del 2021 e il 70% entro la metà del 2022, come raccomandato dalla strategia di vaccinazione globale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Inoltre si intende rafforzare le strategia globale a sostegno del settore di ricerca e sviluppo, e aumentare gli sforzi per garantire la consegna e l'adozione trasparente, rapida e prevedibile dei vaccini dove sono necessari. Infine, si riconosce che l’elemento prevenzione è fondamentale, per questo motivo occorre mettere in piedi strategie di risposta più efficaci in caso di nuove emergenze sanitarie.
Sviluppo sostenibile. I Paesi si dicono “preoccupati per gli impatti che la crisi ha avuto sull'Agenda 2030”. Per questo motivo “riaffermiamo il nostro impegno per una risposta globale per accelerare i progressi nell'attuazione degli SDGs e per sostenere una ripresa sostenibile, inclusiva e resiliente in tutto il mondo, in grado di promuovere l'equità e l’inclusione”. Nel documento si legge poi l’intenzione di voler rafforzare le azioni sullo sviluppo sostenibile e di sostenere lo sviluppo dei Paesi africani.
Finanza internazionale e sostenibile. Presente l’impegno a “rafforzare la resilienza finanziaria a lungo termine e a sostenere la crescita inclusiva” e a “migliorare l'allineamento di tutte le fonti di finanziamento per lo sviluppo sostenibile con gli SDGs”. Per affrontare le relative carenze di finanziamento, viene poi approvato il “G20 framework for voluntary support to integrated national financing frameworks”, rilevando l'importanza della trasparenza e della responsabilità reciproca. In questo processo, i ministri dello sviluppo e delle finanze dei vari Paesi sono chiamati a un’ulteriore sforzo di cooperazione, anche per “affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico e la protezione ambientale e per promuovere le transizioni verso economie verdi, più prospere e inclusive”.
Presente anche un paragrafo dedicato ai rischi: “concordiamo sull'importanza di un'analisi più sistemica dei rischi macroeconomici derivanti dal cambiamento climatico, dei costi e dei benefici delle diverse transizioni”. Viene poi riconosciuto che serve un mix di politiche più appropriato per passare a economie a basse emissioni di gas serra, in cui includere investimenti in infrastrutture sostenibili e tecnologie innovative e un'ampia gamma di meccanismi fiscali, di mercato e normativi per sostenere le transizioni verso l'energia pulita, compreso l'uso di meccanismi di carbon pricing. Importante sarà infine garantire l’inclusione finanziaria anche attraverso la digitalizzazione.
Sicurezza alimentare. “Ci impegniamo a raggiungere la sicurezza alimentare e un'alimentazione adeguata per tutti, senza lasciare indietro nessuno”, si legge nella Dichiarazione, “a tal fine incoraggiamo i partner e le parti interessate a collaborare o a unirsi alla Food coalition lanciata dalla Fao come mezzo per rispondere agli impatti del Covid-19 sulla sicurezza alimentare e la nutrizione”. Inoltre i Paesi vogliono promuovere la costruzione di sistemi alimentari sostenibili “anche rafforzando le catene del valore alimentare globali, regionali e locali e il commercio alimentare internazionale”, in modo da contribuire alle sfide del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità.
Biodiversità. Dal G20 emerge la volontà di voler intensificare le azioni per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2030, inoltre si invitano tutti i Paesi ad adottare un quadro globale post 2020 sulla biodiversità che sia ambizioso, efficace e trasformativo, in occasione della Cop15 di Kunming. “Accogliamo con favore il lancio del decennio delle Nazioni Unite sul ripristino degli ecosistemi (2021-2030), e riaffermiamo l'ambizione condivisa di raggiungere una riduzione del 50% dei terreni degradati entro il 2040 su base volontaria, e ci impegniamo a raggiungere la neutralità del degrado del suolo entro il 2030”. Vengono poi riconosciuti gli sforzi compiuti da alcuni Paesi nel garantire che almeno il 30% delle terre emerse e almeno il 30% degli oceani e dei mari globali siano conservati o protetti entro il 2030, e viene ribadito che tutti devono fare la propria parte.
Infine è presente la proposta dei mille miliardi di alberi: “riconoscendo l'urgenza di combattere il degrado del suolo e creare nuovi pozzi di assorbimento del carbonio, condividiamo l'obiettivo ambizioso di piantare collettivamente 1000 miliardi di alberi, concentrandoci sugli ecosistemi più degradati del Pianeta, e invitiamo altri Paesi a unire le forze con il G20 per raggiungere questo obiettivo globale entro il 2030, anche attraverso progetti climatici, con il coinvolgimento del settore privato e della società civile”.
Città ed economia circolare. Grazie alla partecipazione delle imprese, dei cittadini, del mondo accademico e delle organizzazioni della società civile, il G20 intende aumentare gli sforzi verso il raggiungimento di modelli di consumo e produzione sostenibili, anche adottando le migliori pratiche di economia circolare. Verranno sostenute le azioni locali di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.
