Approfondimenti
Lavorare con e tra le comunità, l’esperienza del Patto educativo di Aprilia
a cura di Giuseppe Candela (Save the Children), Rita Fiorentino (PsyPlus) e Enrico Raponi (dirigente IC Toscanini)
Save the Children Italia sperimenta una modalità originale per attivare processi partecipativi sostenibili nel tempo basati sul ruolo centrale della scuola e della sua comunità, grazie allo strumento dei Patti educativi di comunità.
23 marzo 2023
IL SEGUENTE RACCONTO FA PARTE DELL'INIZIATIVA "SCUOLE E TERRITORIO: STORIE DI CONNESSIONI"
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Premessa
Lo sviluppo dei Patti educativi di comunità all’interno della community di Fuoriclasse in Movimento - rete di scuole per prevenire e contrastare la dispersione scolastica promossa da Save the Children - rappresenta la strutturazione in azione e obiettivi di passate esperienze di “animazione territoriale” sviluppate nel precedente ciclo quadriennale del progetto; è il risultato del radicamento sul territorio e della costruzione di legami forti con il tessuto associativo e istituzionale locale, a partire proprio dall’intervento portato avanti grazie al protagonismo di alcuni Istituti Comprensivi delle città di Napoli, Torino, Aprilia e Milano.
A partire da settembre 2021 (e fino a giugno 2024), le scuole della rete stanno lavorando nella direzione del rafforzamento della comunità educante attraverso l’animazione di 10 Patti educativi di comunità su tutto il territorio nazionale, dalla periferia della grande metropoli alla città di provincia. Nello specifico, grazie a un lavoro di consultazione di docenti e dirigenti della rete, le città individuate per l’implementazione dei 10 Patti sono le seguenti: Milano, Torino, Aprilia (Lt), Roma, Napoli, Cerignola (Fg), Noci (Ba), Reggio Calabria, Messina, Quartucciu (Ca).
L’obiettivo è duplice: da un lato rafforzare lo scambio di buone pratiche tra docenti e dirigenti scolastici su didattica innovativa, protagonismo degli studenti, comunità educante e dall’altro supportare le scuole ad avviare e sostenere patti educativi di comunità volti alla costruzione di alleanze territoriali con enti profit, non profit, istituzioni del territorio attraverso la promozione di “Tavoli territoriali di comunità”.
La trasformazione in azione strutturata e organica a Fuoriclasse in Movimento ha permesso il potenziamento dell’attività di facilitazione interna alla rete del Patto, con una figura dedicata interna alle scuole che segue in modo costante lo sviluppo del lavoro - in stretta sinergia con il team di Save the Children e dei partner territoriali – sia in termini di co-progettazione che di definizione de iure del quadro di principio e intervento che deve guidare la comunità educante riunita. A tal proposito, si sottolinea come per lo sviluppo dei Patti di comunità risulti indispensabile questa figura che sia in grado di facilitare la comunicazione, raccogliere bisogni, favorire legami, sottolineare i punti di forza di ciascuno, oltre a essere capace di far crescere il gruppo intorno a un obiettivo condiviso (cfr. AA.VV. Scuola Sconfinata, 2021).
Inoltre, valorizzando il ruolo e il lavoro dei Consigli Fuoriclasse – organismi di partecipazione degli studenti e delle studentesse all’interno delle singole scuole aderenti alla rete, deputati all’analisi dei bisogni e alla definizione di proposte di miglioramento del benessere scolastico – lo sviluppo del Patto educativo si avvale della partecipazione attiva degli studenti, coinvolti e con diritto di parola nelle fasi di consultazione, co-progettazione e implementazione. Centrale, rispetto ai patti promossi da Fuoriclasse in Movimento, rimane quindi il ruolo della scuola, il protagonismo degli studenti e delle studentesse e un approccio pedagogico centrato sui diritti, in particolare dell'infanzia e dell'adolescenza.
