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A che punto è l’Ue con gli SDGs: i risultati della prima revisione volontaria
Settimana 15-21/5. Commissione: stato d’avanzamento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e prospettive al 2030; nuovi indicatori per l’economia circolare. Consiglio: ruolo dei giovani per un futuro sostenibile. Comunicato del G7 di Hiroshima.
Particolarmente ricca di novità importanti nel quadro strategico è stata l’ultima settimana di attività delle nostre istituzioni Ue: dalla pubblicazione del primo riesame volontario sullo stato d’avanzamento dell’Agenda 2030 nell’Ue, da presentare al prossimo High Level Political Forum (Hlpf) di luglio 2023 alle Nazioni Unite, al G7 di Hiroshima che, nel comunicato adottato, conferma ancora l’impegno dei leader ad accelerare il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Revisione volontaria dell'Ue sui progressi nell'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
Pubblicata il 15 maggio, la Comunicazione recante il rapporto sui progressi nell'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un importante documento di sintesi di tutte le politiche europee. Oltre a descrivere e fare il punto sugli sviluppi dell’Agenda 2030, nel quadro delle sei priorità del programma della presidenza von der Leyen, il rapporto fa capo all’analisi per Goal delle iniziative intraprese dalle nostre istituzioni europee in un apposito documento di lavoro dei servizi della Commissione.
La sintesi presentata nel Rapporto è accompagnata anche da altri documenti, e precisamente da un’analisi statistica e una sintesi dei risultati della consultazione preventiva degli stakeholder, inclusiva di un’analisi di dettaglio puntuale dal Comitato economico e sociale europeo (che a sua volta include una lista di contributi della società civile, tra cui il rapporto annuale dell’ASviS).
Completa il quadro di supporto alla sintesi anche un documento di lavoro che sintetizza le iniziative avviate in Ue per l'impegno dei giovani nella realizzazione dell'Agenda 2030.
Nel corso della sua analisi delle politiche dell’Ue, la Commissione evidenzia comunque come spetti agli Stati membri la responsabilità primaria di garantire lo sviluppo sostenibile a livello nazionale, regionale e locale, e come ciò includa anche l'adozione di misure per integrare gli SDGs nelle politiche nazionali e lo stanziamento di risorse per sostenerne il raggiungimento.
Il Rapporto, oltre a illustrare i risultati e le iniziative in corso e di prossima adozione, verso le conclusioni esprime alcune riflessioni su lezioni apprese e prospettive per il 2030.
Tra queste, la Commissione mette in evidenza l’importanza fondamentale di comunicare meglio con i cittadini e di adottare un approccio di coinvolgimento di tutta la società:
realizzare gli SDGs non è solo una questione di autorità pubbliche, ma richiede anche la piena partecipazione della società civile e del settore privato. Affinché l'attuazione degli SDGs sia efficace, deve essere sostenuta attivamente da una comunicazione che coinvolga i cittadini, le autorità nazionali, regionali e locali, i media, le organizzazioni della società civile, il settore privato e le parti interessate sul campo. I benefici devono essere presentati chiaramente, mentre le sfide rimanenti devono essere affrontate in modo trasparente. Il coinvolgimento continuo delle organizzazioni della società civile, delle parti sociali, delle autorità nazionali, regionali e locali e delle organizzazioni a livello europeo, tra cui il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni, è importante per mobilitare gli stakeholder a livello nazionale e le comunità regionali che sono fondamentali per la realizzazione degli SDGs. A questo proposito, il Patto europeo per il clima facilita l'interazione con i cittadini e le organizzazioni su come l'azione per il clima possa sostenere i progressi verso l'SDG 13 e una serie di SDGs interconnessi.
Guardando oltre i risultati del riesame volontario, la Commissione elenca i seguenti punti specifici d’impegno per l’Ue:
- assicurare che le proposte legislative contribuiscano alla realizzazione degli SDGs;
- informare sull'attuazione degli SDGs in tutti i programmi pertinenti dell’Unione;
- il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni continueranno a svolgere un ruolo chiave come piattaforme per lo scambio regolare con le parti interessate sull'attuazione degli SDGs;
- migliorare regolarmente il suo set di indicatori per gli SDGs, anche per quanto riguarda le ricadute esterne (fuori dai confini Ue), e integrando ulteriormente gli SDGs nelle sue relazioni;
- integrare attivamente gli SDGs nell'attuazione delle iniziative esterne del Global Gateway e negli investimenti in infrastrutture sostenibili, intensificando al contempo gli sforzi per mobilitare il settore privato a sostegno degli SDGs;
- compiere maggiori sforzi per affrontare le disuguaglianze nelle sue azioni esterne, contribuendo a costruire società inclusive e sostenibili.
