Approfondimenti
Nei comuni la Valutazione di impatto generazionale per dare futuro ai giovani
di Luciano Monti, condirettore scientifico della Fondazione Ries e docente Luiss di Politiche dell’Unione europea
La Vig trova interessanti sperimentazioni nei comuni italiani, chiamati a dare risposte concrete ai propri giovani. Un fenomeno da non sottovalutare che pone al centro delle politiche giovanili le amministrazioni locali.
25 febbraio 2025
La Valutazione di impatto generazionale (Vig) nasce dall’esigenza di contrastare efficacemente il persistente divario generazionale tra i giovani di oggi e le precedenti generazioni, costantemente monitorato dall’Osservatorio politiche giovanili curato dalla Fondazione Ries. Divario che si concretizza nella sempre maggiore difficoltà per i giovani di oggi di raggiungere le tappe fondamentali per lo sviluppo della propria vita, quali l’accesso a una dimora autonoma, l’acquisizione di un lavoro dignitoso e l’assunzione della maternità e paternità responsabile.
Il mancato o ritardato appuntamento con queste fondamentali tappe generano effetti sotto gli occhi di tutti, come il tuttora persistente numero di Neet in Italia, il ritardato abbandono della casa dei genitori, una sensibile riduzione del tasso di fecondità e la cd. “fuga di cervelli”. Fenomeni che, occorre ricordarlo, non minano solo il corretto sviluppo delle nuove generazioni, ma riducono la forza lavoro qualificata di cui l’Italia ha tanto bisogno e dunque la competitività del sistema paese chiamato alla difficile transizione digitale e tecnologica, come da ultimo evidenziato nel Rapporto Draghi. Per non tacere degli effetti sullo spopolamento di vaste aree del territorio e della gestione critica dell’impatto dell’inverno demografico sul regime pensionistico e sulla sanità in generale.
Tralasciando le esperienze avviate in alcuni paesi europei in merito, come la Germania, l’Austria, la Francia e le Fiandre in Belgio, e le comunicazioni della Commissione europea che includono lo Youth test tra le strategie della Better regulation, nonché i pareri e le raccomandazioni sul tema da parte del Comitato economico e sociale (Cese), in Italia la Vig trova attuazione, unico caso in Europa, a livello locale.
Se le prime indicazioni circa la definizione delle misure generazionali, cioè dirette esclusivamente ai giovani tra i 14 e i 34 anni e le misure potenzialmente tali, cioè con un possibile impatto significativo su questi ultimi, sono state fornite dalle Linee guida elaborate dal Comitato per la Valutazione dell’impatto generazionale delle politiche pubbliche (Covige) e introdotte con Decretp ministeriale del 12 giugno 2022 dall’allora Ministro per le Politiche giovanili, le prime sperimentazioni sul campo sono il frutto della lungimiranza di alcune amministrazioni locali.
Prime tra queste il Comune di Parma (designata città europea dei giovani 2027 a seguito di una candidatura incentrata proprio sulla Vig) che le ha formalmente introdotte nel proprio Documento Unico di programmazione (Dup) e ora rese vincolanti su qualsiasi provvedimento comunale soggetto a “bollinatura” prima della pubblicazione. A seguire, il Comune di Bologna e via via altre municipalità in una sorta di vero e proprio “rinascimento dei Comuni”.
A cornice di questo movimento spontaneo, l’Anci ha promosso le proprie linee guida presentandole a fine febbraio di quest’anno e dunque ora a disposizione di qualsiasi comune italiano.
Volendo ora provare a cogliere il senso di questo fenomeno che, come detto, non trova riscontro in altri Paesi europei, esso vuole essere una risposta all’evidente disagio delle giovani generazioni che compisce tutte le dimensioni della loro vita, come sopra ricordato. “Domanda di futuro” che in prima istanza viene rivolta proprio all’amministrazione più vicina ai cittadini, dunque ai comuni.
La Vig comunale non vuole tuttavia essere solo la risposta a questa emergente domanda, ma anche lo strumento chiave per modificare radicalmente l’approccio che sino a poco fa ha caratterizzato tutti gli investimenti pubblici, anche di matrice europea, ovvero il collegamento tra la spesa e l’efficacia dell’intervento: il cosiddetto indicatore di input secondo il quale se l’amministrazione spende tutte le risorse affidategli, ha evaso il suo compito.
Per contro il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha affermato, anche nel nostro Paese, il nuovo approccio definito “performance based”, cioè non più legato alla spesa, bensì al raggiungimento di determinati risultati. Questi ultimi legati all’intervento stesso (misurato con indicatori di output) oppure al suo impatto (misurato con indicatori di outcome). Questo modello, che trova attuazione anche nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sta portando dunque i comuni che sottopongono il proprio Dup allo Youth-test a introdurre nella propria pianificazione target di output e outcome utili per monitorare l’efficacia delle misure generazionali o potenzialmente tali. Su questo versante sono di grande aiuto le nuove linee guida di Anci, che forniscono una batteria di indicatori comuni e naturalmente anche il set di indicatori che Istat ora mette a disposizione per la determinazione dell’Indice di fragilità dei Comuni.
La strada è ancora lunga e devono essere vinte le reticenze che vorrebbero la Vig concentrata soltanto sugli aspetti ambientali e sociali, escludendo quelli economici, ma questa spinta dal basso non può essere disattesa e c’è già chi a Bruxelles ragiona sul come introdurre il bilancio intergenerazionale sulla falsariga dell’esperienza in corso del bilancio di genere che la Milestone M1C1-110 del Pnrr Italiano prevede sia allegato alla Legge di bilancio dello Stato, riclassificandone le spese.
In conclusione, se si vuole veramente pensare alle future generazioni, come ora indica la nuova novella dell’art. 9 della Costituzione, bisogna con urgenza porre le basi per lo sviluppo delle attuali giovani generazioni, presto chiamate ad affrontare le sfide della competitività del Paese, l’inverno demografico, le aree in spopolamento e i mutamenti climatici. Il futuro sostenibile, con la Vig, è ora.
Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.