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Sdg Watch Europe: un “test di sostenibilità” in tutte le future normative Ue
La rete europea delle organizzazioni della società civile ha redatto una lettera per il commissario Ue Oettinger per spingere la modifica del quadro finanziario pluriennale affinché sia più trasformativo, incentrato sulla persona e sostenibile.
Spingere i governi affinché implementino le politiche per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delineati nell’Agenda 2030 è l’obiettivo che l’organizzazione europea della società civile SDG Watch Europe, di cui ASviS è membro, si è posta come mission.
L’impegno a portare avanti la propria missione costitutiva si è concretizzata in una serie di progetti volti a raggiungere la società civile internazionale (compresi i Paesi non appartenenti all’Ue) per sensibilizzare, promuovere l'impegno e contribuire a sviluppare la capacità di cui si ha bisogno par arrivare all'attuazione degli SDGs a tutti i livelli.
Tra le iniziative è stata redatta una lettera all’attenzione del Commissario europeo per il bilancio Günther Oettinger richiedente una riforma del futuro quadro finanziario pluriennale (Qfp) dell’Unione Europea in modo da renderlo “trasformativo, incentrato sulla persona e pienamente sostenibile”. Il documento si trova in linea con i punti per l’attuazione del “Sesto scenario” che la rete SDG Watch Europe ha elaborato nel 2017 in risposta ai cinque scenari proposti dal presidente della commissione europea Jean-Claude Junker nel Libro bianco sul futuro dell’Europa.
Nel testo della lettera, infatti, si chiede alla Commissione europea, che a metà 2018 dovrà presentare una proposta per incorporare l’Agenda 2030 nelle diverse politiche di competenza dell’Unione, di introdurre un “test di sostenibilità” per tutte le future normative e politiche finanziarie dell'Ue, con l’obiettivo di garantire maggior coerenza delle politiche, un accesso più equo ai finanziamenti per i cittadini e un bilancio europeo realmente trasformativo, pienamente in linea con l’Agenda 2030. Come indicato dal Gruppo di esperti di alto livello sulle finanze sostenibili, è necessaria, inoltre, una riforma per consentire al Qfp di catalizzare finanziamenti alla transizione verso l’economia circolare, l’impedimento di investimenti in combustibili fossili e pratiche dannose per l’ambiente e il ripristino e mantenimento dei servizi ecosistemici. Di seguito le azioni proposte da SDG Watch Europe da mettere in atto per realizzare questi ambizioni obiettivi:
- il bilancio dell'Ue dovrebbe servire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile sia all'interno che all'esterno dell'Europa ed essere pienamente in linea con l'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e la Carta dei diritti fondamentali, nonché con le norme internazionali sui diritti umani;
- il semestre europeo dovrebbe essere trasformato per fornire "Indagini annuali di sviluppo sostenibile" e contribuire a convogliare i finanziamenti dell'Ue verso aree d’azione prioritarie identificate;
- le decisioni di finanziamento dell'Ue fatte sulla misurazione dei risultati dovrebbero essere coerenti ed equilibrate tra tutte e tre le dimensioni dello sviluppo sostenibile;
- il bilancio dell'Ue dovrebbe rafforzare i valori europei comuni in Europa e nel mondo;
- il bilancio dell'Ue dovrebbe funzionare per le persone e con le persone per raggiungere una maggiore trasparenza e una partecipazione significativa dei cittadini;
- il bilancio dell'Ue dovrebbe aumentare l'inclusione sociale e fornire mezzi finanziari per attuare il pilastro europeo dei diritti sociali;
- il bilancio dell'Ue dovrebbe sostenere la transizione verso politiche alimentari, agricole e territoriali sostenibili, per ripristinare e mantenere i servizi ecosistemici e proteggere le nostre risorse naturali come la biodiversità e l'acqua.
L’impegno richiesto dalla rete di aderenti di SDG Watch Europe è stato quello di sottoscrivere questo documento e di ampliarne quanto più possibile la diffusione.
Anche l’ASviS, in quanto aderente della rete, ha sottoscritto la lettera e ne ha prodotta un’altra dello stesso tenore, firmata dal presidente Pierluigi Stefanini, che è stata sottoposta all’attenzione del ministro dell’Economia e delle Finanze Piercarlo Padoan e del sottosegretario Sandro Gozi perché che l’Italia “possa avere un ruolo propulsivo per contribuire a riformare il quadro finanziario pluriennale europeo, forte anche dell’introduzione nel processo di programmazione economica e di valutazione delle politiche nazionali dei 12 indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (Bes). Un cambiamento come quello qui proposto rappresenterebbe un cambiamento significativo nel modo di condurre le politiche economiche europee, orientandole decisamente allo sviluppo sostenibile”.
di Giulia D'agata