Quadro di monitoraggio riveduto per l'economia circolare
Il 15 maggio la Commissione ha adottato anche una Comunicazione recante indicazioni per un quadro di monitoraggio riveduto per l'economia circolare, accompagnato da un documento di lavoro che analizza approfonditamente specifici indicatori e performance dei diversi Stati membri.
Il quadro di monitoraggio rivisto è strumentale al conseguimento degli obiettivi del piano d'azione per l'economia circolare finalizzato ad accelerare la transizione verso un modello di crescita rigenerativo in favore del mantenimento del consumo di risorse entro i limiti del pianeta.
Il nuovo quadro si compone di 11 indicatori raggruppati in cinque dimensioni: 1) produzione e consumo; 2) gestione dei rifiuti; 3) materie prime secondarie; 4) competitività e innovazione, e 5) sostenibilità globale e resilienza.
Tra i nuovi indicatori introdotti troviamo:
- impronta dei materiali, che misura l'uso complessivo dei materiali e indica la quantità di materiali incorporati nel consumo complessivo, compresi i beni importati;
- produttività delle risorse, che misura la quantità di Pil derivante dall'uso dei materiali e dimostra l'efficienza dell'utilizzo dei materiali nella produzione di beni e servizi;
- impronta dei consumi, che mette in rapporto i consumi con i limiti del pianeta prendendo in considerazione 16 categorie d'impatto sulla base di una valutazione del ciclo di vita con riferimento ai cinque principali ambiti di consumo (alimenti, mobilità, alloggi, articoli per la casa ed elettrodomestici);
- emissioni di gas a effetto serra delle attività di produzione, che misura le emissioni di gas a effetto serra generate dai settori della produzione (ed esclude quindi le emissioni dei nuclei familiari) e indica il contributo dell'economia circolare alla neutralità climatica;
- dipendenza dai materiali, che misura la percentuale dei materiali importati rispetto a tutti quelli usati e descrive il grado di dipendenza dell’Ue dalle importazioni di materiali.
Il sistema presentato integrerà il quadro di monitoraggio dell'8º programma di azione per l'ambiente, il monitoraggio e le prospettive sull'inquinamento zero, gli indicatori dell'Ue per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e il quadro operativo della resilienza.
Consiglio dell’Unione europea: i giovani attori chiave per l'attuazione dell'Agenda 2030
Il 15 maggio, anche il Consiglio dell’Unione ha adottato un atto sull’Agenda 2030, e specificamente delle Conclusioni in cui i ministri dell'Ue hanno sottolineato la necessità di considerare la dimensione sociale di un'Europa sostenibile per i giovani, sottolineando il loro ruolo di attori chiave nell'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, chiedendo agli Stati membri e alla Commissione di esplorare modalità per aumentare il coinvolgimento dei giovani nel processo politico in maniera inclusiva, di creare opportunità per educatori e animatori socio-educativi, e di adottare un approccio trasversale per integrare una prospettiva giovanile in tutte le politiche e in tutti i livelli di governo.
G7 di Hiroshima
Tra il 19 e il 21 maggio si è tenuto l’incontro dei leader del G7. Il comunicato condiviso dai leader indica nella sintesi l’impegno a supportare l’Ucraina per tutto il tempo necessario, a rafforzare gli sforzi per il disarmo e la non proliferazione - verso l'obiettivo finale di un mondo senza armi nucleari.
Tra gli altri punti, i leader condividono l’impegno a lavorare insieme per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), riconoscendo che la riduzione della povertà e la lotta alla crisi climatica e per la natura vanno di pari passo, accelerare la decarbonizzazione, porre fine all'inquinamento da plastica e proteggere gli oceani, cooperare in materia di migrazione internazionale e rafforzare gli sforzi per combattere la tratta e il traffico di esseri umani, di raggiungere una visione comune per un’Intelligenza Artificiale affidabile - in linea con i nostri valori democratici condivisi, investire nella salute globale con la produzione di vaccini e mediante sforzi per una copertura universale della salute.
Un atto specifico adottato dai leader è stato anche la dichiarazione d'azione di Hiroshima per una sicurezza alimentare globale resiliente, sottoscritta anche da altri Paesi ospiti tra cui l’India, il Brasile, l’Australia, richiamando la Roadmap for Global Food Security già adottata nel 2022 da 100 Stati sotto l’egida delle Nazioni Unite.
di Luigi Di Marco