Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Rubrica: Europa e Agenda 2030

Stato di diritto nell’Ue: l’analisi e le raccomandazioni per l’Italia

Novità dal 14 al 28 luglio. Relazione annuale sullo Stato di diritto nell’Unione europea e nel nostro Paese. Criticità sul livello di corruzione percepita. Mancanza di un’istituzione nazionale per la tutela dei diritti umani.

Consulta la rassegna dal 14 al 28 luglio

Relazione sullo Stato di diritto 2024: Ue e Italia

La Commissione ha pubblicato il 24 luglio la relazione sullo Stato di diritto nei 27 Stati membri dell’Unione. Si tratta della quinta edizione della relazione pubblicata con periodicità annuale introdotta nel precedente mandato 2019-2024 della presidenza Von der Leyen.

La relazione comprende, come ogni anno, una comunicazione che esamina la situazione generale dell'Ue e 27 capitoli dedicati ai singoli Paesi, nei quali sono analizzati gli sviluppi significativi registrati in ciascuno Stato membro. La relazione riporta inoltre la valutazione delle raccomandazioni dell'anno scorso, sulla cui base formula nuovamente raccomandazioni specifiche dirette a tutti gli Stati membri.

La Commissione europea riporta come risultato incoraggiante che, dalla sua prima pubblicazione nel 2020, la relazione è diventata un importante fattore di promozione di riforme positive: due terzi (il 68%) delle raccomandazioni formulate nel 2023 sono state pienamente o parzialmente seguite dagli Stati membri. Tuttavia, rileva la Commissione, in alcuni Stati membri permangono problemi sistematici e la situazione si è ulteriormente aggravata.

In concomitanza alla pubblicazione della relazione viene pubblicata anche un’indagine dell’Eurobarometro da cui emerge che più di sette cittadini dell'Ue su dieci (72% nella media dell’Ue e pari percentuale per l’Italia) ritengono che l'Unione svolga un ruolo importante nel contribuire a preservare lo Stato di diritto nel loro Paese.

Come novità, la relazione di quest'anno comprende per la prima volta relazioni sulla situazione nei quattro Paesi extra Ue in stato più avanzato per l’adesione, e precisamente Albania, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia. Questa integrazione dovrebbe meglio sostenere i processi di riforma in questi Paesi per accelerarne il processo d’adesione.

Come nelle precedenti edizioni la relazione generale e le relazioni per Paese si articolano in quattro specifici temi, valutando progressi, ritardi, criticità:

  • sistemi giudiziari nazionali,
  • quadri anticorruzione,
  • libertà e pluralismo dei media,
  • altre questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri.

La metodologia del processo di elaborazione è in sintesi esplicitata in un apposito documento. I report dedicati a ciascun Stato membro sono predisposti come documenti di lavoro da parte dei servizi della Commissione europea e sono il risultato di un intenso dialogo con le autorità nazionali e i portatori di interessi.

 Ad esempio, nella relazione per Paese dedicata all’Italia, le nuove leggi e le proposte legislative attualmente in discussione (quali sull’abuso d’ufficio, sulla riforma del sistema giudiziario, sulla riforma costituzionale per il cosiddetto premierato, sui termini di prescrizione dei processi, sull’accesso alle informazioni giudiziarie da parte della stampa, governance della Rai, ecc…) sono riportate nel testo insieme alle posizioni critiche espresse dai portatori d’interesse (quali l'Associazione nazionale magistrati o l’Osservatorio sul pluralismo dei media e altri diversi nelle fattispecie pertinenti) e messe a confronto con le motivazioni formalmente espresse dalle autorità nazionali.

A queste si aggiungono alcune valutazioni dei servizi della Commissione su elementi oggettivi. Ad esempio, in merito all’abuso d’ufficio, è indicato che tuttavia la criminalizzazione dell'abuso d'ufficio e del traffico di influenze illecite è prevista dalle convenzioni internazionali sulla corruzione ed è quindi uno strumento essenziale per le autorità di contrasto e le procure ai fini della lotta contro la corruzione.

