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Google e Unep insieme per una visione globale degli ecosistemi
Tutti potranno accedere ai dati satellitari per monitorare gli effetti del cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Governi e Ong hanno un’opportunità per individuare le aree prioritarie di azione.
L’annuncio è stato dato lunedì 16 luglio durante una delle sessioni dell’High level political forum di New York: Google e il Programma ambientale delle Nazioni Unite (United Nations Enrivonment Programme – Unep) uniranno tecnologie e competenze per consentire a tutti di accedere a importanti dati ambientali raccolti dalla rete satellitare dell’azienda informatica statunitense.
L’obiettivo della partnership è di creare una piattaforma user-friendly e accessibile a tutti per favorire l’accesso alle informazioni sullo stato degli ecosistemi e della biodiversità. Si tratterà quindi di “unire la scienza ambientale a big data e un’accessibilità senza precedenti”, come si legge nel comunicato stampa dell’Unep, “un impegno comune che mira a estendere la conoscenza del mondo sugli impatti delle attività umane sugli ecosistemi globali”.
Una volta completata, la piattaforma consentirà per la prima volta a governi e Ong di monitorare l’andamento di specifici target ambientali, facilitando l’adozione di misure per combattere gli effetti del cambiamento climatico. “Riusciremo risolvere le più grandi sfide ambientali dei nostri tempi soltanto accedendo ai dati giusti”, ha dichiarato il direttore dell’Unep, Erik Solheim. E ancora: “la partnership con Google ci permetterà di utilizzare i più sofisticati strumenti informatici per monitorare il progresso, identificare le aree prioritarie di azione e avvicinarci passo dopo passo a un mondo sostenibile”.
Riducendo il gap informativo che nel mondo spesso riguarda dati cruciali per l’implementazione di azioni efficaci contro il cambiamento climatico, il motore di ricerca e i tool di visualizzazione Google Earth consentiranno ai decisori politici di investire più efficientemente nei servizi ecosistemici.
Il progetto si concentrerà in primo luogo sugli ecosistemi di acqua dolce come le montagne, le aree paludose, i laghi e i fiumi, che ospitano il 10% delle specie presenti sulla Terra. In prospettiva, Google e Unep puntano alla costruzione di una piattaforma open-source di analisi di tutti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
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di Lucilla Persichetti