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Gsi: dall’Italia poche misure significative per ambiente e cambiamento climatico
Il nostro Paese ottiene il punteggio peggiore tra gli Stati europei inclusi nell’indice che misura l’impatto ambientale delle misure fiscali in risposta al Covid-19. Bene Francia, Spagna e Germania. Stati Uniti fanalino di coda. 20/11/20
Il pacchetto d’autunno presentato il 18 novembre dalla Commissione europea conteneva la raccomandazione agli Stati membri di favorire una ripresa sostenibile e inclusiva nel contesto di forte incertezza generato dalla crisi da Covid-19. In settembre, nel primo discorso sullo stato dell’Unione dopo la pandemia, la presidente Ursula von der Leyen ha annunciato che il 37% dei 750 miliardi del Next Generation Eu sarà speso direttamente per gli obiettivi del Green Deal europeo. Con queste risorse l’Europa ha la possibilità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, migliorare l’efficienza energetica e investire nella conservazione e nel ripristino del capitale naturale.
Secondo il rapporto Greenness of stimulus index (Gsi) pubblicato dalla società di consulenza Vivid Economics nell’ambito del Finance for Biodiversity (F4B), il Next Generation Eu è il piano di stimolo fiscale più attento alla tutela dell’ambiente tra quelli messi in campo dalle principali economie mondiali. Nella sua ultima versione aggiornata al 23 ottobre, il Gsi ha analizzato le misure di politica economica in contrasto al Covid-19 in 23 Paesi (le economie del G20 più Spagna, Filippine e Singapore) attraverso cinque settori che hanno un ampio impatto sulle emissioni di carbonio e sulla natura, ovvero agricoltura, industria, rifiuti, energia e trasporti. I risultati hanno mostrato che gli stimoli fiscali annunciati fino ad oggi avranno un impatto ambientale negativo in 16 Paesi del G20 e in due degli altri Paesi analizzati.
“Attualmente gran parte di queste risorse è destinata a confluire nei settori esistenti senza alcun tentativo di guardare avanti e promuovere la sostenibilità e la resilienza a medio e lungo termine. Esiste quindi un ampio spazio per i governi per orientarsi verso una ripresa diversa”, dice il Rapporto. Le misure di stimolo green si sono concentrate principalmente sulla riduzione delle emissioni di carbonio, ma hanno prestato poco interesse alla conservazione e all’equilibrio della natura. “Dati i rischi associati al degrado del capitale naturale, compreso il rischio di spillover del virus alla base dell'attuale pandemia, è impossibile giustificare questa scarsa attenzione prestata alla protezione della natura”, si legge nel Rapporto.
L’Italia ottiene il punteggio peggiore tra i Paesi europei inclusi nel Gsi, principalmente a causa delle sue performance ambientali di base e per aver adottato poche misure ambientali specifiche. Il pacchetto iniziale contenuto nel “Decreto Cura Italia” era in gran parte indirizzato alla sanità, al welfare e al supporto di emergenza per le imprese, rileva il Rapporto. Il “Decreto Liquidità” sta fornendo 400 miliardi di euro di sostegno alla liquidità delle imprese mentre il “Decreto Rilancio” introduce misure aggiuntive sia per le famiglie che per le imprese. Con il “Decreto Agosto” l’esecutivo ha stanziato ulteriori 25 miliardi di euro per imprese e lavoro.
Il governo italiano, spiega il Rapporto, ha varato un piano di salvataggio per Alitalia da 3 miliardi di euro a condizione che la compagnia aerea non licenziasse i dipendenti e ha anche pianificato di assumere la piena proprietà dell’azienda. Secondo lo studio, il salvataggio di Alitalia non è stato però vincolato all’adesione ad obiettivi ambientali da parte della compagnia. “Dato che il governo sta cercando un acquirente per la compagnia aerea, appare poco credibile che la nazionalizzazione la porterà entro obiettivi climatici e ambientali più severi”, si legge.
