di Alessandra Berton, Segretariato ASviS
Spettacolo teatrale
Uno spettacolo dal forte impatto scenografico con movimenti scenici impeccabili ed estremamente efficaci: “Amazzonia” di Enrico Maria Falconi.
Andato in scena al Teatro Cyrano di Roma (dal 18 al 21 gennaio 2018) si è distinto per l’insieme di elementi curati nel dettaglio in un meccanismo quasi perfetto.
È uno spettacolo coraggioso e l’inizio è di grande impatto; gli attori non hanno paura degli spettatori, ci giocano abbattendo continuamente la quarta parete e conducono il pubblico amorevolmente all’interno della storia.
L’interpretazione è buona, ma molto tecnica e a tratti fredda. Alcuni interpreti sembrano costretti dentro alle loro stesse battute dal tono troppo specifico e codificato, probabilmente per una scelta registica.
La sceneggiatura è un po’ povera, ma è a servizio del movimento scenico, scelta adeguata alla tipologia di spettacolo. La scenografia ricorda la bellezza dei teatri inglesi. Viene molto usato il fumo: d’effetto, ma forse troppo. Ci sono delle poesie stupende, forse le uniche parole davvero necessarie. Nel finale sono arrivati dritti al cuore ma la tecnica e la dizione a tratti hanno creato un limite alla credibilità.
Lo spettacolo nel complesso è avvincente, movimentato e non ha tempi morti.
L’evidente bellezza della messa in scena nella sua spettacolarità e il distacco di alcuni interpreti, nel pronunciare le battute, mettono in secondo piano il reale messaggio. Sembra di entrare in un dipinto del rinascimento: perfetto, ma meno efficace emotivamente di un quadro romantico o impressionista.
La regia è curata nel dettaglio, nulla è lasciato al caso e si sente una forte energia e coesione all’interno della compagnia.
È uno spettacolo pieno di coinvolgimenti più visivi che emotivi ma comunque intensi.
Pur dando l’impressione di essere sempre un po’ trattenuto, tranne nella scena finale in cui finalmente l’emozione prende il sopravvento, è decisamente consigliato.
mercoledì 28 marzo 2018