La voce di studenti e docenti “La scuola a volte è troppo rigida. A volte ci fa sentire sbagliati! Vorremmo poter fare di più anziché stare solo seduti ad ascoltare. Fuoriclasse e il lavoro con i Patti Educativi è una grande occasione per vivere la scuola in modo diverso!” - S. Studente IC Toscanini “Inizio a vedere dei collegamenti tra il lavoro dei Consigli Fuoriclasse, quello dei Patti e lo stare in classe. Molti studenti sembrano essere più partecipi anche durante le lezioni” - V. docente IC Orzini |
Come si avvia un Patto? L’esperienza di Aprilia
Come evidenziato in diverse pubblicazioni sul tema, il punto di partenza per l’avvio di un Patto è certamente l’esistenza di rapporti già in essere tra istituti scolastici, enti pubblici, famiglie e enti del terzo settore. Tra le varie esperienze di successo emerse all’interno di Fuoriclasse in Movimento, raccontiamo l’esperienza del Patto educativo di comunità in corso da oltre un anno nel territorio di Aprilia (città di oltre 70mila abitanti in provincia di Latina, quinta per numero di abitanti della regione Lazio, distante meno di 40 km da Roma). In questo territorio, il lavoro congiunto tra gli Istituti Comprensivi aderenti a Fuoriclasse in Movimento, l’amministrazione comunale e l’associazionismo locale sta portando risultati concreti in termini di protagonismo giovanile, costruzione di reti e pratiche partecipative: ogni attore ha la possibilità di portare le proprie istanze e avviare un proficuo e paritario dialogo con gli altri soggetti coinvolti attraverso un approccio orizzontale per il tramite della progettazione condivisa
La città di Aprilia, fondata nel 1936 durante le bonifiche dell’agro pontino, ha avuto nel corso dei decenni un’esplosione demografica imponente, con diversi flussi migratori provenienti prima da altre province italiane e poi dall’est Europa, dall’India e dal nord Africa. Questo impetuoso sviluppo demografico e edilizio ha fatto emergere condizioni di marginalità (sia in zone centrali urbane che periferie rurali), in cui la situazione socio-economica delle famiglie, l’impossibilità di accesso a servizi primari e la distanza dalle opportunità formative e ricreative recide alla base la possibilità di un pieno sviluppo per centinaia di bambini e adolescenti. Proprio per questi motivi Save the Children è attiva dalla fine del 2018 con diverse progettualità che hanno visto il coinvolgimento di quattro Istituti Comprensivi (Istituto Comprensivo G. Matteotti, Istituto Comprensivo A. Toscanini Istituto Comprensivo Orzini/Zona Leda e Istituto Comprensivo G. Garibaldi) e 15 scuole primarie e secondarie, per un totale di oltre 1500 studenti, 300 docenti e 200 genitori raggiunti dalle attività proposte (dati dicembre 2022).
In un contesto del genere ha sicuramente agevolato l’avvio del Patto la stretta collaborazione delle scuole apriliane, di Save the Children e dell’ente partner PsyPlus ETS, con l’amministrazione comunale, il Centro servizi per il volontariato (Csv Lazio) e tutte le realtà locali[1]. Questa sinergia, esistente dal 2018, si è venuta a rafforzare durante l’emergenza sanitaria nazionale tra marzo 2020 e settembre 2021 quando fin dal primo giorno della chiusura delle scuole, il corpo docente delle scuole apriliane sostenute dal team di Save the Children e di PsyPlus si è mosso in sinergia con le realtà istituzionali e associative del territorio per garantire il diritto allo studio ai minori e supportare le scuole e gli adulti di riferimento che si sono ritrovati a dover gestire una situazione a cui non erano assolutamente preparati. Un lavoro sinergico che grazie alla spinta di docenti e dirigenti ha portato all’istituzione di una task force territoriale tra scuole, enti locali, terzo settore, organizzazioni locali di protezione civile, per fare in modo che tutti gli studenti esclusi fossero intercettati e raggiunti per essere riforniti di supporto materiale (beni di prima necessità) e psicologico a distanza, oltre a ricevere dispositivi elettronici e connessioni internet utili a non perdere lezioni.
