Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Approfondimenti

Cambiamenti climatici e rischio desertificazione in Sicilia

di Francesco Cancellieri,presidente Associazione centro educazione ambientale (Cea) Messina onlus, Vincenzo Piccione, Cts Istituto di ricerca, sviluppo e sperimentazione sull’ambiente e il territorio e Vincenzo Veneziano, esperto in cartografia ambientale

Rischi di siccità, aridità e desertificazione: per la sua posizione nel Mediterraneo, la Sicilia è particolarmente soggetta ai danni dovuti al cambiamento climatico e all'intensificazione dei fenomeni meteorologici estremi. Ecco come si misura lo stato di salute di un ambito territoriale.
Luglio - Agosto 2018

Introduzione

Il ponte dell'Ammiraglio a Palermo (Fig. 1) è un manufatto a dodici arcate di epoca normanna (1131), dal 2015 Patrimonio dell'Umanità, che insisteva sul letto originario del fiume Oreto. L'alluvione che interessò Palermo nel 1931, causando la morte di 10 persone e ferendone altre 21, fu l'ultimo grande evento estremo testimoniato che colpì la città (si ricordano le alluvioni del 1557, 1666, 1689, 1769, 1772, 1778, 1851, 1862, 1907, 1925). Tra il 20 e il 24 febbraio si riversarono sulla città 618 mm di pioggia, di cui 395 in 50 ore di pioggia ininterrotta tra il 21 e il 23 febbraio. La conformazione di Palermo facilitò l'aumento del livello dell'acqua, che variava nei diversi punti della città tra i 2-6 m. Danni ingenti ai manufatti, tranne al suddetto ponte che, ben dimensionato, resistette indenne all’onda di piena del fiume.

Figura 1

Nel 2017 (Cop 23 di Bonn) si è iniziato a discutere di finanza climatica, danni subiti per via del climate change e diritti umani. Con l’accelerazione del cambiamento climatico e l’intensificazione degli eventi estremi il tema dei danni, delle perdite subite e di una quantificazione in termini monetari si fa sempre più seria. A quanto ammontano i danni imputabili al climate change ogni anno di un territorio? La Sicilia, per la sua posizione nel Mediterraneo, è a pieno titolo candidata a porsi questa domanda; lo attestano eventi estremi recenti, anche se meno catastrofici di quanto avvenuto nel 1931 a Palermo.
 

Rischio siccità e aridità in Sicilia

Ma se gli eventi meteorici estremi non sono ricorrenti nel breve termine, ben più drammatici sono gli accanimenti della siccità e dell'aridità.

La Fig. 2 rappresenta l’andamento delle precipitazioni medie annue della Regione Sicilia relative al periodo 1921-2000 (periodo validato). Sull'asse delle ascisse sono riportati gli anni; la retta di correlazione attesta che nell'arco di 80 anni sono andati perduti circa 200 mm di pioggia (da 800 mm a 600 mm).

Figura 2

La Fig. 3 rappresenta, sullo stesso intervallo temporale 1921-2000, l’andamento delle temperature medie della regione. All'inizio del secolo le temperature medie si aggiravano intorno ai 16 °C, alla fine del secolo 17.5 °C.

Figura 3

Se si incrociano i dati pluviometrici con i termometrici della regione (Fig. 4) possiamo conoscere l'intensità dell'aridità della Regione attraverso una delle formule più conclamate della bioclimatologia, l'indice di Bagnouls e Gaussen. Pressoché tutti gli anni si collocano nelle classi arido e semiarido, mentre le condizioni di umido e di subumido sono rari. Aggiungasi che la durata dell'aridità è passata da 4 mesi a 5; molti anni si attestano su 6-7 mesi e, persino, otto (Fig. 5).

Figura 4

Figura 5

Rischio desertificazione

Precipitazioni sempre più ridotte e temperature sempre più elevate concorrono a minare, unitamente ad altri fattori naturali e antropici, la qualità dei suoli.

Al fine di sensibilizzare i governi, le organizzazioni e gli individui sulla responsabilità collettiva nell’utilizzo sostenibile dell’acqua e di prevenire la desertificazione e la siccità, nel 1995 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con Risoluzione A/RES/49/115, ha scelto il 17 giugno per celebrare la Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità.

Lo stesso giorno, nel 1994 veniva adottata a Parigi la Convenzione per la lotta alla desertificazione (Unccd – United Nations Convention to Combat Desertification), ratificata da 200 Paesi.  Obiettivo della Convenzione è mitigare gli effetti della siccità attraverso attività di cooperazione internazionale e accordi di partenariato nei paesi più colpiti, in particolare in Africa. Le strategie messe in campo si concentrano sul miglioramento della produttività del suolo e sulla gestione sostenibile delle risorse del territorio e dell’acqua.

Secondo uno studio dell’Unccd perdiamo 24 miliardi di tonnellate di terra fertile ogni anno e 15 miliardi di alberi ogni ora, e 1,5 miliardi di persone traggono il loro sostentamento da terreni che sono a rischio desertificazione.

