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Agenda 2030: l’Unione europea rallenta su cambiamenti climatici e cooperazione
Secondo il rapporto Eurostat dedicato ai progressi sugli SDGs, nei prossimi anni serviranno sforzi maggiori in materia di rinnovabili, tutela degli ecosistemi e finanziamenti verso i Paesi in via di sviluppo. Bene lavoro e parità di genere. 7/6/23
Giunto alla sua settima edizione, il rapporto “Sustainable development in the European Union – Monitoring report on progress towards the SDGs in an Eu context” è un documento essenziale che monitora il percorso dell’Unione europea verso l'Agenda 2030. Pubblicato da Eurostat, la relazione valuta, attraverso l’elaborazione di 101 indicatori, i progressi ottenuti nell’ultimo quinquennio. Inoltre, vengono analizzati gli effetti a breve termine sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) della crisi energetica provocata dall’aggressione russa all’Ucraina e gli shock della pandemia.
Ombre per tre Goal
Sono tre, come mostra l’immagine sotto, i Goal che nel periodo analizzato (2016-2021) registrano un andamento negativo: Lotta al cambiamento climatico (13), Vita sulla terra (15) e Parternship sugli Obiettivi (17). L'Ue ha già ridotto le sue emissioni nette di gas a effetto serra di circa il 30% dal 1990, ma saranno necessari maggiori progressi per tagliare le emissioni del 55% per il 2030. Così come servirà aumentare, più di quanto non sia avvenuto tra il 2016 e il 2021, la quota di energia rinnovabile. Una nota positiva arriva dal numero di firmatari del Patto dei sindaci per il clima e l'energia, che continua a crescere, anche se la tendenza si è arrestata nel 2022 rispetto al 2021.
Mentre la superficie forestale dell'Ue è aumentata, le concentrazioni di sostanze inquinanti nei fiumi europei mostrano tendenze contrastanti. Se da un lato migliora la domanda biologica di ossigeno, dall’altro si segnalano aumenti nelle concentrazioni di fosfati. Cresce il degrado del suolo, mentre si riduce leggermente la superficie terrestre a rischio di grave erosione. Nonostante le aree protette siano aumentate in tutti gli Stati membri, l'Ue continua a far fronte a un drastico calo nel lungo periodo delle popolazioni di uccelli comuni e farfalle.
Crescono le importazioni dell'Unione europea dai Paesi in via di sviluppo ma i finanziamenti complessivi dell'Ue verso gli stessi Paesi sono diminuiti dal 2016. Se guardiamo al rapporto tra l'aiuto pubblico allo sviluppo donato e il reddito nazionale lordo (Rnl), l’Ue non è progredita verso l'obiettivo dello 0,7% fissato per il 2030.
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Tre Goal crescono più degli altri
Dal 2016 al 2021, l'Ue ha compiuto progressi significativi in tre Obiettivi: Lavoro dignitoso e crescita economica (8), Lotta alla povertà (1) e Parità di genere (5).
Dopo la ripresa del 2021, il Pil pro capite ha continuato a crescere anche nel 2022 e gli investimenti hanno raggiunto un nuovo picco del 23,2%. Una crescita che ha avuto conseguenze anche nel mercato del lavoro, con il tasso di occupazione nell'Ue che ha raggiunto un nuovo record, pari al 74,6%. Contemporaneamente i tassi di disoccupazione di lunga durata e la quota di giovani che non studiano e non lavorano (Neet) sono scesi a minimi storici.
I risultati migliori nella lotta alla povertà si sono registrati fino al 2019, mentre i tassi di povertà sono rimasti stabili nel 2020 e nel 2021. Le tendenze dell’ultimo quinquennio mostrano che un minor numero di persone è stato colpito da povertà economica. Una condizione che ha determinato un netto miglioramento del rischio complessivo di povertà o esclusione sociale in tutta l'Ue, anche se saranno necessari maggiori progressi per raggiungere l'obiettivo di portare almeno 15 milioni di persone fuori dalla povertà entro il 2030.
La parità di genere mostra un quadro favorevole nella maggior parte dei Target. Per quanto riguarda l'occupazione, la retribuzione oraria delle donne sta recuperando terreno rispetto a quella degli uomini. Le donne continuano ad occupare sempre più posizioni di leadership, come dimostra la notevole crescita sia della percentuale di donne nei parlamenti nazionali che nelle posizioni dirigenziali aziendali. Nel settore dell'istruzione, il divario di genere si inverte, con più giovani donne che raggiungono l'istruzione secondaria e terziaria rispetto agli uomini.
