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Unep, da Nairobi la lotta contro l'inquinamento entra nell'agenda politica globale
Rifiuti, vernici, microplastiche, aria avvelenata: un decesso su quattro è causato dal degrado ambientale. Ma nell’assemblea Onu sul clima, con oltre 4mila partecipanti, i governi hanno firmato una dichiarazione congiunta.
Per la prima volta i ministri dell'Ambiente che hanno partecipato all'assemblea Onu sul clima hanno siglato una dichiarazione di intenti per la prevenzione, la riduzione e la gestione dell'inquinamento di aria, acqua dolce, oceani e suolo, nella consapevolezza oggi diffusa che queste contaminazioni comportino delle minacce per salute, società, ecosistemi, economie e sicurezza globale.
Riuniti a Nairobi, in Kenya, dal 4 al 6 dicembre, oltre 4mila partecipanti, tra capi di Stato e di governo, ministri, rappresentanti della società civile, settore accademico e imprenditoriale, leader politici, e associazioni. Guardando alla situazione del Pianeta, il quadro che emerge dal summit è davvero desolante: un decesso su quattro, ovvero 12,6 milioni di persone ogni anno, vengono uccise dal degrado ambientale; l'inquinamento dell'aria primo su tutti, uccidendone circa 6,5 milioni.
L'esposizione al piombo contenuto nelle vernici è responsabile di danni al cervello per 600mila bambini. I mari contengono già 500 “zone morte”, con troppo poco ossigeno per consentire la vita subacquea. Oltre l'80% dei rifiuti che vengono rilasciati nell'ambiente non sono precedentemente trattati in maniera adeguata, avvelenando terreni agricoli, laghi e fiumi che forniscono acqua potabile a 300 milioni di persone. Tutto questo ha ovviamente anche costi economici notevoli, come si legge nel Rapporto realizzato dalla Commissione dell'autorevole rivista scientifica Lancet che quantifica la ricchezza persa a causa dell'inquinamento in oltre quattromila miliardi e mezzo, l'equivalente del 6,2% della produzione economica mondiale.
Per questo la dichiarazione congiunta riveste un ruolo così importante verso la soluzione del disastro annunciato e già in parte accaduto. Se le promesse e gli impegni sottoscritti durante il meeting verranno mantenuti, un miliardo e mezzo di abitanti del Pianeta potrà respirare aria pulita, 480mila chilometri di costa, circa il 30% del totale, sarà bonificato e 18,6 miliardi di dollari saranno destinati alla ricerca e allo sviluppo e infine programmi innovativi per combattere l'inquinamento verranno resi disponibili online.
L'assemblea ha inoltre approvato 13 risoluzioni non vincolanti e tre decisioni, orientate tra le altre cose alla riduzione dei rifiuti e delle microplastiche in mare, dell'inquinamento dell'aria, all'eliminazione del piombo tossico dalle vernici e dalle batterie e alla gestione dell'inquinamento nelle aree colpite da conflitti e terrorismo.
“Con la decisione di oggi abbiamo messo la lotta contro l'inquinamento nell'agenda politica globale”, spiega Erik Solheim, alla direzione dell'Unep, (United Nations environmental program). “Abbiamo ancora molta strada da percorrere ma dal summit è emerso come c'è un vero desiderio per un significativo cambiamento. Non si tratta solo delle agenzie Onu e dei governi”, prosegue Solheim, “lo dimostra l'enorme supporto che riceviamo da società civile, imprese e singoli individui”. Sostegno dal basso emerso chiaramente anche dalla campagna online veicolata con l'hashtag #BeatPollution che ha raggiunto quasi due milioni e mezzo di adesioni.
di Elis Viettone