Tra le misure segnalate, l’”Ecobonus” che prevede detrazioni fiscali del 110% per le spese sostenute per alcuni interventi di efficienza energetica, per l’installazione di impianti solari fotovoltaici e punti di ricarica per i veicoli elettrici. Nel 2020 il governo ha assegnato, inoltre, 37,5 milioni di euro ai Comuni italiani con meno di mille abitanti, per la realizzazione di progetti di efficienza energetica e sviluppo territoriale sostenibile. Altri provvedimenti riguardano il bonus mobilità per l’acquisto di biciclette e scooter e incentivi per i veicoli elettrici. Infine, la Legge di Bilancio 2020 ha eliminato le clausole di salvaguardia su Iva e accise, che aumentavano automaticamente le aliquote su alcuni prodotti combustibili.
D’altra parte, la risposta in Europa occidentale, Corea del Sud e Canada è stata, almeno in parte, in linea con la tutela e la conservazione dell’ambiente, con investimenti in infrastrutture green, energia pulita e trasporti. La Francia ha ottenuto uno dei migliori punteggi dell’indice perché il suo piano per la ripresa prevede forti investimenti nella transizione verde. Il piano della Spagna per la ripresa, la trasformazione e la resilienza ha una tendenza altrettanto ambiziosa verso progetti sostenibili. La Germania ha incluso nel suo pacchetto di stimoli misure importanti nei settori dell’energia e dei trasporti. Le misure di stimolo fiscale del Regno Unito hanno un impatto minore su tali obiettivi, ma il Paese mantiene punteggi elevati grazie alle performance ambientali positive.
Nel complesso, però, la maggior parte dei Paesi a livello globale ha continuato a fornire sostegno alle aziende in settori ad alto impatto ambientale e, in alcuni casi, ad allentare i controlli di sicurezza ambientale. Tra i Paesi sviluppati, il pacchetto di stimoli fiscali varato da Trump negli Stati Uniti si distingue come il più dannoso, per via della deregolamentazione ambientale in tutti i settori analizzati nel Rapporto. “La prossima amministrazione sarà fondamentale nel plasmare la direzione futura del massiccio piano di stimolo fiscale statunitense. Ci aspettiamo che una vittoria di Biden porti a qualche cambiamento di rotta, con stimoli più diretti per l’ambiente e tecnologie a basse emissioni di carbonio”, si legge nel Rapporto.
Le economie emergenti che dipendono maggiormente da settori ad alta intensità ambientale non sono riuscite a intensificare gli sforzi verso una transizione green. Secondo il Rapporto, Cina, India e Messico hanno annunciato misure che danneggeranno l’ambiente, mentre programmi economici di Sudafrica e Russia, tra i principali produttori di energia da combustibili fossili, rafforzano ampiamente gli impatti ambientali dannosi. In particolare, la Russia è scivolata in fondo alla classifica Gsi dopo che il governo ha sostenuto i prezzi del petrolio e ha continuato a sovvenzionare le imprese ad alte emissioni di carbonio. Il Sudafrica ha ridotto gli investimenti sulle energie rinnovabili in risposta al calo della domanda di energia, ha differito i pagamenti della carbon tax e ha allentato le normative ambientali. L’Indonesia e il Brasile stanno sostenendo l’industria ad alte emissioni di carbonio e un’agricoltura non sostenibile. Argentina, Arabia Saudita e Turchia stanno dirigendo una parte significativa dei loro pacchetti di stimolo verso le industrie inquinanti. I Paesi aggiunti di recente al Gsi, Singapore e Filippine, seguono questa tendenza negativa.
Il Rapporto riporta, infine, una serie di misure con cui i governi possono orientare le loro politiche in risposta al Covid-19 verso una traiettoria sostenibile:
- salvataggi aziendali subordinati all'implementazione di specifici miglioramenti ambientali per le operazioni e gli appalti, come la riduzione dell’impronta di carbonio e altri impegni per l’ambiente;
- investimenti su conservazione del suolo e agricoltura sostenibile, come il rimboschimento di terreni degradati, pratiche agricole sostenibili, infrastrutture per la prevenzione degli incendi e sistemi di irrigazione dell'acqua efficienti;
- prestiti e finanziamenti per investimenti verdi, ad esempio in energia a basse emissioni di carbonio (solare, eolico, biocarburanti e idrogeno), retrofit ad alta efficienza energetica e infrastrutture per veicoli elettrici;
- finanziamenti per Ricerca e Sviluppo (R&S), in particolare nei settori dei trasporti e nell’energia;
- rafforzare la regolamentazione ambientale ed evitare la deregolamentazione.
di Andrea De Tommasi
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