Importante per lo sviluppo dei contenuti delle relazioni sono anche i sondaggi nella popolazione. In particolare, per i quadri anticorruzione sono stati di supporto alla valutazione due indagini: Speciale Eurobarometro e Flash Eurobarometro del 2024. Queste indagini mostrano l’alta preoccupazione degli europei per la corruzione: il 68% (78% in Italia) delle cittadine e dei cittadini ritiene diffusa la corruzione nel proprio Paese, mentre per le imprese le percentuali si riducono parzialmente al 64% nella media Ue, allargandosi all’82% per l’Italia. Il 65% nella media Ue (68% in Italia) ritiene che i livelli di corruzione ad alto livello non siano perseguiti in maniera sufficiente. Di queste imprese, il 75% della media Ue e il 77% degli Italiani si dichiarano d’accordo nel ritenere che legami troppo stretti tra imprese e politica portino alla corruzione e per il 63% nella media Ue e il 76% degli italiani si dichiarano d’accordo nel ritenere che favoritismi e corruzione compromettano la concorrenza tra imprese.

Specificamente sul tema corruzione, la relazione per l’Italia riporta come valutazione di sintesi che la percezione fra gli esperti e i dirigenti aziendali è che il livello di corruzione nel settore pubblico continui ad essere relativamente elevato. E oltre ai dati dell’Eurobametro viene riportato l'Indice di percezione della corruzione 2023 di Transparency International in cui l'Italia riceve il punteggio di 56/100, classificandosi al 17esimo posto nell'Unione europea e al 42esimo posto a livello mondiale.

Di particolare interesse sono anche i dati riportati nella Relazione per l’Italia in proposito alla partecipazione e all’apertura dello spazio civico. La Commissione riporta che permangono criticità per quanto riguarda lo spazio civico, anche alla luce dei casi di aggressività verbale nei confronti di organizzazioni impegnate in attività umanitarie e dei casi di violenza segnalati contro chi partecipa a manifestazioni. Lo spazio civico è ancora considerato "ristretto". I portatori di interessi hanno segnalato le aggressioni verbali subite da determinate organizzazioni, soprattutto quelle che svolgono attività umanitarie, ad opera di alcuni media ed esponenti politici e alcuni episodi di violenza perpetrata dalla polizia a danno di manifestanti.

Come notizia di rilievo positivo e con alte potenzialità si riporta che nel luglio 2023 è stato inaugurato l'Hub partecipazione quale piattaforma mirante a promuovere e catalizzare le politiche di partecipazione pubblica e a condividere pratiche, percorsi e strumenti d'interesse a livello nazionale e internazionale. L'Hub è guidato da cinque amministrazioni pubbliche e da quattro organizzazioni della società civile (Aip2, ActionAid, Mappina e The Good Lobby). La Commissione riporta che, secondo i portatori di interessi, non è ancora possibile trarre conclusioni sulla sua efficacia poiché l'Hub non è ancora pienamente operativo.

Tra gli altri aspetti che la relazione per l’Italia riporta come punto d’attenzione è che nell'attuale legislatura (iniziata nell'ottobre 2022) il Governo ha adottato 59 decreti-legge, dei quali 51 convertiti in legge e sette non convertiti, ma il cui contenuto è stato incluso in altre leggi. Si tratta di circa il 50% delle leggi adottate dal Parlamento, valutando in termini generali che il frequente ricorso ai decreti-legge da parte dei Governi potrebbe incidere sull'equilibrio dei poteri tra il Governo (in quanto potere esecutivo) e il Parlamento (in quanto potere legislativo).

 Un altro punto d’attenzione della relazione, rilanciato nelle raccomandazioni finali richiamando gli anni precedenti, è la mancata costituzione di un’istituzione nazionale per i diritti umani in linea con i principi di Parigi delle Nazioni Unite. Nel contesto, la Commissione evidenzia che al 1º gennaio 2024 l'Italia doveva ancora dare esecuzione a 66 sentenze guida della Corte europea dei diritti dell'uomo, sette in più rispetto all'anno precedente.

