Approfondimenti
Educazione, etica e comunicazione: il prezzo di una formazione incompleta
di Remo Lucchi, Presidente advisory board Eumetra
Una generazione centrata sul sé, priva di formazione etica, ha cambiato il modo di relazionarsi. Le aziende devono ripensare la comunicazione: meno prodotto, più relazione e attenzione all’individuo.
26 maggio 2025
In questi ultimi anni si sono sviluppate problematiche sociali crescenti, le cui cause non sono state diagnosticate. Questo significa che non sono state progettate soluzioni di rimedio, e ciò che ci si può aspettare è che queste problematicità, e le relative conseguenze, divengano la norma in cui vivere.
Sono temi sui quali ci siamo già soffermati, ma li riprendiamo brevemente come punto di partenza, per poi approfondire le conseguenze generali, ed in particolare le conseguenze nella relazione, e nel primo elemento innescante della relazione, che è la comunicazione.
L’origine dei problemi
L’origine del tutto è individuabile negli accadimenti formativi di questi ultimi 20 anni. In questi anni, per la prima volta nella storia, si è avviata la formazione dei giovani:
- prima, la grande maggioranza della popolazione (80%) interrompeva gli studi all’avvio dell’adolescenza;
- ora, la quasi totalità dei giovani porta a termine le scuole medie superiori.
Questo è un momento formativo molto importante, perché consente di acquisire il primo elemento fondativo della propria persona: la capacità critica. Si prende possesso della propria individualità: con questo primo risultato si acquisisce se stessi. E la centratura sulla propria persona è massima.
Ai fini della prosecuzione della formazione nasce però un grosso problema. Il rapporto con la scuola, per la grande maggioranza degli studenti, non è soddisfacente, e la prosecuzione degli studi coinvolge solo una minoranza.
Questo ha comportato la conseguenza che il completamento della formazione non è avvenuto, ed è quindi mancata l’acquisizione del secondo momento fondativo per completare la propria individualità in modo equilibrato: la rilevanza anche degli altri, il valore della relazionalità positiva, il rispetto, l’aiuto in caso di necessità. In altri termini: non si è acquisita l’etica. E ciò, come si è detto, per il mancato completamento della formazione culturale.
Di conseguenza, in questo periodo la centratura su se stessi - per la grande maggioranza - si è mantenuta ai massimi livelli, e tutto ciò ha condizionato tutta la vita relazionale e sociale.
Perché tutto ciò si è verificato?
La causa: le condizioni per l’apprendimento e la scuola
Ribadiamo la rilevanza del tema. Nell’età giovanile, il primo obiettivo – come si è accennato – è l’acquisizione di se stesso. E’ un obiettivo basico (è come se fosse la piattaforma su cui si costruisce la persona), ma poi deve essere completato con l’acquisizione del secondo obiettivo.
Solo il conseguimento dei due obiettivi consente di ottenere un individuo completo ed equilibrato: quindi sono due elementi irrinunciabili. Ne consegue che tutte le attività formative devono essere impostate per l’acquisizione di entrambi questi obiettivi.
Ciò che invece si constata è che la scuola medio superiore purtroppo non ne tiene conto, e di fatto non consente il loro raggiungimento. Non si instaura infatti un coinvolgente rapporto con gli studenti, e di conseguenza si provoca una interruzione degli studi, e quindi della formazione.
Spieghiamo il perché, partendo dalla constatazione di come funziona il cervello nella parte acquisitiva delle informazioni e della cultura, e della loro memorizzazione.
Il problema nasce dal fatto che la trasmissione di cultura, e la sua memorizzazione, deve coinvolgere l’ippocampo.
L’ippocampo è la parte del cervello che svolge un importante ruolo per stimolare l’attenzione, e per tenere in memoria ciò che viene comunicato. Però bisogna tenere conto che questa parte del cervello è in particolare la sede della memoria emotiva. Permette di ricordare soprattutto le informazioni che vengono veicolate in un certo modo: cioè le informazioni che riescono ad attivare il coinvolgimento emozionale del ricevente; in assenza del quale c’è disattenzione, e non memorizzazione.
Tutto ciò deve avere conseguenze sui contenuti e sulla modalità della docenza. Una condizione fondamentale perché la docenza riesca a raggiungere i suoi obiettivi è quindi il “coinvolgimento personale”: si devono trattare anche problematiche che sono prossime alla vita degli studenti, ai loro personali interessi. Cioè temi i cui sviluppi hanno un ruolo importante anche per la loro esistenza.
La docenza, nella generalità dei casi, si sviluppa invece in un modo differente: la scuola è impositiva, non ha obiettivi di coinvolgimento personale, e non usa tecniche ed argomentazioni che catturino i singoli individui sul piano emozionale.
E quindi: c’è disattenzione, distanza, non coinvolgimento.
Le conseguenze sono problematiche: la grande maggioranza dei giovani non è coinvolto dalla scuola, e non porta a termine la formazione, i laureati sono meno di un terzo. Il non completamento porta con sé la non acquisizione del senso civico, dell’etica: e la centratura solo su se stessi rimane massima.
Il mondo è cambiato: la comunicazione ne deve tenere conto
Rispetto a qualche lustro fa il mondo è cambiato. Ricordiamo: si è investito solo in parte sugli individui, in modo non ottimale, con una doppia conseguenza:
- gli individui sono rimasti centrati solo su se stessi, con il desiderio di essere sempre più al centro dell’attenzione da parte degli altri;
- con l’ippocampo che ha ancora più esasperato la propria funzione: la conseguenza è che si è attenti solo alle informazioni che si sentono destinate specificatamente solo a se stessi. I singoli si sentono l’unica entità importante, non fanno parte di comunità: sono diventati il nuovo contesto sociale in cui si è sviluppata la contrapposizione ed il populismo.
Ricordiamo: il coinvolgimento emotivo della propria individualità è la condizione basilare perché le varie informazioni, compresa la comunicazione pubblicitaria, siano degne di attenzione, e siano memorizzate.
Soffermiamoci sulla comunicazione delle aziende
Questa particolare rigenerazione culturale ha cambiato anche la percezione del rapporto con le Aziende di cui ci si serve per prodotti e servizi. La centratura su di sé, supportata anche da un certo adeguamento culturale (come visto, non completato, ma molto più alto del passato), fa cambiare il senso della propria relazionalità con le Imprese: ci si allontana sempre di più dalla percezione di essere clienti (in logica di dipendenza), e si afferma in modo crescente il desiderio di instaurare un rapporto di partnership (in logica di maggior protagonismo di se stessi).
Cambia anche l’attesa degli obiettivi della comunicazione:
- interessa sempre meno la pura attenzione della comunicazione al prodotto/servizio che si propone,
- ma si desidera sempre di più che l’attenzione sia destinata a loro, e più come individui che come consumatori.
Ci si aspetta una pubblicità nuova, caratterizzata da forte «relazionalità» ed «orizzontalità»:
- l’Azienda deve dare informazioni su se stessa, tenendo conto che il destinatario desidera sia percepita sempre di più come partner – in logiche di orizzontalità - e non come “fornitore” che sta sopra
- deve sviluppare anche una funzione di vicinanza, di educatività (si aspettano aiuti)
- e deve trattare anche problematiche sociali di interesse dei destinatari.
In altri termini, ci si aspetta una comunicazione che abbia come obiettivo l’attenzione all’individuo destinatario – più “individuo” che “cliente” - ed al suo benessere.
Si tratterebbe pur sempre di una comunicazione pubblicitaria, ma con contenuti differenti, o comunque più completi e più centrati sui destinatari.
Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.