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Il 68% delle morti neonatali potrebbe essere evitato entro il 2030
Ogni anno 30 milioni di bambini nascono prematuri, troppo piccoli o si ammalano subito dopo il parto. Molte vite potrebbero essere salvate con le giuste cure o semplici strategie. 9/1/2019
La gioia che un neonato sano porta ai genitori e alle famiglie è qualcosa di indescrivibile e indimenticabile. Ma l’arrivo di un neonato prematuro, o con malattie più o meno gravi, è in grado di generare preoccupazioni spesso insostenibili per tutta la famiglia. Secondo il rapporto “Survive and Thrive: Transforming care for every small and sick newborn”, ogni anno nel mondo ci sono 30 milioni di bambini che nascono prematuri, troppo piccoli o che si ammalano nei primissimi giorni di vita e che necessitano di cure specialistiche per sopravvivere. I principali risultati del Rapporto, realizzato dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Unicef, in collaborazione con diversi partner che supportano i Paesi nell’attuazione dello Every Newborn Action Plan, sono stati diffusi il 13 dicembre. Nel 2017, stima il Rapporto, circa 2,5 milioni di neonati sono morti per cause evitabili e ogni anno un milione di neonati molto piccoli e malati sopravvive con disabilità permanenti. Eppure, continua lo studio, con le cure adeguate questi bambini potrebbero vivere una vita senza complicazioni.
"Quando si tratta di bambini e delle loro madri, ricevere la giusta assistenza al momento giusto e nel posto giusto, può fare la differenza", ha affermato Omar Abdi, vicedirettore esecutivo dell'Unicef.
Complicanze dovute a parto prematuro, lesioni cerebrali durante il parto, infezioni batteriche, ittero e gravi condizioni congenite, sono i principali rischi di morte tra i neonati. I tassi di mortalità neonatale variano significativamente tra i diversi Paesi nel mondo, da 1 a 44 decessi ogni mille nati vivi. Quasi tutti i decessi neonatali (98%) si verificano nei Paesi a medio e basso reddito, con il 78% nell'Asia meridionale e nell'Africa sub-sahariana. Otto dei dieci Paesi con i più alti tassi di mortalità neonatale sono in Africa, e la maggior parte ha subito una recente crisi umanitaria o un disastro naturale.
"Milioni di donne e bambini malati muoiono ogni anno perché semplicemente non ricevono cure di qualità” dichiara Abdi.
Il Rapporto evidenzia che entro il 2030, in 81 Paesi, le vite di 2,9 milioni tra donne, neonati e bambini, possono essere salvate con strategie più intelligenti, come ad esempio, lasciare che lo stesso team sanitario si prenda cura sia della madre che del bambino attraverso le fasi di travaglio, nascita e post parto, identificando da subito la presenza di eventuali problemi. Il 68% delle morti neonatali potrebbe essere evitato con semplici metodi come l'allattamento esclusivo al seno, il contatto pelle a pelle tra la madre (o il padre) e il bambino, con medicinali e attrezzature di base, garantendo l’accesso a strutture sanitarie pulite e ben attrezzate, gestite da operatori sanitari qualificati.
Secondo il Rapporto, con un ulteriore investimento di 20 centesimi di dollaro pro capite, è possibile salvare due neonati su tre nei Paesi a basso e medio reddito entro il 2030.
"La copertura sanitaria universale può garantire che tutti, compresi i neonati, abbiano accesso ai servizi sanitari di cui hanno bisogno, senza affrontare difficoltà finanziarie” dichiara Soumya Swaminathan, direttore generale dell’Oms. Continuando di questo passo, conclude il Rapporto, il mondo non raggiungerà il terzo Obiettivo di sviluppo sostenibile “Salute e benessere per tutti”. Senza rapidi progressi serviranno decenni prima di raggiungerlo. Per questo il Rapporto suggerisce l’adozione di cinque obiettivi strategici, in linea con quanto previsto dallo Every Newborn Action Plan:
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obiettivo 1: rafforzare e investire nell’assistenza sanitaria nel momento della nascita e nella cura dei neonati molto piccoli e malati;
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obiettivo 2: migliorare la qualità delle cure materne;
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obiettivo 3: garantire a tutte le donne e i neonati l’accesso all’assistenza sanitaria di base e di alta qualità;
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obiettivo 4: educare i genitori e le comunità alla partecipazione attiva delle cure e migliorarne le pratiche;
- obiettivo 5: raccogliere e monitorare i dati sull’assistenza sanitaria neonatale.
Trent’anni fa la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell’adolescenza ha garantito a tutti i neonati il diritto al più alto livello di assistenza sanitaria. È giunto il momento, conclude il Rapporto, che tutti i Paesi del mondo si assicurino che le risorse legislative, mediche, umane e finanziarie siano in grado di trasformare questo diritto in realtà.
di Tommaso Tautonico