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"Indifesa": la campagna di Terre des Hommes per la tutela delle bambine nel mondo
Sono 44 milioni le bambine al di sotto dei 14 anni che hanno subito mutilazioni genitali, mentre sono 16 milioni le nuove baby spose: queste alcune delle cifre presentate dalla onlus internazionale nel Rapporto stilato in occasione della giornata Giornata Mondiale Onu delle Bambine e delle Ragazze.
“Indifesa” è la parola d'ordine della campagna della onlus Terre des Hommes lanciata l'11 ottobre in occasione della Giornata Mondiale Onu delle Bambine e delle Ragazze. Numeri da capogiro contenuti nel Rapporto presentato infatti testimoniano come ancora oggi troppo spesso vengano negati i diritti dell'infanzia in maniera ancor più drammatica quando si tratta di minori di sesso femminile.
"Nel mondo, 44 milioni di bambine al di sotto dei 14 anni hanno subito mutilazioni genitali” dichiara Donatella Vergari Segretario Generale di Terre des Hommes, “Ogni anno, sono 16 milioni le nuove baby spose, molte delle quali diventano mamme quando ancora il loro corpo non può sopportare una gravidanza, mentre il 21% delle vittime di tratta sono bambine e ragazze. Tante tra loro le migranti: il rischio di essere trafficate aumenta in presenza di guerre ed emergenze ambientali".
Secondo un rapporto sul lavoro minorile stilato dall'Unicef le bambine tra i 5 e i 14 anni sono occupate il 40% in più del tempo nei lavori domestici non pagati e nella raccolta di acqua e legna, rispetto ai coetanei maschi e complessivamente sono ancora 31 milioni quelle che non frequentano scuole di primo livello.
In particolare le ragazze tra i 10 e i 14 anni in Asia Meridionale, Medio Oriente e Nord Africa sono impegnate circa il doppio del tempo in faccende domestiche come cucinare, pulire, prendersi cura dei familiari e recuperare acqua e legna da ardere rispetto ai ragazzi. Burkina Faso, Yemen e Somalia sono i Paesi dove si registrano le maggiori diseguaglianze tra i maschi e femmine in queste attività.
"Ma così le giovani sacrificano importanti spazi che potrebbero dedicare all'apprendimento, alla crescita e alla propria infanzia”, sostiene Anju Malhotra, esperta di questioni di genere all’Unicef, “Il rapporto mostra che il lavoro delle bambine è meno visibile e spesso sottovalutato mentre invece vengono assegnate loro responsabilità come se fossero già adulte, come la cura di altri bambini” conclude Malhotra.
Ma il Rapporto di Terre des Hommes non mette in luce solo i problemi ancora irrisolti. Le premesse da cui parte lasciano posto alla speranza, considerando ad esempio il 2015 come un anno speciale per i diritti di donne, ragazze e bambine. A 20 anni dalla Dichiarazione di Pechino infatti, alcuni passi avanti sono stati compiuti. In primis è cresciuto il numero di piccole che frequentano la scuola primaria, passando dalle 92 ogni 100 maschi del 2000 alle 97 ogni 100 bambini del 2011; oppure il divieto da parte di 25 Paesi su 59 che praticano le mutilazioni genitali femminili; o ancora il numero di bambine costrette a lavorare è sceso del 40%, da 113 milioni del 2008 a 68 milioni del 2012.
Ecco perché, sottolinea il Rapporto, i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile rappresentano un importante spartiacque nel superamento delle violazioni di questi diritti grazie all’inclusione trasversale del tema di genere, ritenuto “cruciale”. L'argomento riappare quindi più volte, in diversi ambiti, come ad esempio nel Goal2 , dove si chiede di rispondere alle esigenze nutrizionali delle ragazze adolescenti, delle donne in gravidanza e allattamento, o al Goal4, il cui obiettivo è garantire entro il 2030 a tutti i bambini e alle bambine l’accesso gratuito all’istruzione primaria e secondaria, o il Goal 5 sul raggiungimento della parità di genere e l'eliminazione delle diseguaglianze.
di Elis Viettone