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Insieme per la sicurezza stradale: nasce il Manifesto per “Città 30”
Il documento, promosso da Fondazione Guccione e Legambiente e condiviso anche dall’ASviS, delinea il percorso per rendere più vivibili le aree urbane e ridurre gli incidenti stradali. 21/7/22
Trasformare le nostre strade in spazi sicuri e vitali per tutte e tutti, non solo per le auto. È l’obiettivo del Manifesto per Città 30 promosso da Fondazione Guccione in collaborazione con Legambiente e Vivinstrada, che contiene una serie di proposte per contrastare la violenza stradale nelle aree urbane, renderle più vivibili e ridurre il numero di decessi legati a incidenti stradali. Il documento è stato condiviso e firmato il 20 luglio presso la sede dell’Aci dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, ASviS, Anci, Aci, Fiab, Ancma, Kyoto club, Amodo, Associazione Pietrobono, insieme all’Inviato speciale del segretario generale delle Nazioni unite per la sicurezza stradale, Jean Todt. Introducendo l’iniziativa, Giuseppe Guccione, presidente della Fondazione Luigi Guccione, ha riportato i ringraziamenti del presidente della Repubblica.
Intervenuto all’atto della firma, Luigi di Marco del coordinamento operativo dell’ASviS ha evidenziato che la condivisione del Manifesto è in diretto riferimento al perseguimento dell’impegno di dimezzare il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali, obiettivo che doveva essere raggiunto già entro il 2020, come previsto dall’Agenda 2030 nel Target 6 del Goal 3 “Salute e benessere”. Ha inoltre evidenziato come l’iniziativa dell’Ue sulle città climate neutral al 2030, che riguarda anche nove città italiane (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino), apre delle potenzialità di sperimentazione di alta ambizione nel ripensare radicalmente la mobilità nelle nostre città, con al centro l’attenzione alla dimensione umana, e dunque anche alla sicurezza stradale.
Il principio del Manifesto è quello di mettere le persone al centro dello spazio pubblico, partendo dai più fragili, bambini, innanzitutto, pedoni, ciclisti, disabili, anziani; ma anche automobilisti, motociclisti e operatori della logistica.
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Tre le azioni principali:
- realizzare le cosiddette "Città 30", moderando la velocità a 30km/h nelle strade urbane di quartiere e locali e realizzando delle living streets dove lo spazio pubblico venga restituito dalle macchine alle persone;
- far applicare il rispetto delle norme di una guida corretta, in particolare per il rispetto dei limiti di velocità, attraverso la tecnologia e il nudging;
- prevedere una legge per l'assistenza delle vittime di violenza stradale.
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13 GENNAIO 2023
Queste politiche sono già attive in molte capitali e città europee: Amsterdam, Copenaghen, Parigi, Berlino, Barcellona, Valencia, Bilbao, Bruxelles, Londra, Madrid. L’Italia è in serio ritardo. Ma l’implementazione di queste strategie europee può trovare nelle città italiane un terreno ancora più fertile e i prossimi cinque anni saranno molto importanti per imprimere maggiore slancio al cambiamento. “Il raggiungimento dell’obiettivo zero morti e feriti gravi sulle strade, assunto a livello sia internazionale (Onu) che europeo (Ue)”, dichiarano i promotori del Manifesto, “richiede un’alleanza fra tutti gli utenti della strada per la tutela primaria della vita umana e impone nuove politiche più rapide ed efficaci, in grado di cambiare le città, le strade, il sistema della mobilità, gli stili di vita e di guida, per fermare la strage stradale”.
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di Milos Skakal