Archivio Rubrica
Tassa sul carbonio alle frontiere: accordo del Consiglio Ue
Settimana 14-20 marzo: nuove risposte alla crisi in Ucraina, proposta di regolamento sulla border carbon tax, riflessi del conflitto in Ucraina sulla conferenza sul futuro dell’Europa. 22/3/22
Nuove misure dell’Ue in risposta alla crisi in Ucraina
La scorsa settimana, Consiglio e Commissione hanno adottato nuove misure di risposta alla crisi in Ucraina.
É stato adottato dal Consiglio il quarto pacchetto di sanzioni alla Russia ed è stata adottata una dichiarazione congiunta della Commissione con ministri dei Paesi del G7 e dell’Australia con cui s’impegnano a lavorare insieme per prendere tutte le misure legali disponibili per trovare, trattenere, congelare, sequestrare e, se del caso, confiscare i beni di quegli individui ed entità che sono stati sanzionati in relazione all'invasione premeditata, ingiusta e non provocata della Russia in Ucraina e alla continua aggressione del regime russo.
Sono stati destinati fondi supplementari per aiutare le persone in fuga dalla guerra, attraverso una proposta legislativa sull'azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (Care) indicando agli Stati membri di utilizzare 10 miliardi di euro nell'ambito dell'assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (React-Eu), oltre a una proposta per sbloccare circa 420 milioni di euro nell'ambito dei fondi per gli affari interni.
La Commissione ha presentato degli orientamenti operativi per assistere gli Stati membri nell'applicazione della direttiva sulla protezione temporanea dei profughi. Nelle premesse emergono i dati stimati dalle Nazioni Unite: dall'inizio dell'invasione militare russa dell’Ucraina del 24 febbraio, oltre tre milioni di persone sono fuggite dal Paese, e più della metà sono bambini.
Tra questi, più di 300mila persone finora hanno cercato sicurezza in Moldavia. In proposito è stato inoltre sottoscritto dall’Ue un accordo con la Moldavia per la cooperazione con Frontex, considerando sia l’emergenza profughi che la criticità di un confine comune con una zona di guerra attiva.
Il Consiglio raggiunge un accordo sul meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere
Il 16 marzo il Consiglio ha raggiunto un accordo sul regolamento relativo al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), anche denominata tassa sul carbonio alle frontiere o border carbon tax.
Presentata come uno degli elementi chiave del pacchetto "Pronti per il 55%", è tra le più innovative misure in programma con il Green Deal europeo.
Nell’atto adottato, il Consiglio mette in chiara evidenza che le sfide climatiche e le altre sfide ambientali e gli obiettivi dell'accordo di Parigi sono al centro del Green Deal europeo. Le conseguenze estremamente gravi della pandemia di Covid-19 sulla salute e sul benessere economico dei cittadini dell'Unione non hanno fatto che aumentare il valore del Green Deal europeo.
E richiama il rapporto dell’Ipcc 1,5° del 2018 e il più recente Ar6 come solida base scientifica per affrontare i cambiamenti climatici, evidenziando la necessità di intensificare l'azione per il clima.
L'obiettivo principale di questa misura di fiscalità ambientale è di evitare la rilocalizzazione delle emissioni di CO2: la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio si verifica se, per motivi legati ai costi delle politiche climatiche, le imprese di determinati settori o sottosettori industriali trasferiscono la produzione verso altri Paesi oppure se le importazioni da tali Paesi sostituiscono prodotti equivalenti ma a minore intensità di gas a effetto serra. Questa situazione potrebbe portare a un aumento delle loro emissioni totali a livello mondiale tale da mettere a repentaglio la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
La stessa misura del Cbam, nel contempo, incoraggia gli stessi Paesi partner a definire a loro volta politiche di fissazione del prezzo del carbonio per combattere i cambiamenti climatici e di adottare tecnologie più efficienti in termini di emissioni di gas a effetto serra. E specifica che poiché il Cbam mira a incoraggiare processi di produzione più puliti, l'Ue si impegna a collaborare con i Paesi a basso e medio reddito per la decarbonizzazione delle loro industrie manifatturiere, e a sostenerli in questo percorso, nel quadro della dimensione esterna del Green Deal e in linea con gli obblighi internazionali derivanti dall'accordo di Parigi.
La proposta indica specifiche per la compatibilità e l'integrazione del Cbam con il sistema di scambio delle emissioni Eu-Ets.