L’Italia ha ratificato la sua adesione all’Unccd nel 1997, sia in veste di paese donatore sia come paese colpito dalla desertificazione. Il Comitato nazionale di lotta alla siccità ed alla desertificazione (Cnlsd) è stato istituito nel 1997 dal Mattm con il compito di coordinare l’attuazione della Convenzione in Italia. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) nel 1999 ha adottato il Programma di azione nazionale per la lotta alla siccità e alla desertificazione, che individua le strategie da mettere in campo sia a livello statale che regionale per combattere la desertificazione e la siccità in Italia. In particolare il programma si sviluppa su quattro settori: protezione del suolo, gestione sostenibile delle risorse idriche, riduzione dell’impatto delle attività produttive e riequilibrio del territorio.

Le regioni fortemente a rischio sono Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Le pratiche considerate non sostenibili sono le monocolture, l’uso di sostanze chimiche e il pascolo eccessivo.

La desertificazione, la siccità e il cambiamento climatico sono fenomeni interconnessi e per questo è necessaria una cooperazione collettiva che includa tutti gli attori coinvolti per raggiungere la neutralità in termini di degrado del suolo.

In tutto il mondo sono previste varie iniziative in occasione della Giornata.

La desertificazione e il degrado del suolo sono la più grande sfida ambientale del nostro tempo.

 

Rischio desertificazione in Sicilia

La Sicilia è ricca di studi del rischio desertificazione con restituzioni cartografiche (Cancellieri et alii, 2017).

Il modello ampiamente adottato in Sicilia (anche nelle altre regioni) è il Medalus (Mediterranean desertification and land use), progetto di ricerca europeo che individua aree a rischio di desertificazione sulla base dell'Indice di sensibilità ambientale Esai (Environmentally sensitive areas).

Nel 2009 l’équipe del prof. Piccione, dell’Università degli Studi di Catania, pubblica uno studio del rischio desertificazione della Sicilia, con restituzione cartografica bi-temporale - prima (Fig. 6) e seconda metà del secolo scorso (Fig. 7) - con un dettaglio informativo di 50 per 50 metri al suolo, e forte di ben 25 strati tematici un patrimonio di oltre 256.000.000 pixel.

Figura 6

Figura 7

Il metodo MEDALUS, muovendo da indicatori riuniti in macroindicatori, consente di conoscere lo stato di salute di un ambito territoriale distinguendo 4 classi: non affetto, potenziale, fragile e critico (le ultime due distinte ciascuna in tre subclassi).

 

Approfondimenti

Da approfondimenti condotti dall’équipe del prof. Piccione, il miglioramento che la Sicilia ha subito, passando dal primo alla seconda metà del XX secolo, è dovuto principalmente ad azioni riuscite di riforestazione, alla riduzione del pascolo abusivo, all'istituzione di parchi e riserve, al ritorno della naturalità in territori abbandonati.

Il dettaglio informativo della banca dati ha consentito agli autori di produrre, altresì, una caratterizzazione georiferita del rischio desertificazione nei 390 comuni della Sicilia (Fig. 8). Le schede comunali sono consultabili attraverso internet digitando il nome del comune e il termine desertificazione.

Figura 8

Sono in corso con risultati promettenti, ai fini di possibili applicazioni nel campo della manutenzione del territorio, studi dedicati alla risposta in termini mitigativi del rischio desertificazione nei territori interessati da parchi regionali, da varie formazioni boschive e dalla macchia mediterranea (vedasi Bibliografia)

 

Sviluppi futuri

Sono in corso tre filoni di ricerca coordinati dall'équipe del prof. Piccione:

  • Testare un indice sintetico (Espi) che consente in una scala 0-100 di esprimere il grado di febbre del suolo in ottica di sensibilità ambientale di una tessera di territorio - bacino, comune, provincia, regione, etc. (Fig. 9);
  • Applicare le metriche proprie dell'Ecologia del Paesaggio al dato della sensibilità ambientale per produrre nuovi protocolli di pianificazione territoriale nel rispetto dei recenti orientamenti di tutela del bene suolo. Questo filone prevede la realizzazione di un Cruscotto che interrogherà un database (dati relativi alle regioni Sicilia e Calabria) e consentirà di conoscere lo stato di salute di un ambito territoriale ma, soprattutto, quanto concorrono i fattori predisponenti. Su quest'ultimi il Cruscotto consentirà di intervenire sui singoli valori per simulare l'entità di guadagno di qualità ambientale;
  • Affrontare, grazie alle conoscenze desunte dai due precedenti filoni, lo studio del rischio desertificazione a livelli di dettaglio (al di sotto della scala 1:10.000) con l'ausilio di droni equipaggiati con sensori dedicati contribuendo allo sviluppo di nuovi servizi per l'agricoltura di precisione.

