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Il cambiamento climatico renderà molte grandi città del mondo invivibili
Secondo uno studio pubblicato su Nature, ondate di calore e aumento dei livelli del mare metteranno in ginocchio diverse metropoli urbane con milioni di abitanti: da Miami a Shangai, da Dubai a Nuova Delhi. 1/3/2019
Crescono nel numero e nell’intensità gli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici, ne sono un esempio gli incendi della California, le ondate di calore che solo in Europa hanno tolto la vita a migliaia di persone negli ultimi anni, e le piogge intense, vera e proprio minaccia, insieme al fenomeno della siccità, per l’intero comparto agricolo globale.
Tra le zone che subiranno gli impatti maggiori senza dubbio troviamo le grandi metropoli urbane, dove sempre più persone tendono a spostarsi. Molte di queste, con milioni di abitanti, risiedono sulle coste e sono sparse da un lato all’altro del globo.
Un recente studio pubblicato dalla famosa rivista scientifica Nature, dal titolo Millions projected to be at risk from sea-level rise in the continental United States, ha valutato quali città nel futuro saranno soggette a inondazioni e a eventi meteorologici estremi, come le ondate di calore, fenomeni che potrebbero risultare “gravi e potenzialmente fatali”.
L’obiettivo è capire quali zone, senza una chiara lotta al cambiamento climatico, rischiano di diventare invivibili entro il 2100.
Tra le città che risentiranno maggiormente degli effetti legati al clima che cambia troviamo Miami. Secondo lo studio più di 3,3 milioni di residenti andranno incontro ad alluvioni catastrofiche nel giro di 80 anni. Tra il 2010 e il 2100 oltre 13 milioni di persone potrebbero essere esposte a un aumento di sei piedi del livello del mare (circa 180 centimetri), e di queste circa un quarto vivono nelle zone tra Miami e Broward, in Florida.
Altra città al centro del mirino è New Orleans, passata alla storia per l’inondazione subita nel 2005 per via dell’uragano Katrina; è infatti, secondo il rapporto, tra le città al mondo maggiormente vulnerabili. Si calcola che se solo salisse di tre piedi il livello del mare (circa 90 centimetri), più di 100mila residenti (in pratica un terzo della popolazione) finirebbero sott’acqua.
Situazione diversa per Chicago, dove il problema principale sembra essere il caldo intenso. Nel 1995 la città fu testimone di un’ondata di calore che uccise oltre 700 persone e, viene dimostrato nel documento, un fenomeno di questa portata potrebbe verificarsi adesso con una maggiore probabilità, e in qualsiasi momento.
Spostandoci da un lato all’altro del pianeta, i problemi legati all’aumento della temperatura sembrano essere più o meno gli stessi. Se parliamo di Dubai, ad esempio, la città rischia di raggiungere i 45 gradi centigradi di media, durante il periodo estivo, già a partire dal 2070.
Ad Abu Dhabi, invece, sono previsti siccità e caldo intenso in una maniera maggiore rispetto agli ultimi anni, temperature che metteranno in serio “pericolo la vita delle persone”.
La zona orientale del pianeta, infine, non se la passerà meglio. A Shangai, la terza città per abitanti al mondo con le sue 25 milioni di persone, le ondate di calore aumenteranno d’intensità fino a diventare “fortemente minacciose” per la salute umana, con una situazione davvero difficile dopo il 2070. In India, attualmente circa il 2% della popolazione è costretto a vivere con una temperatura di bulbo umido di circa 33 gradi centigradi, vale a dire con tassi di umidità elevatissimi (a una temperatura di bulbo umido di 35 gradi il corpo umano può sopravvivere solo per poche ore)[1]. Si calcola che la quota, entro fine secolo, arriverà a interessare il 70% della popolazione.
di Ivan Manzo
[1] La temperatura di bulbo umido indica la capacità dell’umidità di evaporare, meccanismo che consente al corpo umano di mantenere la sua temperatura interna attraverso l’evaporazione del sudore.