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Bene le disuguaglianze, l’istruzione e la salute
Buoni progressi sono stati compiuti nella Riduzione delle disuguaglianze (10), nell’Istruzione di qualità (4) e nella Promozione della pace e delle istituzioni solide (16). Le disparità di reddito all'interno dei Paesi, sottolinea il Rapporto, sono migliorate tra il 2016 e il 2021, così come si è ridotto il divario di povertà tra aree rurali e urbane. Per quanto riguarda l’istruzione, l'Ue è sulla buona strada per raggiungere gli Obiettivi al 2030 relativi all'abbandono precoce dei percorsi scolastici e del livello di istruzione terziaria. Anche l'apprendimento degli adulti è aumentato dal 2017, mostrando una crescita particolarmente forte nel 2022. Tuttavia, la percentuale di bambini che partecipano all'istruzione nella fase di prima infanzia è cresciuta lentamente e nei prossimi anni saranno necessari progressi più consistenti per raggiungere i Target. La vita nell'Ue è diventata più sicura: diminuiscono i decessi per omicidi, le aggressioni, la percezione della criminalità, la violenza e il vandalismo. Di contro, la percezione dell'indipendenza dei sistemi giudiziari è leggermente peggiorata e l'indice di percezione della corruzione è rimasta stagnante.
Segnali positivi arrivano dagli indicatori su salute e benessere e in materia di innovazione e infrastrutture. Mentre l'aspettativa di vita in buona salute dell'Ue era in aumento fino al 2019, è diminuita di 0,6 anni nel 2020. L'impatto della pandemia è visibile nel tasso di mortalità evitabile, aumentato considerevolmente nel 2020 a causa dei decessi correlati al Covid-19. Anche le vittime di incidenti stradali sono aumentate nel 2021 e saranno necessari progressi più decisi affinché l'Ue raggiunga il rispettivo Target per il 2030.
I Goal tra luci e ombre
Ci sono sei Obiettivi di sviluppo sostenibile con progressi meno significativi: Consumo e produzione responsabili (12), Città e comunità sostenibili (11), Vita sott'acqua (14), Sconfiggere la fame (2), Acqua pulita e servizi igienico-sanitari (6), Energia pulita e accessibile (7). L'impronta materiale dell'Ue, che stima la domanda di estrazione globale di materiali indotta dal consumo di beni e servizi, è aumentata fino al 2019, ma è diminuita nel 2020, assieme alla riduzione dell'attività economica causata dalla pandemia. Per quanto riguarda la qualità della vita nelle città e nelle comunità, gli indicatori utilizzati per il monitoraggio mostrano sviluppi positivi, così mentre il quadro è più eterogeneo per quanto riguarda la mobilità sostenibile e gli impatti ambientali. L'estensione delle aree marine protette è aumentata considerevolmente dal 2012 e l'Ue sembrerebbe sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo di proteggere il 30% delle acque marine entro il 2030. Tuttavia, occorre riconoscere che i dati disponibili non forniscono una indicazione dello stato di conservazione dei siti né dell'efficacia della protezione che offrono a specie e habitat. Guardando agli indicatori relativi alla fame, le tendenze nel settore della malnutrizione rimangono sfavorevoli, con un netto aumento della quota di persone obese dal 2014. Al contrario, le tendenze riguardanti la sostenibilità della produzione agricola sono state favorevoli così come è migliorata la produttività nel settore agricolo. La percentuale di persone prive di strutture igienico-sanitarie adeguate nelle famiglie è in costante diminuzione e la connessione alla rete di trattamento secondario delle acque reflue sta migliorando lentamente. Tuttavia, le concentrazioni di fosfati nei fiumi sono aumentate più o meno costantemente dal 2013 e l'indice di sfruttamento idrico mostra una tendenza leggermente in aumento negli ultimi anni.
L'accesso all'energia a prezzi accessibili continua a migliorare, con sempre meno persone che non possono permettersi di riscaldare adeguatamente la propria casa.
di Tommaso Tautonico
Fonte copertina: Sustainable development in the European Union – Monitoring report on progress towards the SDGs in an Eu context