Figura 9
 

Bibliografia

Barbera b., niccoli r., piccione v. (a cura di) 2005 - Carta delle Aree Sensibili alla Desertificazione in Calabria. Rubbettino Editore.

Cancellieri F., Piccione V. e Veneziano V., 2017 - Principali studi sul rischio desertificazione in Sicilia. Geologia dell’Ambiente 1/2017: 9-16. SIGEA.

Comitato Regionale per la Lotta alla Siccità e alla Desertificazione in Sicilia, 2000 - Indicazioni delle aree vulnerabili. - Palermo.

Comitato Nazionale Per La Lotta Alla Desertificazione, 1998. Carta del rischio di desertificazione in Italia. Uffici tecnici dello Stato. Servizio Idrografico e Mareografico, Roma.

Duro A., Piccione V., Ragusa A., Veneziano V. (2014), New Environmentally Sensitive Patch Index (ESPI) for MEDALUS protocol. AIP Conference Proceedings 1637; (AIP) American Institute of Phisics http:// dx.doi.org/10.1063/1.4904593 pp 305-312

Duro A., Piccione V., Ragusa A., Veneziano V. (2015), The Enviromentally Sensitive Index Patch applied to MEDALUS Climate Quality Index. AIP Conference Proceedings; (AIP) American Institute of Phisics.

Duro A., Piccione V., Ragusa A., Rapicavoli V., Veneziano V. (2016), An index monitoring the sensitivity to desertification: ESPI. Seventh Workshop Dynamical Systems Applied to Biology and Natural Sciences, Évora, Portugal, February 2-5, 2016. pp 43-44.

European Commission, 1999 - The MEDALUS project Mediterranean desertification and land use. Project report. Kosmas C., Kirkby M., Geeson N. (eds.), EUR 18882.

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Kosmas C., Kirkby M., Geeson N., 1999. The MEDALUS project. Mediterranean Desertification and land use. Manual on key indicators of Desertification and mapping environmentally sensitive areas to desertification. EUR 18882, Bruxelles, Belgium.

Kosmas C., Tsara M., Moustakas N., Kosma D., Yassoglou N., 2005. Environmental Sesnitive areas and Indicators of Desertification. In: Desertification in the Mediterranean Region. A Security Issue. 2005. W.G. Kepner, J.L. Rubio, D.A. Mouat, and F. Pedrazzini (Eds.). NATO Security through Science Series, Volume 3, Springer Publishers, Germany.

Piccione A., 2011 - La selezione di aree idonee alla produzione energetica da fonti rinnovabili e con basso impatto di desertificazione nella provincia di Catania. Tesi di Laurea. Corso di Laurea in Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Catania. Anno Accademico 2010-2011.

Piccione V., Veneziano V., Malacrinò V., Campisi S. 2009 - Rischio Desertificazione Regione Sicilia (Protocollo MEDALUS). Mappe di sensibilità e incidenza territoriale a scala comunale del processo in divenire. Quad. Bot. Ambientale Appl, 20.

Piccione V., Veneziano V., Piccione A. (2011), Progetto Banca Dati Georiferiti Rischio Desertificazione in Sicilia. Caratterizzazione bi-temporale dei territori comunali in Provincia di Siracusa, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Trapani, Agrigento, Catania, Palermo, Messina. Boll. Accad. Gioenia Sc. Nat. 44 e 45 (n° 17 contributi).

Piccione V., Castro R., Duro A., Piccione A., Rapicavoli R.V., Veneziano V. (2013), Ruolo del Parco Regionale Naturale dell’Etna, delle Madonie, dei Nebrodi, dei Sicani (Sicilia) nella mitigazione del Rischio Desertificazione: Boll. Accad. Gioenia Sc. Nat. 46 (n° 4 contributi).

 

AUTORI

Cancellieri Francesco Componente Osservatorio per la Qualità del Paesaggio della Regione Siciliana
Piccione Vincenzo BioNaturalista e Membro Accademia Gioenia
Veneziano Vincenzo Ph. D. in Biologia ed Ecologia Vegetale in Ambiente Mediterraneo, Catania, Italia

 

FIGURE

Fig. 1 Ponte dell'Ammiraglio - Palermo
Fig. 2 Andamento precipitazioni medie annue della Regione Sicilia - periodo 1921-2000
Fig. 3 Andamento temperature medie annue della Regione Sicilia - periodo 1921-2000
Fig. 4 Andamento intensità aridità media annua della Regione Sicilia - periodo 1921-2000
Fig. 5 Andamento durata in mesi dell’aridità media annua della Regione Sicilia - periodo 1921-2000
Fig. 6 Rischio desertificazione nella Regione Sicilia - prima metà del secolo scorso
Fig. 7 Rischio desertificazione nella Regione Sicilia - seconda metà del secolo scorso
Fig. 8 Esempio di scheda del rischio desertificazione nel comune di Vizzini
Fig. 9 Andamento annuale dell’indice sintetico ESPI della Regione Sicilia - periodo 1921-2000

Aderenti