La voce di studenti e docenti “Quando partecipo agli incontri dei Patti mi piace! Posso esprimere il mio punto di vista e il mio pensiero. Posso anche scegliere il gioco iniziale!” - B. studente IC Orzini “Voglio mettere a disposizione la maggior parte delle mie ore di insegnamento perché riconosco l’enorme validità di questa azione!” - M.G. docente IC Matteotti |
Coltiviamo il cambiamento – dall’analisi del contesto alla stipula del patto
Il primo anno di attività è stato dedicato alla costruzione della rete e alla stesura e formalizzazione del Patto stesso. Il primo incontro si è svolto il 13 dicembre del 2021 negli spazi messi a disposizione da uno dei tre Istituti Comprensivi coinvolti nel Patto, quasi a dichiarare la centralità della scuola rispetto all’intero processo. Sono seguiti ulteriori sei incontri che hanno portato prima all’analisi del contesto (bisogni e risorse) e successivamente alla mappatura dei bisogni, al rafforzamento della rete e alla approvazione di una metodologia condivisa (progettazione partecipata). Tutto ciò è stato possibile anche attraverso l’utilizzo di piattaforme online gratuite (come mentimeter e padlet) per agevolare una consultazione di tutti gli attori.
Il focus sul metodo è stato importante per garantire una modalità di azione condivisa tra gli attori del Patto che sia basata non sui fini delle azioni ma appunto sul metodo dal quale scaturiscono. Prima di lavorare su come conciliare le esigenze dei diversi attori è stato necessario creare le condizioni per mescolare gli approcci disciplinari e arrivare a un metodo di lavoro condiviso. In questo modo il progetto potrà essere l'esito dell'interazione tra le persone che lo hanno prodotto e non la somma delle singole competenze: il risultato non è quindi l'interazione tra metodi diversi ma la produzione di un metodo nuovo, contestualizzato nel tempo e nello spazio e caratterizzato da un forte grado di coinvolgimento delle specificità delle persone che partecipano (cfr. Landolfo, 2019).
Successivamente, si è passati alla definizione delle risorse e delle competenze della rete, alla conoscenza reciproca, al coinvolgimento diretto di studenti e studentesse delle scuole primarie e secondarie di primo grado e alla stesura della prima bozza del Patto e alla scelta della denominazione e del logo dello stesso. Alla fine dell’anno scolastico, contestualmente a un evento pubblico, si è arrivati alla stipula del Patto stesso e alla definizione di un piano di monitoraggio. In questo secondo anno di attività il focus è stato posto sull’organizzazione di eventi pubblici di sensibilizzazione (che avessero il tema dell’infanzia e dell’adolescenza come elemento caratteristico), all’allargamento della rete del Patto e a un lavoro sulla sostenibilità dello stesso.
Al mese di febbraio 2023 fanno parte della rete del Patto 21 associazioni, tre Istituti Comprensivi, tre enti pubblici locali.
La voce di dirigenti e docenti Quali sono gli ingredienti per co-progettare con e per la comunità educante? “Comunione di intenti, condivisione e perseguimento degli stessi obiettivi, continuità nell’azione, e collaborazione tra tutti o parte degli attori della comunità educante per il raggiungimento della meta finale”. Enrico Raponi, dirigente IC Toscanini “Progettare insieme richiede una premessa essenziale: l’ascolto e il dialogo, di e con la comunità educante tutta. Ascolto e dialogo possono emergere solo quando sono in campo relazioni stabili, continuative e profonde tra i soggetti coinvolti, in cui tutti e tutte sentano di essere partecipanti attivi e incisivi nel contesto di riferimento”. R, docente IC Matteotti |
Strategia educativa territoriale: la cura del processo e delle relazioni
La scelta di individuare a inizio percorso una metodologia condivisa per la gestione dei momenti assembleari, assimilabile alla progettazione partecipata, non è stato un processo semplice ma è risultata vincente perché garantisce una discussione allargata, in tempi predefiniti, con risultati concreti visibili a tutti i partecipanti al Patto grazie anche alla divisione in piccoli gruppi eterogenei in ognuno dei quali è prevista la presenza di almeno un docente o un dirigente scolastico, un rappresentante dell’amministrazione comunale, del distretto sanitario, del terzo settore, uno studente/studentessa, un genitore, ecc. I gruppi lavorano in sinergia, valorizzando le competenze e le conoscenze di ciascuno. Nel lavorare con i Patti, ma più in generale con le comunità, bisognerebbe acquisire la capacità di non pretendere il controllo su tutte le fasi del processo, senza per questo smettere di interrogarsi sugli obiettivi e i risultati finali. È un lavoro molto difficile che può essere soddisfacente se si riesce a utilizzare come strumento di lavoro la costruzione di un rapporto umano e paritetico con l'altro. L'atteggiamento più utile per chi cerca di adottare questo sguardo è la fiducia. È necessario avere fiducia nelle proprie attitudini, nell'intelligenza collettiva, nell'abilità di costruire collettivamente le soluzioni ai problemi e così via. Per fare in modo che questo avvenga davvero è necessario progettare un processo a maglie larghe, con la possibilità di chiarirlo nel tempo e adattarlo alle condizioni del momento e alle persone che ne fanno parte.
