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Giornata mondiale della salute: la pandemia ha reso più difficile l’accesso alle cure
Restrizioni, timore di contrarre infezioni, allungamento delle liste di attesa. Così circa il 40% in più rispetto al 2019 delle persone non affette da Covid ha rinunciato a curarsi, con conseguenze pericolose nel lungo termine. 07/04/21
La celebrazione della Giornata mondiale della salute è ogni anno un’occasione per riflettere sulla qualità e l’accessibilità del nostro sistema sanitario. In Italia, uno dei Paesi dove la pandemia ha colpito per prima, sono stati spesi sforzi fuori dal comune per far fronte a questa situazione di crisi totalmente nuova. Molto spesso però viene tralasciato il rovescio della medaglia: quali sono state le conseguenze dell’emergenza per le persone bisognose di cure e non affette da infezione SARS-CoV-2?
Il 23 marzo, la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi) ha pubblicato un documento dal titolo “SalutEquità. Trasparenza e accesso ai dati sullo stato dell’assistenza ai pazienti NON Covid-19”. Dal documento emerge un generale peggioramento della qualità del servizio sanitario per le persone bisognose di cure e non affette dal virus pandemico.
Il dato che salta maggiormente agli occhi riguarda la rinuncia alle cure: è in aumento di circa il 40% rispetto al 2019; se nel 2019 il 6,3% della popolazione italiana rinunciava a curarsi, infatti, l’anno seguente la percentuale era del 10. Più della metà delle persone che ha rinunciato a curarsi lo ha fatto a causa delle restrizioni imposte per contenere i contagi, per il timore di contrarre infezioni, ma soprattutto per la chiusura di molti ambulatori durante il lockdown. Il fenomeno raddoppia rispetto al 2019, sempre a causa del Covid-19, in Piemonte (48,5%), Liguria (57,7%), Lombardia (58,6%) e Emilia-Romagna (52,2%). Le donne sono quelle che hanno rinunciato maggiormente alle cure.
Come è stato sottolineato dal presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, il Covid-19 ha sottratto “personale e risorse alla prevenzione e alla cura di altre patologie, con conseguenze pesanti sulla salute di tanti italiani”. Questo può avere delle conseguenze molto pericolose sul medio-lungo termine, soprattutto sulla popolazione che necessita di un monitoraggio costante: il sistema sanitario nazionale (Ssn) rischia di ritrovarsi in un’emergenza dentro l’emergenza. È pertanto prioritario, secondo la Fnopi, misurare per comprendere l’attuale stato dell’assistenza garantita ai pazienti non Covid e mettere subito in campo un Piano nazionale di rientro nel Ssn di questi pazienti.
di Milos Skakal