Buone pratiche sul Goal 11
Porto bene comune di Civitavecchia: un capolavoro tutto italiano
di Clelia Di Liello, Comitato S.O.L.E.
14 gennaio 2021
Il progetto “Porto bene comune”, promosso dal Comitato cittadino Sole con l’aiuto di tecnici esperti, prospetta alla Civitavecchia, oggi provata ed affaticata dalla sua storia recente, una vera rivoluzione tecnologica. Da 70 anni la città paga il prezzo della servitù energetica a cui è stata votata in seguito alla costruzione dei megacentri industriali di produzione termoelettrica. Le fu promesso occupazione e progresso, ha ottenuto inquinamento, alto tasso di malattie e, alle soglie della dismissione del carbone, nuove centrali a gas e neppure più lavoro.
Il progetto, visionario e utopistico solo un anno fa, diventa possibilità concreta dal rilancio del Next generation Eu, verso un continente a zero emissioni nel 2050.
Un porto avveniristico totalmente green, autonomo sotto il profilo elettrico e termico, con energie rinnovabili e idrogeno, capace di accumulare l’energia e utilizzarla quando necessario. Tutti gli edifici alimentati da fonti rinnovabili: pannelli solari sulle superfici; impianti minieolici quali elementi di architettura urbanistica, eolico off-shore lontano nel mare; banchine elettrificate, navi alimentate da terra con energia sostenibile, solare, eolico, accumuli elettrici e idrogeno verde prodotto in loco; tutte le movimentazioni portuali, i rimorchiatori, le gru, le navette per turisti: tutto a zero emissioni. Insomma, una rivoluzione, con l’obiettivo di estendere in futuro all’intero comprensorio urbano e extraurbano la stessa modalità.
Non solo, il Comitato con lungimiranza sta promuovendo una rete di “Porti a idrogeno del Mediterraneo”, che potrebbe dare respiro europeo e valenza internazionale al progetto, facendo di Civitavecchia il nucleo promotore della “idrogenizzazione” dell’Europa meridionale.
Civitavecchia, centro di un territorio ricco di storia e arte da Tarquinia a Cerveteri, potrebbe così recuperare l’antica vocazione turistica, trasformare il suo porto in un grande laboratorio a cielo aperto, rianimare l’economia locale, aumentare il lavoro, formare nuove professionalità e, infine, favorire anche un turismo innovativo per le soluzioni di avanguardia adottate.
Immaginate questo porto del futuro con accanto l’imponenza del Forte Michelangelo e l’eleganza della fontana del Vanvitelli. Sarà ancora una volta un capolavoro tutto italiano in grado di coniugare scienza e arte, innovazione e tradizione, tecnologia e bellezza.