La voce di dirigenti e docenti sulle possibili strategie da adottare per la sostenibilità dei Patti educativi di comunità “Iniziare a lavorare insieme e vedere poi l’evoluzione nel tempo. Dopodiché si possono, sulla base delle esperienze fatte, mettere in atto strategie comuni utili al patto di comunità” E.Raponi, dirigente IC Toscanini “Occorre sottolineare due aspetti: il primo, che la logica di Patto entri in un’ottica sistemica e strutturale, non solo dal punto di vista delle persone, ma anche da quello delle Istituzioni, con le necessarie ricadute a livello dei sostegni (anche economici) preposti; il secondo, che l’impegno di tutte e tutti come comunità educante sia riconosciuto e valorizzato come elemento complementare, e non sostitutivo, delle politiche necessarie al pieno sviluppo dei diritti” G., docente |
Risultati ottenuti (in itinere)
Il lavoro di rete con i Patti in questo primo anno e mezzo si è mostrato efficace sia per raggiungere risultati immediati (ad esempio il supporto a famiglie con background migratorio per garantire l’alfabetizzazione linguistica oppure la ricerca di volontari per iniziative di vario tipo), sia per rispondere a esigenze di studenti e studentesse emerse all’interno dei Consigli Fuoriclasse (come ad esempio la creazione di una Biblioteca multilingue per ragazze e ragazzi) sia per garantire una previsione di spesa più efficace dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) legati al Piano Scuola 4.0: le scuole aderenti al Patto hanno infatti utilizzato gli incontri della rete per costruire un intervento strutturato che tenesse in conto delle proposte delle associazioni del territorio e delle esigenze delle famiglie e dei giovani cittadini, emerse dal lavoro di analisi del contesto e dei bisogni effettuato negli incontri dei Patti.
Due esperienze di “successo… condiviso”
Giornata della lingua Madre e “Biblioteca partecipata” Nel corso di un incontro mensile del Patto dello scorso dicembre 2022, un gruppo di docenti impegnate sul lavoro di inclusione linguistica insieme a una delle associazioni della rete, l’Associazione Senza Confine, nell’ottica di valorizzare uno degli obiettivi del Patto (inclusione) e sulla base di un’analisi di contesto (forte presenza di comunità con background migratorio nella città di Aprilia), hanno proposto di organizzare un’iniziativa per la giornata della lingua madre. Obiettivo: dare voce alla multiculturalità e all’inclusione linguistica. La proposta è stata accolta all’unanimità e, grazie a una rete di associazioni che si occupano di inclusione sul territorio, si è data vita all’organizzazione della stessa iniziativa, con la rete del Patto come gruppo promotore. È stata la prima vera iniziativa “firmata” a nome del Patto che prevedeva prima una serie di laboratori promossi nelle scuole cittadine e poi l’organizzazione della giornata che aveva come obiettivo la raccolta di testi multilingue per infanzia e adolescenza da donare alla biblioteca cittadina al fine di costruire un’apposita sezione della stessa denominata “biblioteca partecipata”. La giornata è stata un successo di pubblico e di libri raccolti per diffondere l’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze. La sezione della “biblioteca partecipata” per infanzia e adolescenza conterrà libri di narrativa interculturale, libri contro la differenza di genere e gli stereotipi, contro il razzismo, etc. La proposta emersa, oltre all’arricchimento del patrimonio librario, prevede un ciclo di laboratori di lettura per stimolare i/le bambini/e in situazione di povertà educativa di acquisire: - vantaggi cognitivi: la lettura è da considerarsi una vera e propria palestra in cui si può “allenare” la mente. - vantaggi emotivi: la lettura amplia il ventaglio delle emozioni che il bambino può riconoscere dandogli un nome; - vantaggi relazionali: lo stimolare la capacità di empatia ha infatti delle importantissime ricadute sul piano relazionale. |