Le raccomandazioni all’Italia della relazione sullo Stato di diritto 2024

 Si riportano qui testualmente le raccomandazioni:

Nel complesso, per quanto riguarda le raccomandazioni formulate nella Relazione sullo Stato di diritto 2023, l'Italia ha compiuto:

  • ulteriori progressi nel proseguimento degli sforzi volti a migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione nelle sedi penali e nelle procure;
  • ulteriori progressi nell'adozione di norme complessive sui conflitti di interessi e nessun ulteriore progresso nell'adozione di disposizioni sul lobbying per l'istituzione di un registro operativo delle attività dei rappresentanti di interessi, compresa un'impronta legislativa;
  • nessun ulteriore progresso nell'affrontare efficacemente e rapidamente la pratica di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e nell'introduzione di un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne;
  • nessun ulteriore progresso nel portare avanti il processo legislativo di riforma e introduzione di garanzie per il regime della diffamazione e la protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme europee in materia di protezione dei giornalisti;
  • nessun ulteriore progresso nel proseguimento degli sforzi per costituire un'istituzione nazionale per i diritti umani tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite.

Ciò premesso, e alla luce di altri sviluppi verificatisi nel periodo di riferimento, oltre a ricordare gli impegni assunti nell'ambito del piano nazionale per la ripresa e la resilienza, si raccomanda all'Italia di: 

  • proseguire gli sforzi volti a migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione nelle sedi penali e nelle procure;
  • adottare le proposte legislative in sospeso sui conflitti di interessi e adottare norme complessive sul lobbying per l'istituzione di un registro operativo delle attività dei rappresentanti di interessi, compresa un'impronta legislativa;
  • affrontare efficacemente e rapidamente la pratica di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne;
  • portare avanti il processo legislativo del progetto di riforma sulla diffamazione e sulla protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di incidenza negativa sulla libertà di stampa e tenendo conto delle norme europee in materia di protezione dei giornalisti;
  • provvedere affinché siano in vigore disposizioni o meccanismi che assicurino un finanziamento dei media del servizio pubblico adeguato per l'adempimento della loro missione di servizio pubblico e per garantirne l'indipendenza;
  • intensificare gli sforzi per costituire un'istituzione nazionale per i diritti umani tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite.

Pacchetto infrazioni di luglio e altre novità

 La Commissione europea ha pubblicato altre relazioni sulla conformità dell’azione degli Stati membri rispetto alla legislazione europea. In particolare è stata adottata la relazione annuale sul monitoraggio della legislazione europea 2023, la 35esima relazione annuale sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea e la lotta contro la frode, la seconda relazione sull'applicazione del regolamento generale sulla protezione dei dati.

É stato pubblicato il pacchetto infrazioni di luglio. Tra le decisioni principali è assunta in particolare una lettera di costituzione in mora all'Italia (Infr(2024)2097) per il non corretto recepimento della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, quale modificata dalla direttiva (UE) 2018/851). Sulla gestione rifiuti la Commissione ha inviato anche lettere di costituzione in mora (per l’Italia - Infr(2024)2142) invitando tutti gli Stati membri a conseguire gli obiettivi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti.

Inoltre, la Commissione ha deciso di deferire l’Italia (Infr(2022)0322) alla Corte di giustizia in relazione al diritto dei lavoratori mobili dell'Ue di percepire le prestazioni familiari a parità di condizioni degli italiani, costituendo ciò una discriminazione in violazione al diritto dell'Ue in materia di coordinamento della sicurezza sociale (regolamento (Ce) n. 883/2004) e di libera circolazione dei lavoratori (regolamento (Ue) n. 492/2011 e articolo 45 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea).

Altre procedure d’infrazioni avviate nei confronti dell’Italia riguardano le normative su risanamento e risoluzione delle banche, gestori di crediti e acquirenti di crediti, gestione dei diritti d’autore, tariffazione per i servizi di navigazione aerea, spazio aereo.

Dando seguito alle relazioni predisposte dalla Commissione europea, il Consiglio dell’Unione ha avviato procedure per i disavanzi eccessivi rispetto alle regole del patto di stabilità e crescita nei confronti di sette Stati membri: Italia, Ungheria, Romania, Francia, Polonia, Malta, Slovacchia, Belgio. Il disavanzo più alto di tutti i Paesi Ue relativo al 2023 è detenuto dall’Italia (al - 7,4%).

di Luigi Di Marco

 

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martedì 30 luglio 2024

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