Clima ed energia. “Rispondendo all'appello della comunità scientifica e prendendo atto con preoccupazione dei recenti rapporti dell'Ipcc, ci impegniamo ad affrontare la minaccia critica e urgente del cambiamento climatico e a lavorare insieme per una Cop26 di successo”, si legge in apertura del paragrafo dedicato alla crisi climatica. I Paesi ribadiscono che intendono mantenere l’aumento della temperatura media terrestre entro i 2°C, facendo il possibile per stare entro 1,5°C dato che riconoscono la forte differenza che c’è, in termini di impatti negativi, tra questi due target. L’obiettivo “1,5°C richiederà azioni e impegni significativi ed efficaci da parte di tutti i Paesi, tenendo conto dei diversi approcci, attraverso lo sviluppo di chiari percorsi nazionali che allineino l'ambizione a lungo termine con obiettivi a breve e medio termine”.
Inoltre “riconoscendo che i membri del G20 possono contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, ci impegniamo, in linea con gli ultimi sviluppi scientifici e con le circostanze nazionali, a intraprendere ulteriori azioni in questo decennio e a formulare, attuare, aggiornare e migliorare, laddove necessario, i nostri Ndcs (impegni di riduzione delle emissioni stabiliti a Parigi) al 2030”.
Per quanto riguarda il Green climate fund, i membri del G20 riaffermano l’impegno assunto di mobilitare congiuntamente 100 miliardi di dollari entro il 2020 e annualmente entro il 2025 per aiutare i Paesi in via di sviluppo a combattere la crisi climatica.
Per quanto riguarda l’energia, i Paesi sono consapevole che il settore è strettamente collegato al riscaldamento globale. Per questo motivo si annuncia la fine ai finanziamenti pubblici internazionali entro il 2021 al carbone.
Parità di genere. Nel documento viene sottolineato il ruolo fondamentale che riveste l'emancipazione femminile e la leadership di donne e ragazze a tutti i livelli per uno sviluppo inclusivo e sostenibile. I Paesi per ridurre il gender gap lavoreranno su alcuni punti chiave: pari opportunità; accesso all'istruzione (anche nei settori Stem); promozione dell'imprenditorialità femminile; eliminazione della violenza di genere; potenziamento dei servizi sociali, sanitari, assistenziali ed educativi; superamento degli stereotipi di genere; distribuzione ineguale di cure non retribuite; lavoro domestico.
Lavoro e protezione sociale. Per ridurre le disuguaglianze, sradicare la povertà, sostenere le transizioni dei lavoratori e il reinserimento nei mercati del lavoro e promuovere una crescita inclusiva e sostenibile, i Paesi vogliono implementare nuovi sistemi di protezione sociale, anche per far fronte a un mondo del lavoro in continua mutazione. “Lavoreremo per garantire condizioni di lavoro dignitose per i lavoratori a distanza e in piattaforma, e ci impegneremo ad adattare i nostri quadri normativi alle nuove forme di lavoro, garantendo che queste siano eque e inclusive, senza lasciare indietro nessuno, prestando particolare attenzione all'affrontare il divario di genere digitale e disuguaglianze intergenerazionali”, evidenzia la Dichiarazione.
Educazione. Dato che l’accesso all’istruzione è un diritto umano e uno strumento fondamentale per una ripresa economica inclusiva e sostenibile, i leader del G20 vogliono garantire questo diritto a ogni individuo, ponendo particolare attenzione “alle donne, alle ragazze e agli studenti vulnerabili”. “Riconosciamo il ruolo fondamentale dell'educazione per lo sviluppo sostenibile, inclusa la gestione ambientale, nel conferire alle generazioni più giovani le competenze e la mentalità necessarie per affrontare le sfide globali”.
Migrazioni. Per quanto riguarda i flussi migratori, un problema di gestione ingigantito ancor di più dalla pandemia, il summit riconosce l’importanza di prevenire quelli irregolari e il traffico di migranti “come parte di un approccio globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, rispondendo al contempo ai bisogni umanitari e alle cause profonde dello sfollamento”.
Turismo e cultura. “Continueremo a sostenere una ripresa rapida, resiliente, inclusiva e sostenibile del settore turistico, che è tra quelli più colpiti dalla pandemia, con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo”, sottolineano i leader che poi ricordano il valore intrinseco della cultura “per lo sviluppo sostenibile e per favorire la resilienza e la rigenerazione delle nostre economie e società”, sottolineando l'importanza degli sforzi internazionali per salvaguardare e promuovere il settore della cultura e ricordano il ruolo chiave che svolge l'Unesco.
Infine, nella Dichiarazione: i Paesi si impegnano “a continuare a fornire supporto ai Paesi vulnerabili”, grazie anche ai fondi multilaterali messi in piedi dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale; sul settore dei trasporti intendono “riavviare i viaggi internazionali in modo sicuro e ordinato” in coerenza con “con gli standard di sanità pubblica e con il principio di non discriminazione”; per gli investimenti nelle infrastrutture viene riconosciuto che “sistemi resilienti, adeguatamente finanziati, ben mantenuti e gestiti in modo ottimale sono essenziali per preservare le risorse infrastrutturali durante il loro ciclo di vita, riducendo al minimo le perdite e le interruzioni e garantendo la fornitura di servizi infrastrutturali sicuri, affidabili e di alta qualità”; si riconosce che occorre investire in economia digitale, ricerca e sviluppo visto che “tecnologia e innovazione sono fattori chiave per la ripresa globale e lo sviluppo sostenibile”; si prende atto che va migliorata la disponibilità e la fornitura di dati, anche su questioni ambientali; viene espressa “tolleranza zero” nei confronti della corruzione nel settore pubblico e privato; si ricorda l’importanza dei giochi paralimpici quale “simbolo della resilienza dell'umanità”.
di Ivan Manzo