Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Progetti e iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Approfondimenti

Manager per una crescita sostenibile

Di Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager

Crescono le imprese orientate verso l’adozione dei criteri sociali e ambientali e aumenta la richiesta sul mercato di manager aziendali capaci di rivestire anche un ruolo di agente di cambiamento all’interno della società civile. Arriva così un percorso di certificazione di “manager per la sostenibilità”.
28 novembre 2019

In azienda tutto cambia, per cambiare davvero. Rovesciando il celebre paradigma gattopardesco, dal nostro osservatorio registriamo una crescente tendenza delle imprese verso l’adozione dei criteri sociali e ambientali che devono guidare la corporate governance aziendale. Su questi aspetti, gran parte delle società quotate al Ftse-Mib ha infatti già attribuito responsabilità precise al CdA o a un Comitato creato ad hoc. Cresce inoltre sul mercato la richiesta di manager esperti di sostenibilità, che operano a stretto contatto con gli amministratori e i vertici esecutivi; nei contesti lavorativi, si stanno diffondendo sistemi di incentivazione che legano il compenso variabile del top management al conseguimento di risultati sociali e ambientali.

Essere manager per la sostenibilità vuol dire allora operare in un ruolo strategico per l’azienda, caratterizzandosi come una figura in grado di incidere.

Federmanager, che ho l’onore di presiedere, è l’Associazione di riferimento del management italiano. Con 57 sedi presenti sull’intero territorio nazionale, rappresentiamo tutti i manager, quadri apicali e alte professionalità del settore industriale e dei servizi.

Sentiamo di avere una grande responsabilità: recepire e avanzare le istanze di una categoria che guida il Paese, cercando di accompagnarlo in un processo di crescita durevole e, ancor più oggi, sostenibile.

La sostenibilità è infatti un tema al centro del dibattito mondiale. E non solo dal punto di vista formale, in osservanza degli impegni assunti sui 17 Sustainable Development Goals fissati dall’Agenda Onu 2030. È un criterio-guida che sta rivoluzionando il modus operandi delle nostre comunità e del mondo imprenditoriale.

Tutti ci sentiamo chiamati in causa sotto la notevole spinta dell’opinione pubblica, avendo ben presente la forza dei messaggi lanciati da Greta Thunberg e dai “Fridays for Future”, finalizzati a stimolare le istituzioni, a livello nazionale e sovranazionale.

Lo scorso 27 settembre, migliaia di giovani italiani sono scesi in più di 180 piazze per rivendicare il loro “diritto al futuro”.  

Il governo Conte e la nascente Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, stanno prospettando indirizzi programmatici improntati su un green new deal che possa intervenire in tanti settori. L’auspicio è che a intenti più che condivisibili seguano interventi legislativi concreti che supportino il sistema produttivo nella transizione verso la sostenibilità. 

In un mondo che cambia, dunque, cambia davvero anche la professione del manager.

Il manager di oggi deve dotarsi di nuove competenze per essere utile alle aziende e per rivestire contemporaneamente un ruolo di agente di cambiamento all’interno della società civile.

L’asticella si sta alzando, non è più sufficiente una conoscenza per sommi capi delle problematiche ambientali, serve qualificarsi su temi come l’economia circolare e i nuovi modelli organizzativi.

Significa partecipare attivamente a processi di trasformazione e condivisione che orientino le scelte aziendali verso l’applicazione delle tematiche Esg (Environmental, social, governance), portando avanti parallelamente attività di comunicazione che coinvolgano stakeholder, realtà territoriali e istituzioni.

Ecco perché Federmanager ha lavorato intensamente per offrire un efficace percorso di certificazione di “manager per la sostenibilità”.

Una definizione non casuale, assumendo il compito di formare professionalità che portino la sostenibilità nella cultura aziendale.

Abbiamo strutturato un percorso di certificazione delle competenze manageriali teso a valorizzare competenze specifiche ma complementari, articolate in: essenziali (come capacità di analisi e di comprensione della mission), qualificanti (come capacità di diagnosi e soluzione dei problemi, competenze economiche e tecniche) e specialistiche (come Csr ed economia circolare).

All’esito di questo percorso, il manager che avrà appreso o perfezionato le competenze trasmesse, sarà certificato come “manager per la sostenibilità” e potrà quindi proporsi sul mercato quale decisore e responsabile di linee di azione innovative e rispondenti ai nuovi percorsi che l’azienda dovrà intraprendere.

In collaborazione con tutte le funzioni aziendali, il manager certificato sarà, ad esempio, decisivo per individuare le aree di miglioramento e le potenziali aree di rischio dell’impresa sui fattori ambientali.

Come chiaramente riportato nell’ultima edizione del Rapporto ASviS, l’Italia ravvisa forti criticità in relazione alla realizzazione del Goal 8 dell’Onu, che noi avvertiamo come particolarmente importante perché relativo a “Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti”.

La crescita economica del sistema Paese passa inevitabilmente da un rafforzamento delle competenze che metta al centro professionalità nuove e attrezzate a guidare l’Italia fuori dalle sabbie mobili del difficile momento storico che stiamo vivendo.

Mancano ormai dieci anni al 2030, il traguardo fissato nel grande accordo sottoscritto dai Paesi Onu. Sembrano tanti, ma sono pochissimi, soprattutto per noi che in Italia siamo gravati da un enorme debito pubblico, tassi di disoccupazione preoccupanti e un divario economico tra le diverse aree del Paese che, invece di diminuire, aumenta.

Federmanager si pone l’ambizioso obiettivo di motivare e formare le forze migliori del tessuto produttivo italiano, lavorando di squadra con prestigiose realtà nazionali come l’ASviS per garantire alle giovani generazioni il diritto ad avere un futuro, possibilmente migliore del presente.

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

giovedì 28 novembre 2019

Aderenti