Una seconda iniziativa che sta nascendo grazie alla rete del Patto è quella del "Trekking urbano e Toponomastica": un’esperienza educativa nata dal bisogno di “identità” che emerge tra i cittadini della città di Aprilia che permetterà di conoscere la rete di relazioni esistenti tra le storie di vita relative alla città e i nomi delle sue strade. La scoperta di relazioni tra luoghi della città e i loro nomi concorre al confronto e alla collaborazione tra i giovani partecipanti. L’attività è dedicata all’esercizio creativo della narrazione e crea una opportuna trasversalità anche tra materie disciplinari come indicato dalle Indicazioni nazionali per il curricolo del ministero: l’italiano (sviluppando le diverse fasi di creazione di una storia: dall’ideazione fino allo svolgimento del soggetto), la geografia (generando nomi di luoghi a partire dalle caratteristiche morfologiche del terreno), la storia (ricostruendo fatti e biografie, consultando fonti diversi, orali e scritte, testimonianza dirette e indirette) e in alcuni casi anche all’educazione civica per quanto riguarda il legame di cura che con i luoghi che attraversiamo è opportuno stabilire. |
[1] Arte mediterranea; ASD Rugby; ASD Virtus Basket; Azione Cattolica Ragazzi; Centro di Salute Mentale (CSM) di Aprilia; Comitato di Quartiere “Toscanini”; Comitato genitoriale Fuoriclasse I.C. “Orzini”; C.S.I. Dialogo APS; Associazione Culturale Diapason; Dress for Success Rome APS; Gruppo Scout Aprilia 1; Loro di Napoli APS; Matres APS; Mondo Disabili Future ODV; Montagna Libera APS; PsyPlus ETS, Reti di giustizia - il Sociale contro le mafie, Senzaconfine ODV.
Riferimenti bibliografici
AA.VV. (2021), Scuola Sconfinata. Proposta per una rivoluzione educativa. Milano: Feltrinelli.
Cardinali P, L. Migliorini (2013), Scuola e famiglia. Costruire alleanze, Carocci ed., Roma.
Del Bene, Rossi, Viaconzi (2021), La comunità educante. I patti educativi per una scuola aperta al futuro, Edizioni Fabbrica dei Segni.
De Sario P. (2017), L’intelligenza di unire, Mimesis, Milano.
Freire P. (2014), Pedagogia dell’autonomia. Saperi necessari per la pratica educativa, Gruppo Abele, Torino.
Landolfo F. (2019), Costruire nell'incertezza. Lavorare per un rapporto sincero con le comunità.
Merieu P. (2015), Fare la Scuola, fare scuola. Democrazia e pedagogia, Franco Angeli, Milano.
Melazzini C., a cura di C. Moreno (2011) Insegnare al principe di Danimarca. 11 anni di esperienze di una comunità educante, Sellerio, Palermo.
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Openpolis (2021)
Pagani, V., (2020). Dare voce ai dati. L’analisi dei dati nella ricerca educativa. Parma: Edizione Junior – Spaggiari.
Pileri P., Renzoni C., Savoldi P., (2022). Piazze scolastiche. Reinventare il dialogo tra scuola e città. Milano: Edizioni Corraini.
Reggio P., M. Santerini (2014), Le competenze interculturali nel lavoro educativo, Carocci, Roma.
Sofo G. (2018), Manuale di (dis)educazione dei grandi, Edizioni Corraini.
Twelvetrees A. (2006), Il lavoro sociale di comunità. Come costruire progetti partecipati, Erickson Edizioni.
Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.