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Forum disuguaglianze diversità: spazio di discussione sull'aumento dei poveri
Il divario tra ricchi e meno abbienti è in crescita dagli anni ’70. Otto organizzazioni e un gruppo di studiosi si sono uniti per contrastare il fenomeno. Tra i promotori, Fabrizio Barca, Enrico Giovannini e Flavia Terribile dell'ASviS.
“Bisogna smettere di pensare che l'aumento delle disuguaglianze sia l'effetto inevitabile di cambiamenti fuori del nostro controllo. Piuttosto è il risultato di scelte politiche, culturali ed economiche” ripete Fabrizio Barca, economista, già ministro per la Coesione territoriale del governo Monti, davanti a una folta platea di giornalisti, cittadini, rappresentanti delle associazioni e del territorio, alla conferenza stampa di presentazione del Forum disuguaglianze diversità a Roma, nella Fondazione Lelio e Lisli Basso il 16 febbraio.
“Abbiamo impiegato un anno a capire se eravamo d'accordo su alcuni temi fondamentali legati alla lotta alle diseguaglianze. Attraverso un confronto aperto, acceso, informato e ragionevole consideriamo uno dei nostri punti di forza la continua messa in discussione del nostro stesso operato, nella convinzione che la differenza di vedute ed esperienze sia un importante arricchimento per tutti”, prosegue l'ex ministro.
Così, oltre alla Fondazione Basso, sette associazioni (ActionAid, Caritas italiana, Cittadinanzattiva, Dedalus cooperativa sociale, Fondazione di comunità di Messina, Legambiente e Uisp) e un gruppo di studiosi e ricercatori hanno sancito la nascita di una collaborazione dei due mondi, società civile e polo accademico, per studiare le recenti tendenze globali economiche e sociali e proporre azioni e soluzioni collettive.
“La creazione del Forum tenta di riempire un grande vuoto perché, anche se può sembrare strano, in Italia mancava uno spazio in cui discutere le problematiche legate all'aumento delle diseguaglianze” fa notare Elena Granaglia, docente di Scienza delle finanze all'Università di Roma Tre e coautrice, insieme a Fabrizio Barca, Andrea Brandolini, Daniele Checchi, Maurizio Franzini, Patrizia Luongo, Salvatore Morelli, Lorenzo Sacconi della nota “Un Programma Atkinson per l’Italia. Politiche per ridurre le disuguaglianze e liberare le diversità, in Italia. Guidate dal pensiero di Anthony Atkinson”.
Seguendo l'opera di questo economista britannico di recente venuto a mancare, autore di “Inequality. What can be done?”, i promotori del Forum abbracciano la teoria secondo cui, dagli anni ’70 a oggi, tre fenomeni hanno principalmente portato agli squilibri nella distribuzione del reddito e della ricchezza in Occidente: un’inversione delle politiche pubbliche, una riduzione del potere negoziale del lavoro e un cambiamento del senso comune. Ecco perché le disuguaglianze, sostiene Atkinson, possono essere contrastate grazie a un nuovo cambio di rotta delle politiche pubbliche che includa dei meccanismi di redistribuzione ma che sia soprattutto in grado di “affrontare le disuguaglianze nel mercato” nella fase di formazione primaria dei redditi.
Degli studi di Atkinson, il Forum ha voluto approfondire alcune tematiche più rilevanti per il contesto italiano, individuando alcuni precisi obiettivi. Ad esempio, anticipare e governare il cambiamento tecnologico, affinché i processi di automazione e robotizzazione non creino disoccupazione e mortificazione della dignità umana; oppure il ribilanciamento del potere negoziale del lavoro nel suo rapporto con gli imprenditori e la creazione di forme di partecipazione dei lavoratori al controllo delle imprese, ma anche una ridistribuzione di ricchezza nel trasferimento generazionale, grazie a misure che prevedano per ogni cittadino, al passaggio all’“età adulta”, una dotazione finanziaria che verrà ricavata dalla tassazione di eredità e donazioni oltre una certa soglia. Infine, la tutela dei piccoli risparmi, con sistemi che permettano di remunerare adeguatamente anche capitali più ridotti, che invece spesso non vedono congrui rendimenti, oltre all'istituzione di un’agenzia per la protezione dei risparmiatori.
Cinque i partner sostenitori, Fondazioni Charlemagne, Enel, Con il Sud, Unipolis e la LegaCoopsociali, grazie ai quali il Forum avvierà i lavori con un particolare focus su quattro manifestazioni delle disuguaglianze: di ricchezza, di reddito e lavoro, nell’accesso e nella qualità dei servizi essenziali e infine nella partecipazione alle decisioni. Tra i membri del comitato promotore, oltre a Fabrizio Barca, che coordina il gruppo di lavoro dell’ASviS sulle diseguaglianze, figurano anche il portavoce dell'Alleanza, Enrico Giovannini, e l'economista Flavia Terribile del Segretariato ASviS.
“Uno dei punti di cui abbiamo dibattuto maggiormente in questo anno di gestazione del Forum è stato l'uso delle parole”, puntualizza ancora Barca, “Ad esempio il concetto di merito, tanto discusso nei decenni. O quello di uguaglianza che oggi ha quasi assunto un'accezione negativa e richiama l'appiattimento della società”.
di Elis Viettone