Approfondimenti
Un modello di agriturismo sostenibile tra le montagne del Trentino
di Andrea Delmonego, co-gestore dell’azienda agrituristica di Malga Riondera
Un'azienda agrituristica trentina affronta le sfide della sostenibilità ambientale e sociale, bilanciando economia e territorio. Un esempio virtuoso che coniuga gestione consapevole, biodiversità e compensazione ambientale.
11 marzo 2025
Il mondo rurale della montagna alpina, nel passato, è sempre stato più prossimo al concetto di sostenibilità ambientale, utilizzando le risorse in modo parsimonioso, più per mancanza di alternative che per sensibilità ambientale. La diffusa presenza di pastori e boscaioli aveva comunque causato profonde trasformazioni del territorio con vaste superfici disboscate e dissodate plasmando un paesaggio che abbiamo poi ereditato e che oggi è così apprezzato dal turismo montano. Un po’ meno diffusa era invece la sostenibilità sociale ed economica con frequenti situazioni di isolamento nei masi di montagna e scarse disponibilità finanziarie per far studiare o offrire alternative ai figli. Poi, con la “modernità” si sono invertite le cose grazie all’aumentato benessere economico, creando condizioni di vita delle genti di montagna meno sacrificate, meno isolate, con maggiori possibilità di scelte alternative di qualità della vita. Anche l’ambiente ha visto situazioni di miglioramento soprattutto dal punto di vista ecologico quando la pressione sul territorio è diminuita con i boschi che hanno riconquistato vaste aree pascolive, spesso in forte degrado. Oggi la pressione antropica si manifesta non omogenea nelle valli e nelle aree a vocazione turistica e nei tempi di presenza turistica e fruizione del territorio montano, creando non pochi problemi di impatto ambientale nella occupazione e cementificazioni dei suoli, nello smaltimento dei rifiuti, nella gestione della mobilità, nel consumo energetico e nel nuovo fenomeno dell’over-tourism. Mondo rurale, oggi, in grande affanno nel conciliare le molteplici esigenze che garantiscano sufficienti entrate economiche per contrastare la migrazione dei giovani verso valli e città con gli impatti ambientali e sociali conseguenti.
In tutto questo scenario appare prezioso un esempio di gestione di azienda agrituristica di montagna, situata in una zona secondaria rispetto ai flussi turistici principali del Trentino, che ha affrontato e sta affrontando queste problematiche facendone un percorso di consapevolezza ed azione che potrebbe essere di aiuto per chi volesse intraprendere una esperienza analoga e, chissà, magari riferimento per qualche lungimirante ed attento amministratore locale.
L’azienda agrituristica, caratterizzata da piccoli allevamenti, coltivazioni orticole, gestione dei boschi con selvicoltura naturalistica, semplice ospitalità rurale e fattoria didattica, sin da tempi non sospetti oltre trenta anni fa, ha posto grande attenzione alla sostenibilità ambientale sia nelle scelte di risparmio energetico adottate (ristrutturazione in bioedilizia, utilizzo delle energie alternative, riutilizzo del rifiuto organico in azienda e corretto smaltimento del riciclabile, prodotti per la ristorazione per lo più a Km 0) sia nel calcolo del bilancio idrico aziendale misurando la impronta idrica delle produzioni aziendali, allevamenti e della ospitalità bilanciandola con un articolato sistema di prelievo delle sorgenti ed immagazzinamento delle scorte d’acqua.
Ha inoltre calcolato l’impronta ecologica di tutte le attività aziendali traducendole in CO2 equivalente immessa in atmosfera e gemellandosi, da oltre trent’anni, con un progetto di salvaguardia di foresta primaria in Ecuador (www.Otonga.org) sostenendo la protezione di una superficie equivalente in grado di assorbire la CO2 rilasciata in atmosfera.
Ha anche cercato di quantificare il valore del mantenimento del territorio montano da parte dei due giovani imprenditori e gestori della malga, calcolando il valore dei benefici eco-sistemici che l’azienda è in grado di offrire alla comunità. E’ stato così dato valore alla anidride carbonica assorbita e all’ossigeno prodotto dalla gestione naturalistica dei propri boschi, alla difesa dalla erosione e alla salvaguardia delle acque, il valore paesaggistico di un territorio montano protetto che tanto viene riconosciuto dalla immagine del turismo montano, alla difesa e valorizzazione della biodiversità nelle sue varie forme.
Interessante è anche la relazione dell’azienda con gli ospiti e come comunica la sostenibilità in relazione all’ospitalità rurale. Oltre a creare momenti di informazione sul percorso affrontato dall’azienda anche attraverso alcune attività didattiche, propone agli ospiti di aderire volontariamente a questo percorso offrendo loro un sistema di calcolo per quantificare l’impatto ambientale del mezzo di trasporto utilizzato per giungere sul luogo di ospitalità e ritorno compensandolo sostenendo un progetto di salvaguardia di foresta primaria nel sud del mondo.
L’azienda ha dimostrato, con il suo agire quotidiano, che le realtà piccole di montagna, se gestite con passione, oculatezza e rispetto dell’ambiente, possono essere economie a credito nei confronti delle aziende pubbliche e private che, nella loro gestione, risultano essere fortemente impattanti dal punto di vista ambientale e sociale. Per questa buona pratica l’azienda ha ricevuto la bandiera verde 2023 di Legambiente per la provincia autonoma di Trento.
L’auspicio è che questa iniziativa trovi largo consenso e che si attivi un percorso virtuoso di compensazione ambientale e sociale che potrebbe dare un grandissimo contributo al contenimento dei mutamenti climatici del nostro Pianeta Terra, e alla riscoperta di un modello di consumo più sobrio e rispettoso della biodiversità in tutte le sue forme.
Coloro che desiderano conoscere in modo più profondo questa esperienza rurale possono visionare il documento allegato pubblicato sulla rivista Dendronatura dell’associazione forestali del Trentino (secondo sem. 2022).
Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.