Il Consiglio individua opportuno iniziare con un numero selezionato di settori caratterizzati da prodotti relativamente omogenei che presentano un rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, richiamando a riferimento la decisione delegata (Ue) 2019/708 della Commissione. La bozza di Regolamento prevede uno specifico elenco che riporta nell’apposito allegato I includendo come prodotti cemento, concimi, energia elettrica, ghisa - ferro - acciaio, alluminio. Il regolamento precisa che l’ambito d’applicazione è relativo alle merci, o ai prodotti trasformati a partire da tali merci.
Il Consiglio prevede una soglia minima che esonera dagli obblighi in materia di Cbam le partite di valore inferiore a 150 euro. Tale misura ridurrebbe la complessità amministrativa, in quanto viene stimato che circa un terzo delle partite in entrata nell'Unione rientrerebbe in tale categoria e il suo valore e la sua quantità aggregati rappresentano una parte trascurabile delle emissioni di gas a effetto serra delle importazioni complessive di tali prodotti nell’Unione.
Rispetto alla proposta iniziale della Commissione, il Consiglio ha optato per una maggiore centralizzazione della governance del Cbam nei casi in cui tale centralizzazione può contribuire a una maggiore efficienza. Ad esempio, si prevede di centralizzare a livello dell'Ue il nuovo registro dei dichiaranti (importatori) Cbam. Ciascuno Stato membro dovrà comunque designare l'autorità competente per l'adempimento degli obblighi derivanti dal regolamento per il Cbam che dovrà coordinarsi con la Commissione europea.
Altri aspetti di dettaglio saranno oggetto di atti sub-delegati che saranno assunti dalla Commissione europea.
L’entrata in vigore è prevista al 1 gennaio 2023, con una fase di prima attuazione transitoria fino al 31 dicembre 2025.
Il Consiglio deve ancora definire una serie di questioni strettamente connesse al Cbam, ma che non fanno parte del progetto di testo giuridico del regolamento Cbam. Ciò concerne in particolare la soluzione relativa all'eliminazione graduale delle quote gratuite del sistema Ets assegnate ai settori industriali contemplati dal Cbam, e le opportune soluzioni per la questione della limitazione della potenziale rilocalizzazione delle emissioni di CO2 legata alle esportazioni, in modo da garantire l'efficienza economica, l'integrità ambientale e la compatibilità del Cbam con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc).
Sullo stesso argomento, la Commissione ha adottato il 14 marzo una proposta di Regolamento del Consiglio relativo ai metodi e alla procedura per la messa a disposizione delle risorse proprie basate sul sistema di scambio delle quote di emissione, sul meccanismo di aggiustamento alla frontiera del carbonio e sui profitti riassegnati e sulle misure per soddisfare il fabbisogno di liquidità.
Questa proposta aggiunge le modalità pratiche, le misure proporzionate e necessarie di controllo, supervisione e revisione per le nuove risorse proprie aggiuntive introdotte con la decisione 2020/2053 adottate il 15 dicembre 2021.
Riflessi del conflitto in Ucraina sulla conferenza sul futuro dell’Europa
Il Comunicato stampa della Commissione europea del 14 marzo sull’ultima sessione plenaria della conferenza sul futuro dell’Europa, in cui sono state discusse 88 raccomandazioni espresse dai panel europei dei cittadini su "L'eE nel mondo/migrazione" e "Un'economia più forte, giustizia sociale e occupazione/Istruzione, cultura, gioventù e sport/Trasformazione digitale", mette in evidenza come l'invasione dell'Ucraina sia stata posta come tema al centro dei dibattiti e ne modificherà gli esiti alla luce del nuovo quadro storico aperto dal conflitto, come emerge dalle stesse dichiarazioni dei co-presidenti del comitato esecutivo della Conferenza:
- Guy Verhofstadt (Parlamento europeo) - L’Europa sarà costretta a correggere il suo corso per affrontare il futuro e il nuovo ordine mondiale che si sta profilando;
- Clément Beaune (Presidenza francese del Consiglio) - Alla luce dei drammatici eventi in corso nel nostro continente, è indispensabile riformare e rafforzare la nostra Unione;
- Dubravka Šuica (Vicepresidente della Commissione europea) - Essere europei significa essere parte di un progetto unico, un progetto che permette a ciascuno di vivere appieno il proprio potenziale e di esercitare i propri diritti. Ecco perché proprio adesso, in queste terribili circostanze, la Conferenza è più importante che mai. Ed è più necessaria che mai.
Il 18 marzo è stato pubblicato il rapporto che riassume i risultati delle attività sulla piattaforma digitale multilingue della Conferenza sul futuro dell'Europa, dal suo lancio fino al 20 febbraio 2022.
di Luigi Di Marco