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La strategia regionale per lo sviluppo sostenibile al 2030 della regione Veneto
La Giunta regionale ha presentato a Consiglio e rappresentanti del territorio il piano per uscire dalla crisi. Rinnovabili, qualità dell’aria, innovazione e benessere diffuso: l’Agenda 2030 al centro della strategia. 11/6/20
Dopo la proposta di inserire in Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile, il Veneto continua a battere la strada della sostenibilità. Il 29 maggio è stato infatti reso noto il documento contente la proposta della Giunta regionale indirizzata al Consiglio Veneto dal titolo “2030: la strategia regionale per lo sviluppo sostenibile”. Si attende ora la sua approvazione definitiva che dovrebbe arrivare per metà giugno.
Presentata nel corso di due webinar (del 19 e del 30 maggio) a cui hanno preso parte oltre 200 rappresentanti di province, comuni, associazioni, enti pubblici, università, aziende sanitarie, ordini professionali, sindacati, enti di ricerca, fondazioni e imprese, la strategia intende tracciare la strada che la Regione dovrà seguire da qui ai prossimi 10 anni.
“Le finalità che la regione del Veneto si è posta”, spiega il vicepresidente Gianluca Forcolin, “sono ambiziose e mirano a incrementare la capacità di generare reddito e nuovo e più qualificato lavoro, a rafforzare la capacità di garantire condizioni di benessere equamente distribuito e a implementare la capacità di mantenere nel tempo la qualità e riproducibilità delle risorse naturali”.
La strategia rientra nel quadro complessivo individuato dalla strategia nazionale, e le attività per la sua definizione sono state cofinanziate dal ministero dell'Ambiente nell'ambito di un progetto dello Stato. Un importante ruolo per la costruzione del documento è stato svolto, durante l’intero iter di preparazione, dal Segretario generale della programmazione regionale, Ilaria Bramezza. Inoltre hanno fornito il proprio contributo l’ASviS che, attraverso un protocollo d’intesa stipulato con la Regione veneta, intende essere al fianco di questo necessario processo di cambiamento ispirato all’Agenda 2030, e la rete Asvess, l’associazione veneta per lo sviluppo sostenibile presente sul territorio (aderente all’ASviS).
I punti cardine
“Il mondo è cambiato, all’improvviso”, si legge in apertura del documento che sottolinea come, anche a seguito dell’emergenza sanitaria innescata dalla Pandemia, sia sempre più importante un cambio di paradigma su tutti i livelli. Solo una “lungimirante visione di lungo periodo”, viene specificato, “può far recuperare gli spazi persi a causa di un arretramento generale”. Obiettivo è quello di costruire una regione più resiliente, capace di tornare sulla scena nazionale e internazionale “più forte di prima” grazie al perseguimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Per andare dunque oltre la crisi, che sta danneggiando nel Veneto soprattutto i settori del turismo, delle costruzioni, del commercio e dei servizi (si stima che Pil Veneto quest’anno segnerà un -7%), l’attenzione dovrà essere focalizzata su tre temi cardine: lo sviluppo tecnologico, i sistemi socio-sanitari e di protezione civile, la sostenibilità ambientale e le energie rinnovabili. Tenendo conto dei punti di forza e delle criticità emerse negli ultimi anni, la strategia regionale per lo sviluppo sostenibile (Srsvs) individua sei “macroaree strategiche” dove migliorare la qualità delle politiche per la sostenibilità economica, sociale e ambientale, attraverso altre 38 linee di intervento (che vengono definite tramite piani, programmi e azioni).
La prima “per un sistema resiliente” punta a rendere il sistema più forte e autosufficiente, la seconda “per l’innovazione a 360 gradi” vuole mettere al centro l’economia regionale per farla diventare protagonista della competizione globale. L’obiettivo di creare prosperità diffusa tra la popolazione deve essere garantito dalla macroarea “per il benessere di comunità e persone”, mentre la tutela dell’ecosistema socio-ambientale sarà lo scopo dell’area “per un territorio attrattivo”. Infine, si mira a ridurre l’inquinamento atmosferico, del suolo e dell’acqua attraverso la macroarea “per una riproduzione del capitale naturale”, mentre “per una governance responsabile” intende ripensare il ruolo dei governi locali anche grazie all’uso di nuove forme di tecnologie.
“Siamo la prima regione che ha adottato questo importante documento di visione del futuro, testimoniando che l’attenzione non è rivolta solo alla crescita economica ma anche al capitale sociale e naturale”, ha aggiunto Forcolin, “il documento è stato pensato in un mondo e trova la luce in un altro: la sua struttura flessibile permette di dare una risposta programmatica anche alla pandemia causata dal Covid-19. Peraltro, molti temi che la Strategia mette in luce sono già attuati o in fase di attuazione da parte della regione, delle comunità e dei territori, in una logica di condivisione e di complementarietà, in cui la concretezza rappresenta il valore aggiunto”.
Infine, a seguito dell’approvazione della strategia da parte del Consiglio regionale è prevista l’attivazione del monitoraggio dell’impatto di queste politiche sul territorio e la popolazione in modo da verificarne l’efficacia in relazione al raggiungimento dell’Agenda 2030.
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di Ivan Manzo